La nuova frontiera M5S: si agli indagati, agli ex politici, ai non attivisti

Nasce il nuovo Movimento 5 Stelle. E cancella buona parte dei dogmi del passato. In discussione tutte le candidature: decide Di Maio e non la base. Anche per quelle delle Regionali?

Tra i prossimi candidati del MoVimento 5 Stelle potrebbero esserci l’ex capogruppo del Popolo delle Libertà Franco Fiorito schierato nella lista per la Regione Lazio. Con lui potrebbe scendere in campo il capogruppo di Forza Italia al Comune di Frosinone Danilo Magliocchetti. Al Senato invece verrebbe schierato l’esperto sottosegretario di Stato alle Partecipazioni Statali Angelo Picano. Per la Camera dei deputati c’è la possibilità di puntare sull’inossidabile Fernando D’Amata già assessore regionale alla Sanità. In lista d’attesa ed in fase di valutazione per una candidatura pentastellata potrebbero finire l’ex presidente della Saf Mauro Vicano e l’attuale presidente dell’Asi Francesco De Angelis che porterebbe con lui l’eterno erede Mauro Buschini.

 

LA NUOVE REGOLE M5S

È la conseguenza della nuove regole interne del Movimento Cinque Stelle. Aprono alle alleanze: le stesse che fino ad oggi il M5S ha rifiutato perdendo cinque anni di tempo ed auto escludendosi dal governo del Paese.

Non solo. I nuovi dogmi spalancano le porte del MoVimento anche a chi ha avuto esperienze negli altri Partiti: fino ad ora invece il regolamento pretendeva che per candidarsi con M5S non ci si fosse mai presentati in altre elezioni con forze politiche o liste civiche.

Con l’iscrizione come la mettiamo? Superato pure questo limite: adesso è consentito mettere in lista anche a chi si è iscritto all’ultimo istante. Magari solo per salire sulla scialuppa della candidatura.

Viene mandato in soffitta il principio del “uno vale uno“.  Da adesso in poi uno comanda e gli altri accettano le sue decisioni: il nuovo regolamento concede un grande margine di discrezionalità al candidato premier per scegliersi le le candidature e dove collocarle.

Tutto senza dibattito. Nessuna discussione on line. Niente dirette in streaming.

 

BYE BYE CANDIDATI ALLA REGIONE?

Le nuove regole sono in grado di buttare nel cestino anche i risultati delle recenti Regionarie con cui il Movimento 5 Stelle ha selezionato i 6 candidati da schierare in provincia di Frosinone alle prossime Regionali del Lazio.

I vincitori individuati dalle Regionarie fino ad oggi sono Paola INDIGENO di Isola del Liri, Martina COCCO di Isola del Liri, Fernando FIORAMONTI di Anagni, Loreto MARCELLI di Sora, Alessio CARLINO di Cassino, Rosa MAIUCCARO di Piedimonte San Germano.

Perché rischia di finire tutto nel cestino? Perché nei fatti, con il nuovo regolamento nasce una nuova associazione che supera il M5S conosciuto e strutturato fino ad oggi. È una cosa nuova e diversa. Con il nuovo statuto dell’Associazione il Movimento 5 Stelle ha rottamato la prima associazione. E con lei anche tutti i diritti che ne derivavano.

La candidata governatrice del Lazio Roberta Lombardi ha già incontrato i candidati e definito con loro le strategie. (leggi qui Lombardi incontra i 6 candidati M5S alle Regionali)

Perché annullare quelle selezioni? Innanzitutto non è detto che ‘debbano‘ essere annullate. Però possono esserlo se il leader dovesse ritenere che ci siano delle criticità. E in questo caso ci sono. Perché i clic hanno restituito al MoVimento una specie di lista Frankestine: tre candidati dell’area Sora – Isola del Liri, due dell’area Cassino, nessuno da Villa Santa Lucia fino ad Anagni, nessun candidato a Frosinone, impossibilità di massimizzare le preferenze attraverso le coppie concesse dal doppio voto di genere.

Se vorrà, ora Roberta Lombardi potrà rivedere gli assetti. Ed i nomi. Senza discussioni.

 

LO SPETTRO DEL RICORSO

Nessuno è stato consultato, nessuno ha discusso, la base è stata esclusa dalla rivoluzione. Proprio questo fa ritenere che ci siano gli elemento per un ricorso all’avvocato Lorenzo Borrè, il legale che fino ad oggi ha impugnato e vinto i ricorsi dei vincitori delle selezioni e poi non candidati dal M5S.

All’agenzia AdnKronos ha detto

«La costituzione della nuova associazione non è stata deliberata dall’assemblea e questo crea alcuni problemi.

