Coltellata alle spalle, Emilia Zarrilli spostata a Pistoia. Al suo posto Portelli

Il ministero dell'Interno sposta a Pistoia il prefetto Emilia Zarrilli. Al suo posto arriva Ignazio Portelli. L'attuale prefetto l'ha saputo alle 8.30. Nel mirino da lunedì: aveva chiesto almeno di essere mandata sul mare, in un capoluogo di Regione.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Non era previsto. Gli scatoloni non erano stati preparati. E la destinazione non era tra quelle richieste. Chi ha trasferito Emilia Zarrilli dalla prefettura di Frosinone a quella di Pistoia non le voleva bene.

Lei stessa lo ha saputo questa mattina sul presto: l’ha informata uno dei suoi funzionari. Alle 8.30 si è catapultata a Roma al Ministero per verificare cosa stesse accadendo.

 

Che fosse finita nel mirino lo aveva saputo lunedì mattina, dopo un altro viaggio a Roma. Dal quale, assicurano, era tornata piuttosto turbata.

Dall’Amministrazione dell’Interno le avevano detto che a Frosinone non poteva stare più: era il quarto prefetto in Italia per durata del mandato nella stessa sede. Più di lei sono stati tenuti nello stesso ufficio soltanto i prefetti Giovanna Vilasi dal 2012 a Monza, Gianfranco Tomao a Cosenza dal 2013 e Romilda Tafuri ad Alessandria dal 2012; quest’ultima è finita nell’elenco dei trasferiti oggi, insieme ad Emilia Zarrilli.

 

Il prefetto di Frosinone lunedì ne aveva preso atto. Aveva chiesto almeno che la mandassero in un capoluogo di Regione sul mare: Pistoia non è capoluogo di regione ed il il mare lo vede su Internet. È più lontana da Roma rispetto a Frosinone, non ha 91 Comuni ma solo 21 amministrazioni comunali, ha meno della metà dei dipendenti della prefettura di Frosinone. Insomma è la meno importante delle province della Toscana.

Chi ha mandato lì Emilia Zarrilli non ha voluto farle un piacere. E nemmeno lei si è prodigata per farselo fare: diretta, ruvida, poco incline a rifugiarsi nella burocrazia, non si è mai sottratta di fronte ai problemi, piuttosto ne ha sollevati. A Roma, ora che il vento è cambiato, non è di moda il suo zelo nell’affrontare il problema dei migranti e dei richiedenti asilo: ne ha sistemati a migliaia e senza incidenti.

 

Al suo posto ha destinato a Frosinone il prefetto Ignazio Portelli.

Non ha mai retto una prefettura. Ha il titolo e le funzioni di prefetto ma fino ad oggi si è occupato di Codici e di procedure., È il capo dell’ufficio Legislativo presso il Dipartimento della Cooperazione Internazionale e l’Integrazione.

Cinquantotto anni, laureato in Giurisprudenza all’università di Palermo, ha conseguito il master di II livello in management pubblico nel 2005.

Nel 2017 è stato commissario prefettizio a Montelepre, provincia di Palermo: primo Comune sciolto per mafia dal governo Renzi. Nel corso del suo mandato c’è stata la protesta dei sindaci calabresi destituiti per infiltrazioni della ’ndrangheta. Il suo commento è stato: “Nel Sud si ricandidano amici e parenti. Serve una rivolta delle coscienze civili

Nel corso dello stesso anno, il ministro dell’Interno Marco Minniti lo ha incaricato di accertare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale di Seregno, guidando l’apposita commissione insieme al capitano della Guardia di Finanza Angelo Vitiello ed al tenente dei carabinieri Flavio Pressi.

Anche lui, a Roma, con il nuovo vento, non deve essere molto di moda.

 

 

 

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