Profughi il doppio binario di Anagni che mette il Pd provinciale con le spalle al muro

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

di Franco DUCATO
Conte del Piglio
(ma non) in Purezza

 

 

Il Comune di Anagni dice basta ai profughi lasciati senza fare niente nei punti d’accoglienza in città. Il Pd cittadino dice basta ai profughi. Del tutto. Una doppia operazione condotta su binari paralleli, nonostante il Partito Democratico sia l’ossatura della coalizione di governo. Perché allora le due iniziative non hanno viaggiato sullo stesso binario? C’è una divergenza di vedute tra la maggioranza del sindaco Fausto Bassetta ed il suo principale alleato? Analizziamo la situazione.

 

IL BINARIO AMMINISTRATIVO
L’amministrazione del sindaco Fausto Bassetta ha approvato una delibera di giunta, sulla base della normativa più recente. Prevede che i profughi, in cambio dell’ospitalità che ricevono ad Anagni, svolgano alcuni lavori di pubblica utilità. Per questo il Comune ha deciso di impegnarli nella sistemazione del verde pubblico, nella tinteggiatura di edifici pubblici ed interventi simili.

Accanto a queste attività ci sarà un progetto di integrazione. Mettiamo subito le mani avanti: ai profughi non viene dato un lavoro, togliendolo ai disoccupati anagnini. Mettere una scopa o una forbice da pota in mano a quei ragazzi è già una missione. Vengono da un mondo e da una mentalità nel quale a) Non esiste alcuna forma di organizzazione b) Non sanno come si usi una pala. Per mettere ancora più in chiaro le cose: negli anni Trenta, in Italia, tra le qualifiche professionali la più diffusa erano il Badilante e lo Zappaterra, cioè ragazzi capaci di tenere in mano una pala o una zappa. Insegnare le cose elementari significa accorciare quegli 80 anni di divario ed avviare una vera forma di integrazione: abituarsi ad avere un orario di lavoro, uno che ti organizza, una qualità da raggiungere.

 

IL BINARIO POLITICO
Allora perché nello stesso momento, il Partito Democratico, che fa parte della maggioranza Bassetta, lancia un segnale politico di portata dirompente?. Lo ha fatto scrivendo al prefetto Emilia Zarrilli. Chiedendogli di fermare l’invio di profughi ad Anagni.

Non è l’iniziativa di un iscritto. E’ il Pd al suo massimo livello a firmare. Il segretario cittadino Francesco Sordo, l’assessore al Bilancio Aurelio Tagliaboschi, i consiglieri Egidio Proietti, Maurizio Bondatti e Sandra Tagliaboschi hanno evidenziato che la città sta dando molto. Ma un invio di altri migranti – dicono – pregiudicherebbe la buona riuscita delle politiche di accoglienza.

L’arrivo di un numero di rifugiati maggiore, pregiudicherebbe la possibilità di integrazione. La città sta già dando molto, in una congiuntura sociale ed occupazionale negativa. Un eventuale maggior numero di profughi significherebbe difficoltà enormi nelle politiche di integrazione. Chiediamo che ciascuno faccia la sua parte in Provincia di Frosinone, secondo un sistema di corresponsabilità che deve vedere tutti impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione. Per questo ci rivolgiamo al Prefetto perché faccia tutto quanto è in suo potere”.

 

LA CHIAVE DI LETTURA
La lettera si presta a diverse interpretazioni. La più rapida è quella che porterebbe ad accusare il Pd anagnino di opportunismo politico. Nel momento in cui il principale Partito del centrosinistra fa sapere con una nota ufficiale che ha scritto una lettera al prefetto esprimere la propria “perplessità” sul possibile arrivo di nuovi rifugiati, si potrebbe pensare ad un tentativo di coprirsi dagli spifferi. Che, sempre più forti, arrivano da destra sulla questione.

