Ideal Standard, la strada che porta a Londra in cerca di una soluzione

Si tenta la strada dei fondi stranieri per tenere aperta la Ideal Standard di Roccasecca. Il bis di Ceramiche Marazzi? Il no secco: "Territorio inaffidabile". Formisano (Bpc): Pronti a sostenere l'operazione ma con tutto il sistema

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Una ciambella di salvataggio dall’estero per Ideal Standard di Roccasecca.

La strada dei fondi d’investimento stranieri è stata imboccata a fari spenti da alcune settimane: punta ad un’operazione analoga a quella che ha riportato in produzione la ex Ceramiche Marazzi di Anagni.

 

I FONDI STRANIERI

Chi ha tentato l’operazione ha contattato la Flexagon Capital Solutions LLP di Londra. È la società che crea opportunità d’investimento in Europa per i grandi fondi statunitensi.

In pratica: negli Usa ci sono società che raccolgono i soldi messi da parte dai lavoratori per costruirsi una pensione; vanno investiti per fare in modo che le pensioni siano ricche. Fino a qualche tempo fa conveniva comprare i Buoni del Tesoro: pochi rischi e redditività alta. Ma da alcuni anni quei buoni fruttano meno dell’1% e quelli con redditività più alta vengono emessi da Paesi a forte rischio. Un esempio? I famigerati bond argentini diventati carta straccia.

Allora? A questo punto entrano in scena società come la Flexagon Capital Solutions LLP, creata a Londra da banchieri italiani. Individuano investimenti più redditizi dei Buoni del Tesoro. Come può essere comprare una fabbrica a poco costo e rimetterla in produzione: se ha mercato, se ha maestranze all’altezza, se gli impianti sono in buone condizioni.

Flexagon compie decine di operazioni del genere ogni anno. Una l’ha fatta in provincia di Frosinone: ha comprato la ex Ceramiche Marazzi e l’ha rimessa in produzione. Le cose vanno bene ed oggi c’è lo stesso numero di dipendenti presente prima della grande crisi del 2008.

 

LA TELEFONATA A LONDRA

Dal territorio è stato contattato Daniele Bartoccioni Menconi. È uno dei fondatori della Felxagon, diciotto anni di esperienza nell’investment banking; stage in ABN Amro a New York, carriera in JPMorgan a Londra, già vice presidente e co-head di Fixed Income Derivatives Marketing for Emerging Markets. Poi in Merrill Lynch in qualità di co-responsabile della divisione che si occupa di materie prime nei mercati emergenti. Un po’ in Mediobanca e poi la decisione di mettersi in proprio fondando, con altri soci, la Flexagon Capital Solutions LLP.

Gli è stata illustrata la situazione di Roccasecca: il quadro economico e quello industriale. Cifre alla mano gli è stato fatto notare che Ideal Standard Roccasecca è un’azienda sana ed ha prodotto utili. Ha fatto guadagnare anche in questo 2017: al punto che i lavoratori riceveranno, insieme, la lettera di licenziamento ed il premio di produzione.

Allora perché gli americani che posseggono l’impianto lo vogliono chiudere? Effetti del turbocapitalismo, come lo ha chiamato il vescovo di Sora Cassino in una dura lettera di protesta (leggi qui Il pastorale di monsignor Gerardo Antonazzo).

Cioè? Oggi le fabbriche non le governano gli imprenditori ma i manager che fanno finanza, i loro stipendi dipendono dai guadagni che fanno incassare; se quest’anno la fabbrica a Roccasecca ha fatto guadagnare dieci ma spostando la produzione altrove l’anno prossimo guadagno dodici, sposto e amen. Con tanti saluti alla ‘funzione sociale dell’impresa‘ che dovrebbe fare crescere i territori dai quali prende le risorse.

