Iamunno: «Vi spiego i mali che bloccano la nostra crescita»

«Infrastrutture vecchie e burocrazia lumaca, gli ostacoli allo sviluppo». Iamunno (Unindustria): le imprese tornano ad investire, la Ciociaria è un territorio appetibile, ma bisogna fare di più.

di ANNALISA MAGGI

per IL MESSAGGERO ED. FROSINONE

 

Il 2017 in provincia di Frosinone ha segnato l’acutizzarsi di una crisi industriale che sta impoverendo le famiglie ciociare. A esaminare le dinamiche in corso nel settore industriale è Gerardo Iamunno, presidente della Piccola Industria di Unindustria per il quadriennio 2016-2019 e amministratore unico della società di famiglia Gran Tour con sede Paliano.

Il gruppo disegna e produce mobili da bagno e nel 2015, in piena crisi, ha aperto una nuova azienda di produzione di box doccia.

«Abbiamo attraversato dieci anni tremendi, gli ultimi dati ci dicono che finalmente la ripresa è iniziata anche se, come Pmi, ne vedremo gli effetti tra un paio d’anni così come abbiamo avvertito la crisi due anni dopo. Gli imprenditori hanno cominciato a investire di nuovo, la volontà c’è, ma abbiamo bisogno di avere un territorio fertile. La Regione ha fatto finora un buon lavoro ma ci sono ampi margini di miglioramento, in special modo nella nostra provincia».

 

Cosa intende per territorio fertile?

«Prendiamo la vicenda Ideal Standard: grande clamore della stampa, passerella di politici, fasce tricolori. Noi, invece, avremmo bisogno di questa vicinanza quando viene chiesto aiuto alle istituzioni non quando Ideal Standard chiude. Non conosco i motivi che hanno portato il gruppo a prendere la decisione di chiudere lo stabilimento di Roccasecca, so solo che tra il sito in Friuli e quello nel Lazio si sacrifica il secondo perché questo territorio, purtroppo per noi, sta diventando arido per fare impresa. Abbiamo un dato di chi va via, i 300 dipendenti di Ideal Standard, ma non abbiamo ancora un dato preciso dei tanti posti di lavoro che abbiamo creato. Fa clamore il licenziamento di 500 operai Fca, ma bisognerebbe specificare che sono interinali, mentre nessuno, cosa assai grave, dice che dalla Cassa Integrazione ne sono stati riassorbiti 1200. Infatti l’automotive, con tutto il suo indotto, è un fiore all’occhiello della nostra provincia».

 

Ci faccia capire meglio qual è il problema.

«Questo è un territorio eccezionale: pianeggiante, attraversato dall’A1, che potrebbe attirare moltissime imprese nazionali e internazionali che vogliono investire nella nostra regione come ha fatto Amazon nella provincia di Rieti. Nella Regione abbiamo eccellenti università e centri ricerca, una forza lavoro di prim’ordine che il resto d’Italia ci invidia».

 

Però, sembra di capire, ci sono degli ostacoli per imprese e sviluppo…

«Ci sono oltre 15 aziende associate a Unindustria con ricorsi al Tar o in attesa di rinnovo o riesame delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (Aia), oltre le quasi 1000 autorizzazioni ambientali non ancora rilasciate e/o rinnovate. Il paradosso sa qual è? L’imprenditore, ad esempio, vorrebbe migliorare la qualità delle emissioni in atmosfera intervenendo sugli impianti ma potrebbe finire tra i mille che aspettano il rilascio delle autorizzazioni pur avendo i finanziamenti dello Stato. Dobbiamo assolutamente interrompere questo meccanismo, altrimenti il nostro territorio perde di competitività e diventa poco attrattivo per creare ricchezza e nuova occupazione. Purtroppo mi lasci dire una frase forte: se non interveniamo immediatamente c’è il rischio che andremo incontro a tanti funerali».

 

Quali sono le criticità?

«Nel distretto di Paliano, che conosco bene, abbiamo aziende, di cui una del gruppo Fca senza acqua potabile. Ma a lei sembra mai possibile una cosa del genere? Mi fa sorridere quando qualcuno protesta per i rifiuti, l’inquinamento, e ignora in toto che in questa zona abbiamo inquinato le falde acquifere solo e unicamente per mancanza del depuratore. Non solo. Non abbiamo acqua potabile e fognature, ma neppure la fibra ottica. Tutti i nuovi finanziamenti vengono assegnati con il “click day” e noi, cosa assurda, non abbiamo la fibra ottica».

 

Dov’è lo stallo?

«Lo stallo, il vero limite assoluto della nostra provincia e della nostra regione è la burocrazia. Superiamolo dandoci la possibilità delle autocertificazioni. Vorremmo essere messi nelle condizioni di fare il nostro mestiere con grande senso di responsabilità».

 

I dati della provincia di Frosinone, però, sono positivi. Prendiamo l’export che nel Lazio vede una crescita del 17,7% nei primi nove mesi dell’anno scorso rispetto alla media nazionale assestata al +7,3%. Dopo quella di Roma che registra un fatturato di circa 6,7 miliardi, c’è la provincia di Frosinone con una crescita del 58,1% pari a 2,1 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Il settore preponderante nell’ambito dell’export si conferma la farmaceutica e il settore dei mezzi di trasporto segna una variazione significativa pari al 79,1% tra gennaio 2017 e lo stesso mese dell’anno precedente.

 

«Nonostante tutti i problemi – sottolinea Iamunno – abbiamo doppiato il livello nazionale e Frosinone è la prima provincia d’Italia con un più 58% sull’export, abbiamo superato anche Milano. Un record storico che va riconosciuto ai nostri imprenditori e alle nostre maestranze. Questi dati sono eccezionali e ci danno entusiasmo ma non nascondono le mille difficoltà del nostro territorio. Perciò invito tutte le istituzioni a starci vicino e mettere la nostra regione in condizione di competere, perché nella nostra zona sembra che sia tutto fermo quando non è cosi. Però ci dobbiamo muovere tutti insieme: enti locali, Regione, Governo e parti sociali, ognuno facendo la propria parte per rilanciare la nostra regione e la nostra provincia ed evitare che si ripetano casi come la Ideal Standard».

 

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