In primo luogo ritengono che con la nuova associazione venga meno quella vecchia, ma non è così. Ora abbiamo tre associazioni.

Poi c’è la questione legata al simbolo: nell’articolo 1 del nuovo statuto si fa riferimento all’uso di un simbolo che è lo stesso del 2009. Grillo attribuirà alla nuova associazione il diritto all’uso dello stesso simbolo, ma non potrebbe farlo perché il simbolo non è paragonabile a un marchio d’impresa: è come il nome e il cognome di una persona.

Questa situazione crea un conflitto di interessi tra la prima associazione del 2009 e quella del 2017. Grillo “intende togliere alla prima associazione il diritto all’uso del simbolo, concedendolo alla terza. Ma gli associati della prima associazione potrebbero ricorrere in tribunale contro la terza associazione per inibire l’uso del logo e del nome della prima”.

 

 

UN NUOVO MOVIMENTO5S?

Il nuovo Partito si è costituito il 20 dicembre scorso nello studio dell’avvocato Andrea Ciannavei. Non risulta che ne fossero informati gli attivisti e che ci sia stato prima un dibattito che abbia coinvolto la base.

Il nuovo M5S ha sede legale a Roma in via Nomentana. Per potersi candidare o continuare a far parte del M5S da semplice attivista bisognerà obbligatoriamente iscriversi alla nuova associazione e accettare le regole presentate sabato 30 dicembre sul blog di Beppe Grillo.

L’avviso è chiaro: chi non lo fa verrà cancellato, chi si iscrive dovrà accettare l’assenso al trattamento dei propri dati personali.

 

Da oggi ci si potrà iscrivere al M5S e candidare senza aver fatto un giorno di attivismo. Buona cosa: la passione smodata per i clic cinque anni fa ha prodotto la candidatura e l’elezione del senatore Marino Mastrangeli da Cassino, che una volta guadagnato il laticlavio senatoriale ha fatto un pernacchio a tutti e si è fatto espellere. Eppure era un cliccatore attivissimo.

Sarà la base a votare i nuovi entrati? Vero, ma sarà il candidato premier a deciderne successivamente la collocazione in lista.

 

L’IMBARAZZO

Che ci sia un certo imbarazzo per una rivoluzione così radicale, lo si ricava dalle dichiarazioni fatte in queste ore dal MoVimento.

Una nota del M5S sostiene che sia falsa la circostanza secondo la quale adesso gli indagati possano ricandidarsi:

«C’è scritto infatti nel codice etico che il portavoce dovrà ‘rinunciare alla propria candidatura nel caso in cui, avuta notizia dell`esistenza di un procedimento penale a proprio carico, emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell`immagine del MoVimento 5 Stelle, a prescindere dall`esito e dagli sviluppi del procedimento penale accettando, ora per allora, le determinazioni che sul punto gli Organi dell`Associazione a ciò deputati riterranno di esprimere».

 

TONINELLI: FAKE NEWS

Il deputato Danilo Toninelli attacca. E sulle agenzie dichiara:

“Siamo l’unica forza politica a effettuare le primarie per i candidati deputati e senatori. L’unica forza  politica ad avere un codice etico così stringente. E non possono fare  a meno di inventare notizie pur di diffamarci. Ecco che il giornale  del Pd ‘Repubblica’, ‘La Stampa’ e il ‘Messaggero’ oggi titolano in  prima pagina che il M5S candiderebbe indagati. E’ falso”.       

“Invitiamo i giornalisti -aggiunge- a leggere il codice etico  pubblicato ieri.

Le loro sono fake news. L’unica verità è che onestà e Parlamento pulito erano, sono e resteranno il nostro faro. Invitiamo  ai giornalisti di chiedere alle altre forze politiche perché non  adottano un codice etico stringente come il nostro. Facessero queste  domande ai loro partiti di riferimento invece di lanciare fake news”.

 

Le cose non stanno così, fanno notare invece gli attivisti della prima ora. I quali puntano il dito su una circostanza: prima era automatica l’esclusione degli indagati. Adesso invece la questione viene demandata al giudizio di terzi. Un po’ come accadeva e succede oggi nei Partiti contro i quali il M5S dice di essere nato. Tanto nel MoVimento quanto negli altri Partiti non c’è alcun automatismo di esclusione degli indagati.

Il che rappresenta una giusta posizione. Perché se voglio escludere un mio potenziale avversario interno mi trovo qualcuno che presenti una denuncia a suo carico: in Italia è obbligatorio prenderne atto (in base al principio dell’obbligo dell’azione penale). Lui viene indagato e siccome occorre tempo per volgere gli accertamenti me lo tolgo dai piedi.

C’è voluto un po’ perché il M5S lo capisse.