La fame di De Angelis e la mina Abbruzzese

La "fame" di De Angelis, le favole di Venturi, l'angolo di Scalia e la 'mina' Abbruzzese

Francesco De Angelis vuole tutto: la candidatura blindata alla Camera per sé, l’accoppiata Mauro Buschini-Sara Battisti per le Regionali, Mauro Vicano nel maggioritario al Senato, Barbara Di Rollo alla presidenza della Saf, un erede da lui designato alla presidenza del Consorzio Asi, un nuovo assetto da lui disegnato per il Cosilam. Non cederà niente, specialmente in questa lunghissima fase di campagna elettorale.

Nel Pd provinciale detiene il pacchetto di maggioranza relativa e gli amministratori che fanno riferimento alla sua area (Pensare Democratico) saranno determinanti per la conferma di Antonio Pompeo alla presidenza della Provincia.

 

Nella fase di “incudine” De Angelis ha cercato e trovato l’accordo trasversale con Mario Abbruzzese, dominus incontrastato di Forza Italia. Centrando risultati importanti all’Asi, al Cosilam e alla Saf. Adesso che è tornato ad essere “martello” non ha bisogno di sponde esterne al Pd.

 

Anche perché all’interno del Partito Democratico le altre aree sono divise e perfino confuse. Francesco Scalia, Nazzareno Pilozzi e Maria Spilabotte stanno cercando di capire dove potranno candidarsi per cercare la conferma del mandato al Senato e alla Camera. L’imprimatur di Orfini su De Angelis di fatto ha chiuso i giochi nel listino bloccato, mentre nel maggioritario la concorrezza del centrodestra e dei Cinque Stelle sarà agguerrita.

 

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo è concentrato sulle elezioni comunali di Ferentino e su quelle provinciali di ottobre 2018, nelle quali avrà bisogno di tutti i sindaci e consiglieri comunali del Pd, soprattutto di quelli di De Angelis.

 

Norberto Venturi e Salvatore Fontana stanno cercando di sollevare un dibattito interno. Venturi ha rispolverato una favola di Fedro, nella quale il leone, infischiandosene dei patti siglati con una mucca, una capra e una pecora, non divide la preda con nessuno.

Però De Angelis ha un’area compatta dietro, gli altri non riescono ad organizzarsi. Eppure c’è stato un momento in cui Francesco Scalia, grazie anche a maggioranze trasversali, riusciva ad esprimere la presidenza della Saf (Cesare Fardelli), determinare quella dell’Asi (con la designazione di prestigio dell’imprenditore Arnaldo Zeppieri), dire la sua al Cosilam.

Anche Scalia aveva un asse trasversale, con Anna Teresa Formisano, regina incontrastata dell’Udc. Ma perfino nell’agosto 2014 l’intuizione di Scalia si rivelò vincente, quando lanciò la candidatura di Antonio Pompeo alla presidenza della Provincia. Chiudendo accordi prima con il Nuovo Centrodestra di Alfredo Pallone (all’hotel Bassetto) e poi con Forza Italia di Mario Abbruzzese (entrando, con Pompeo, nel Sancta sanctorum del credo berlusconiano, cioè nella sede frusinate degli azzurri). Anticipando perfino il patto del Nazareno tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.

 

Francesco De Angelis ha incassato una sconfitta tutto sommato onorevole con Enrico Pittiglio candidato alla presidenza della Provincia e poi ha cominciato a cercare lui l’asse con Abbruzzese.

Adesso le condizioni sono diverse, ma se Scalia vuole provare a contrastare la carica degli orfiniani non ha alternative: alleanza interna con Simone Costanzo ed esterna con Mario Abbruzzese.

Il quale rimane il vero e unico ago della bilancia della politica provinciale.

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