Fiorito, Machiavelli ed i politici di oggi

Guardare il dito anziché la luna che sta indicando: un vizio dal quale non ci siamo ancora affrancati. Guardiamo agli stipendi dei politici. E non a quello che producono

Quando Franco Fiorito era il potentissimo e abilissimo capogruppo regionale del Pdl, gli altri non toccavano palla.

Nel centrodestra provinciale, poi, era una corsa all’inchino, a quello che nel ‘Cinque Maggio’ viene definito da Manzoni “il servo encomio”. Che poi si è trasformato in “codardo oltraggio” quando Fiorito è finito nella polvere. Quasi tutti i suoi fedelissimi di allora, che senza di lui non sarebbero andati oltre i compiti di copisteria nelle sezioni di Alleanza Nazionale, lo hanno disconosciuto. Senza bisogno che il gallo cantasse tre volte, senza avvertire il bisogno di uno scatto di verità prima che di orgoglio.

 

Franco Fiorito sta affrontando una fase processuale lunga e impegnativa, alcuni gradi di giudizio si sono conclusi e l’aspetto penale farà il suo corso definitivo. Massimo rispetto per l’operato della magistratura.

La politica però è un’altra cosa e spesso ha nulla a che fare con l’aspetto morale. L’etica applicata alla politica ha portato all’Urss di Stalin e, prima ancora, alla Germania di Hitler. Oppure all’Italia di Mussolini e alla Spagna di Franco.

Il Principe di Machiavelli è ancora oggi il libro più letto dai potenti, proprio perché sgancia la politica dall’aspetto morale. Nulla c’entrano l’una con l’altra. Non è necessario che coincidano. Altrimenti il fine non giustificherebbe i mezzi.

 

L’intervento di Franco Fiorito su Alessioporcu.it, nell’articolo di esordio della sua nuova vita, a proposito del sadico gusto di nutrirsi delle disavventure degli ex potenti (leggi qui ‘Il gusto sadico della gente per il potente nel fango’) fa riflettere.

Intanto ha ragione. L’oltraggio al cadavere di Benito Mussolini a piazzale Loreto è stato l’episodio più eclatante, ma non dimentichiamo il lancio delle monetine a Bettino Craxi. A proposito: Fiorito era fuori dal Raphael ad inveire contro il leader socialista?

Però, calando il ragionamento sul territorio e ai nostri giorni, il punto è che non dovrebbero indignare soltanto i privilegi dei quali gode ancora la classe politica. Quanto l’assoluta mancanza di risultati.

Oggi va di moda parlare di taglio dei vitalizi, di abbattimento degli stipendi dei parlamentari e di tutto ciò che ha a che fare con la retribuzione della sfera pubblica e politica. Dimenticando che quelle indennità furono previste proprio per rendere la politica libera da condizionamenti.

 

La domanda vera non è quanto ti pago. Ma, quali risultati hai prodotto per quello che ti pago?

 

Se in provincia di Frosinone non si riescono a fare interventi di ripristino di una viabilità decente sull’area industriale di Anagni, se la Sanità peggiora, se i servizi non ci sono, se i ragazzi vanno via, se le infrastrutture non si realizzano, se l’inquinamento cresce, allora vuol dire che chi doveva rappresentare il popolo sovrano ai vari livelli ha fallito. O perché non conta nulla o perché non c’è riuscito.

 

Possiamo inventare mille scuse per cercare di smontare le classifiche sulla qualità della vita che da decenni penalizzano la provincia di Frosinone. Ma quei parametri sono tecnici e scientifici e il disagio sociale nel territorio è reale.

 

I risultati non si sono visti, questo è il punto.

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