 

IL PROBLEMA? INAFFIDABILI

Insomma: dal punto di vista economico Ideal Standard sarebbe un eccellente investimento. Ma molto difficilmente Flexagon Capital Solutions LLP investirà più un solo dollaro americano a Roccasecca, né guarderà un solo documento finanziario che arrivi dalla provincia di Frosinone, tantomeno si impegnerà nel Lazio.

C’è una relazione assolutamente negativa fatta dall’antenna di Flexagon sul territorio. È Francesco Borgomeo, studi da cardinale alla Pontificia Università Gregoriana,  laurea alla Columbia University di New York, perfezionamento alla UCD di Dublino. Soprattutto è il vice presidente dell’operazione che ha portato Flexagon ad acquisire la ex Marazzi ad Anagni.

Di nuovi investimenti nel Lazio non vuole nemmeno sentire parlare. C’è una sua relazione riservata in cui parla di “assoluta delusione”. Al punto che sconsiglia qualsiasi nuova operazione in provincia di Frosinone e nel Lazio in genere.

Il motivo? La relazione mette in luce le capacità straordinarie dei lavoratori locali, il loro spirito di dedizione al lavoro, la loro serietà. Ma rivela che c’è la più totale inaffidabilità del sistema, ci sono voluti quattro anni per avere un’autorizzazione, non sono bastati ottocento giorni per avere risposte burocratiche ed amministrative.

Il dramma – stando a quella relazione – è che i 15 milioni investiti su Anagni, se fossero stati puntati in qualsiasi altro luogo avrebbero fruttato di più e molto più in fretta. Per colpa di un sistema Paese che non è in grado di assicurare efficienza alle imprese che scommettono sul territorio.

Risultato? Gli inglesi non sono in alcun modo interessati ad un’operazione simile.

 

LA BANCA È PRONTA

Nel corso della puntata di A Porte Aperte andata in onda giovedì sera, l’economista Vincenzo Formisano, nella sua veste di vice presidente della Banca Popolare del Cassinate  ha ammesso indirettamente l’esistenza dei contatti con Flexagon. Ma non ha voluto rivelare alcun dettaglio.

«Il territorio deve avere il coraggio di assumersi le sue responsabilità» ha detto Formisano. Annunciando: «Banca Popolare del Cassinate è pronta a fare parte di un pool di banche che sostenga un’operazione analoga a quella compiuta da Flexagon con il progetto Saxa Gres di Anagni».

Il professore fissa subito però le condizioni. «Dal momento che il management di Ideal Standard dice di voler chiudere lo stabilimento, se davvero la politica vuole dimostrare di essere presente e capace, tolga in tempi rapidissimi lo stabilimento e gli impianti dalle mani del gruppo industriale, così come ha fatto con Videocon, attraverso la legge che consente in determinate condizioni di confiscare i beni alle società finanziate dallo Stato e poi andate via».

Ma agli italo inglesi non interessa. «Non interessa a queste condizioni. Se noi gli diamo un territorio che non li lascia soli ma si assume le sue responsabilità è una situazione diversa»

VDC E BUROCRAZIA

E una volta ‘confiscato’ lo stabilimento di Ideal Standard di Roccasecca? Non c’è il rischio che finisca come Vdc: un gigantesco scatolone che nessuno è interessato a comprare?

«Qui sta la vera sfida del territorio – ribatte Formisano – Siamo in presenza di un impianto che è funzionante e fa utili. Rilevandolo a costo zero, gli industriali del territorio e società come Flexagon potrebbero replicare il successo dell’operazione Saxa Gres. Noi come Banca Popolare del cassinate siamo disposti a fare la nostra parte all’interno di un pool che coinvolga il sistema bancario. ma mi aspetto una risposta anche dal sistema delle imprese».

Non teme che possano esserci gli stessi problemi che hanno portato Borgomeo a sconsigliare nuovi investimenti in Italia?

«La politica di questo territorio e di questo Paese – dice Formisano – deve dare risposte certe a Borgomeo. E prendere impegni altrettanto certi per l’eventuale operazione di Roccasecca. Altrimenti ne dovrà rispondere con gli elettori»

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