Abbruzzese nell’olimpo dei ‘volti nuovi’ sui quali punterà Berlusconi

Il leader di Forza Italia tenuto sotto osservazione per mesi dalla struttura del Partito. Ora Berlusconi ha deciso che sarà uno dei 'volti nuovi' sui quali punterà alle prossime elezioni. Verrà schierato alla Camera.

Il suo nome è lì: nell’olimpo dei volti nuovi ai quali si affiderà Forza Italia. Mario Abbruzzese è l’unico sopravvissuto tra i ciociari che più o meno un anno fa erano finiti sotto la lente del Partito. Ha superato tutte le selezioni senza saperlo, forse immaginandolo, ma mai dicendo una sola parola. E ora la sua foto e tutta la sua scheda fanno parte delle ‘novità’ azzurre sulle quali puntare. Lo certifica anche l’ultimo articolo di Tommaso Labate, uno che di politica ne mastica molta e con autorevolezza sulle pagine del Corriere della Sera.

L’analisi ha scandagliato ciò che accade nell’ombra, fuori dai circuiti dell’informazione ufficiale (e ufficiosa). Ha individuato i nomi nuovi del partito di Berlusconi che viaggiano nelle liste trasmesse da Arcore ai coordinamenti regionali e dai coordinamenti regionali ad Arcore.

Scrive che si tratta di

Un viaggio di andata e ritorno, insomma. Ogni profilo è composto da un curriculum, dalle foto, dalle eventuali segnalazioni a margine. E dentro tutto questo ci sono i volti nuovi che popoleranno le liste azzurre alle prossime elezioni, corredati anche dai collegi e dalle circoscrizioni che potrebbero vederli protagonisti.

 

Perché in quel dossier

Ci sono gli «eredi» come Nicola Bruno, figlio del parlamentare ed ex presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio Donato, morto due anni fa. E ci sono i parenti acquisiti come Pierantonio Zanettin, genero dell’avvocato Franco Coppi, che punta a rientrare in pista per archiviare l’esperienza al Consiglio superiore della magistratura, di cui è membro laico dal 23 settembre 2014. Poi ci sono i legali di fiducia come la salernitana Licia Polizio, che segue da anni Francesca Pascale. E qualche rampollo della meglio gioventù confindustriale come Vincenzo Caputo, già vicepresidente nazionale dei giovani imprenditori italiani.

 

E poi c’è Mario Abbruzzese. Già giovanissimo allievo della scuola politica della Democrazia Cristiana di Cassino, giovane consigliere comunale rampante in città, sopravvissuto egregiamente all’affondamento della balena bianca, rimasto in municipio grazie alla civica Forza Cassino, arrivato in Provincia ed eletto capogruppo del Popolo delle Libertà, dopo due anni consigliere regionale del Lazio e presidente del Consiglio Regionale, rieletto anche dopo il crollo di Renata Polverini.

 

Ma non sono queste note biografiche a comporre il dossier su Mario Abbruzzese. C’è molto altro. Si parla della capacità di mobilitare, delle frizioni risolte all’interno del Coordinamento, della scaltrezza nel chiudere le operazioni politiche. Luci ed ombre. Che nei mesi scorsi hanno convinto Silvio Berlusconi a dare un’occhiata da vicino a questo Mario Abbruzzese. Lo ha fatto salire ad Arcore insieme ad un altro gruppo di aspiranti da tutta l’Italia, senza spiegare nulla del vero obiettivo: guardarli e capire attraverso il suo straordinario fiuto, se anche ‘a pelle’ questo consigliere del Lazio poteva essere una scommessa sulla quale puntare.

 

La risposta è stata si. Al punto che sul Corriere ora si dice che

Nel Lazio, una delle regioni in cui il centrodestra si giocherà le chances di raggiungere la maggioranza assoluta, si lavora tantissimo ai collegi del maggioritario. Praticamente certi di un posto in lista sono i consiglieri regionali Mario Abbruzzese, che presidia la Ciociaria, e Franco Battistoni, quest’ultimo a Viterbo. Altro sicuro del seggio, stavolta in Toscana, l’ormai ex sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni.

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