Ostia chiama Ciociaria: il Pd si consegna alla sconfitta per fermare M5S

Da Ostia alla Ciociaria: cosa dice il risultato elettorale del X Municipio di Roma. Come si legge il Riosatellum. Per fermare i Cinque Stelle il Pd si è consegnato alla sconfitta

Il ballottaggio di Ostia conferma elementi importanti in vista delle elezioni politiche e regionali destinate, comunque vadano a finire, ad influenzare moltissimo la società italiana nei prossimi anni. (leggi qui ‘Basta un terzo della città: Ostia al Cinque Stelle’)

 

IL LABORATORIO OSTIA

Intanto la disaffezione al voto: Ostia non è solo un Municipio di Roma, in termini di abitanti è la tredicesima città italiana. La gente resta a casa: disillusa, disincantata, amareggiata, incazzata. (leggi qui ‘Il vuoto di Ostia ed i doni di Latina’)

Al ballottaggio il Movimento Cinque Stelle è micidiale, anche con un’affluenza bassa. Significa che raccoglie non soltanto il voto di protesta “proprio”, ma pure quello degli altri schieramenti che non hanno più un proprio esponente al secondo turno.

Questo dato però vuol dire anche che il Rosatellum è stato pensato e votato per cercare davvero di frenare l’ascesa dei pentastellati. I quali sono sì il primo partito, ma senza le alleanze e le coalizioni non hanno speranze di poter avere una maggioranza in Parlamento.

 

Però Forza Italia e Partito Democratico potrebbero non avere davvero alternative alle grandi intese. Se poi Silvio Berlusconi dovesse in qualche modo sostenere un governo insieme a Matteo Renzi, inevitabilmente l’alleanza “prima” con la Lega di Matteo Salvini e con i Fratelli di Italia di Giorgia Meloni andrebbe in frantumi un secondo “dopo”.

Dall’altra parte Articolo 1 Mdp di Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani e Roberto Speranza e Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni hanno chiuso ogni spazio alla possibilità di un accordo con il Pd di Matteo Renzi e, in questo modo, anche con il resto della coalizione.

Renzi ha la sensazione che D’Alema stia ripassando ad alta voce la favola del lupo e l’agnello. Non ci sono spazi, punto e basta. Poi si vedrà in Parlamento se i dalemiani potranno magari cercare un accordo di legislatura con i Cinque Stelle. Qualche segnale c’è per la verità.

 

LE CONSEGUENZE A FROSINONE

Questa situazione avrà degli effetti anche nei collegi uninominali della provincia di Frosinone, tra quelli in bilico.

Non a caso il presidente nazionale del Pd Matteo Orfini, proprio da Cassino ha sviluppato il ragionamento che con un sistema tripolare nel maggioritario può succedere di tutto.

In provincia di Frosinone ci sono tre collegi maggioritari: Camera nord, Camera sud, Senato. Mettiamo che al nord si candidino Nazzareno Pilozzi (Pd + alleati), Antonello Iannarilli (Forza Italia più alleati), Luca Frusone (Movimento Cinque Stelle) e un esponente di Mdp-Sinistra Italiana (che potrebbe essere Massimiliano Massimi, il segretario provinciale di Mdp).

Difficilmente il Pd potrebbe farcela ed a quel punto se la giocherebbero centrodestra e Cinque Stelle. Con il centrodestra favorito per via del turno unico.

 

Capito perché nel Rosatellum non hanno previsto il ballottaggio?

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