In tal senso la città dei papi è un caso da manuale. Ad Anagni da tempo sono presenti alcune decine di migranti. Nel momento in cui sono arrivati hanno provocato un dibattito piuttosto vivace. Culminato, mesi fa, nella manifestazione degli esponenti di Casapound davanti alle camere dell’ex albergo che ospita alcuni di questi rifugiati. Allora, di fronte alla manifestazione, a far sentire la propria protesta erano stati proprio gli esponenti del centrosinistra locale Che avevano aspramente criticato l’atteggiamento degli esponenti di Casapound.

Tutto questo accadeva solo pochi mesi fa. Ora invece, d fronte alle voci di possibili nuovi arrivi (per ora solo voci) il Pd anagnino sente il bisogno di mettere le mani avanti. E di far presente che, insomma, Anagni è accogliente, ma è meglio non spingersi oltre.

C’è un calcolo dietro questa lettera? C’è forse la consapevolezza che davvero la corda è stata tirata al limite e che dunque è meglio non spingersi oltre? C’è la volontà di governare in qualche modo un nervosismo che, forse, sta cominciando a passare dalle frange estremiste al sentire comune?

La decisione di impiegare i profughi nei lavori per la città, autorizzerebbe a pensarlo. Sembrerebbe un modo per far vedere che questa gente contribuisce alla vita cittadina. Rendendo così meno plateale la distanza tra loro ed il resto della cittadinanza. Però non è possibile non notare almeno altre due cose.

1- La lettera del pd anagnino al Prefetto sembra smentire le dichiarazioni ufficiali di continua collaborazione tra la prefettura ed i comuni della provincia sulla vicenda. Ed anche in questo senso Anagni è una cartina di tornasole, stavolta di tutto il territorio. Al tempo delle prime polemiche, si disse che non c’erano contrasti tra i comuni e la prefettura. E che tutto avveniva in costante collaborazione tra le parti. La lettera del Pd invece, farebbe pensare ad un ordine che arriva dall’alto. Tanto, appunto, da costringere un Partito, quello di maggioranza, non solo in città, a dire “attenzione, siamo disponibili e solidali, ma fino ad un certo punto”.

2- La lettera, proprio perché scritta su carta intestata di un Partito politico e non su un foglio del Comune, firmata da amministratori ma nella loro veste di esponenti politici, evita di trascinare Anagni in una forma di imbarazzo politico. Non è l’istituzione Comune a dare l’altolà ad un’altra istituzione, mettendo in piazza lo sfascio organizzativo di questo Paese. Non crea una spaccatura istituzionale, dando elementi a quella parte politica che proprio sulle macerie dello sfascio sta costruendo il suo consenso, senza però avanzare proposte con cui rimetterle in piedi, quelle macerie.

3- La lettera mette al riparo, sotto il profilo etico, il sindaco Fausto Bassetta, che è uomo delle istituzioni e per suo rigore e coerenza morali, quelle istituzioni ha il dovere di difenderle evitando lo scontro politico.

4- Ma soprattutto, la lettera alla dottoressa Zarrilli fa pensare che il numero di arrivi, in città ed in provincia, possa essere al di sopra, molto al di sopra, di ogni aspettativa. Un tema che ha generato maretta anche in altri centri: Cassino (amministrata dal centrodestra) ha già detto basta da tempo, arrivando allo scontro frontale con la prefettura. Roccasecca è ricorsa al Tar. La lettera proietta il Pd anagnino su una dimensione provinciale: Maurizio Bondatti e Aurelio Tagliaboschi, per la prima volta dopo decenni, hanno fatto sì che il Pd anagnino sollevasse una questione sulla quale ora la Federazione Provinciale del Partito non potrà tacere. E tolgono il tema immigrazione dall’esclusiva proprietà del centrodestra. In tutta la Provincia.

5- Non ultimo: in questo modo Bondatti e Aurelio Tagliaboschi fanno irruzione nel dibattito politico provinciale, dimostrando a) di esserci b) di avere cose da dire a costo di rompere la calma apparente nella palude: Bondatti a piazza Grmasci, Tagliaboschi in città.

Proprio per questo non è stata un’operazione di facciata. Ma un gesto politico. Che non finirà con quella lettera.

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