Abbruzzese: «Primarie per scegliere i candidati a Regione e Parlamento». Adriano? Ha ragione

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Guida Forza Italia usando il guanto di velluto. Sotto il quale nasconde un pugno di ferro. Mario Abbruzzese è un tipo facile solo in apparenza. Le cose vanno bene solo fino a quando si fa come dice lui. Altrimenti, poco alla volta ci si ritrova ai margini. Perché, spiegò una volta “In Forza Italia non c’è spazio per l’opposizione, il Partito è uno soltanto“.

Al suo capogruppo in Provincia Gianluca Quadrini l’ha detto a brutto muso in tv minacciando dolorose lacerazioni di zone intime. Il deputato Antonello Iannarilli s’è ritrovato a fare il consigliere comunale di Alatri. Di tanti altri si sono addirittura perse le tracce (politiche).

Capisce la Politica. La frequenta da quando era ragazzino. Ne conosce le trappole. Per questo è più sfuggevole di un’anguilla quando si prova a fargli un’intervista in cui siano previste anche delle domande.

 

Onorevole Abbruzzese, il presidente del consiglio comunale di Frosinone Adriano Piacentini ha sbattuto la porta in faccia ad Antonello Iannarilli che lei aveva appena riabilitato… (leggi qui ìPiacentini sbatte la porta in faccia a Iannarilli’)
Sono disposto a fare questa intervista a condizione che non sia un modo per suscitare divisioni nel Partito. Per me non esiste Piacentini contro Iannarlli o Iannarilli contro Abbruzzese e così via. Piuttosto vorrei fare una riflessione, se me lo consente…

 

Piacentini però, con la sua presa di posizione, rappresenta un punto di partenza inevitabile…

Il punto di partenza è il Partito. Cedo che prima di discutere su chi debba fare cosa nel Partito sia meglio parlare di aspetti fondamentali: non è un caso se Forza Italia in provincia di Frosinone è ora un modello di riferimento a livello nazionale. Non è un caso se abbiamo raggiunto percentuali bulgare alle elezioni comunali di Frosinone. E’ un messaggio che vorrei trasmettere a tutti i quadri di Forza Italia: sarebbe giusto parlare di Area di Crisi Complessa, Piano di Riqualificazione Urbana, delle Apea con cui rendere competitivo il nostro territorio… Se i quadri del Partito capiscono che tutto questo viene prima di quasiasi querelle interna allora continueremo a crescere.

 

Resta il tema sollevato da Piacentini

È un tema legittimo, giusto nella sua sostanza. Talvolta viene esplicitato in modo non corretto. È giusto che chi ha attraversato il deserto con coerenza nei momenti di difficoltà abbia la precedenza rispetto ad altri che entrano ed escono dal nostro Partito. Questo tema é  fuori discussione: rientra nella canonizzazione di una gestione democratica di un Partito. E’ pur vero però che il nostro è un Partito inclusivo e che vuole attrarre nuovi soggetti. Non è un casso se oggi è ridiventato appetibile a livello nazionale.

 

La porta in faccia a Iannarilli è anche un chiaro segnale politico ad Abbruzzese?

Non mi sembrea di avere colto questo. Credo che Adriano Piacentini voglia dire che il peso politico in questa provincia deve ssere ridistribuito. È giusto. Frosinone deve avere una sua centralità, soprattutto alla luce dei risultati ottenuti dall’ottimo sindaco Nicola Ottaviani. Anche questo ritengo che sia una cosa scontata.

 

Quale ruolo rivendica Frosinone?
Ci avviciniamo alla scadenza delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio e del Parlamento nazionale. Abbiamo bisogno di uomini e donne: sottolineo uomini e donne. È giusto che questo Partito lanci messaggi democratici a chi ha voglia di impegnarsi. Servono da un minimo di 7 ad un massimo di 11 persone che siano disposte ad impegnarsi per il territorio. E che dovranno essere collocate soprattutto in rappresentanza dei territori. Premiando la coerenza di chi ha avuto la costanza di rimanere con noi nei momenti di difficoltà, a differenza di chi ha fatto continuamente il turista. Ma bisogna anche tenere presente chela provincia di Frosinone non è fatta solo dal Capoluogo e da Cassino. Ci sono 91 Comuni. E dobbiamo essere bravi nel bilanciare le risorse. A prescindere dai ruli che giustamente vengono rivendicati.

 

Come sceglierete chi candidare in Regione, chi alla Camera e al Senato?
Se le disponibilità a candidarsi saranno inferiori al numero di cui noi abbiamo bisogno ci dovremo sforzare per convincere altri cittadini ad entrare. Se le richieste di candidatura saranno superiori, e auspico questo, non escludo che si possano fare le primarie per le candidature. A Frosinone abbiamo avuto la dimostrazione che sono state efficaci ed hanno portato ottimi frutti. Non vedo nessuna difficoltà nell’applicare questo metodo anche per individuare chi dovrà candidarsi alla Regione o al Parlamento.

 

Antonello Iannarilli verrà candidato?
Iannarilli è stato sempre nel Partito. Non mi risulta che sia mai stato iscritto ad un Partito diverso da Forza Italia. È vero che da un certo punto in poi ha assunto un ruolo di critica all’interno del Partito. Una critica che io non ho compreso ma che ho rispettato: perché il Partito non è una caserma.

 

Iannarilli continua a disertare le riunioni del Coordinamento, è stato accusato di non avere appoggiato il candidato del Centrodestra alle scorse Comunali di Alatri. Eppure lei lo riabilita: è questo che sta dando fastidio a Piacentini ed al gruppo di Frosinone?

Ognuno svolge il ruolo politico come meglio ritiene. Antonello ritiene che il suo comportamento sia lineare e chiaro: va rispettato. Non possiamo nascondere un fatto e cioè che lui è stato sempre uomo di Forza Italia fino dalla fondazione avvenuta nel 1993.

 

Pure Alfredo Pallone e Antonio Tajani hanno riallacciato i fili del dialogo: per l’ex coordinatore regionale Pallone aprireste una corsia speciale se volesse lasciare Alternativa Popolare?
Alfredo e Antonio non hanno mai chiuso i rapporti perchè sono due persone intelligenti. Sono due che hanno sempre diviso le scelte politiche dai rapporti personali. Il fatto che si siano salutati con grande affetto nei giorni scorsi (leggi qui ‘La nostalgia canaglia tra Pallone e Tajani’) è la testimijnza di quanto dico. Mi auguro che ci sia anche una convergenza politica tra Forza Italia ed Alfredo con i suoi amici, sia nella composizione delle liste che a livello nazionale. Si vince solo se si è uniti.

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