Il Comune: «Via la Cisl dai suoi uffici». «E noi vi denunciamo»

Il Comune di Frosinone ordina alla Cisl di andare via dalla sua sede provinciale. Il sindacato risponde con un ricorso al Tar ed una denuncia penale.

Il Comune di Frosinone ordina alla Cisl di levarsi dai piedi. Non dal municipio. Ma dalla sede provinciale a due passi dalla villa comunale, in cui il sindacato si è trasferito da una trentina di anni.

La Cisl porta le carte ai suoi avvocati. E denuncia il Comune. Sia al Tribunale Amministrativo Regionale e sia in altre sedi.

 

LA PRATICA DI AGIBILITA’

Tutto comincia quando il segretario generale provinciale Enrico Coppotelli decide di sistemare ogni aspetto burocratico relativo alla sede.

Cosa c’è da sistemare? Come in tutti i Comuni italiani, molti uffici e studi professionali hanno realizzato la loro sede in edifici nati per essere un appartamento o una casa. Nel corso del tempo viene chiesto al Comune il ‘cambio di destinazione d’uso‘: cioè si comunica che dentro quelle quattro mura non c’è una famiglia ma lo studio di un avvocato, un geometra… Per ottenere quel cambio è necessario produrre una lunga serie di documenti: perché gli uffici sono aperti al pubblico e devono rispettare proprio per questo una serie di norme sulla sicurezza che in casa non sono obbligatorie.

La Cisl lo ha già fatto nel passato. Ma ogni anno le normative cambiano e siccome il segretario vuole che tutto sia in ordine, produce tutti i documenti richiesti dalle nuove norme.. E chiede al Comune il rilascio di un certificato di agibilità / abitabilità

La risposta del Comune? È l’ordinanza numero 541 del 2017. In cui c’è scritto:

«ad oggi, in Comune, non sono giunte note o documenti che dimostrano l’esistenza dei requisiti dell’agibilità, sono ormai abbondantemente trascorsi tutti i termini di legge, si ordina di sgomberare immediatamente i locali… fino a quando non verranno ripristinate le condizioni per il rilascio di un nuovo certificato di agibilità/abitabilità».

 

LA DENUNCIA DEL SEGRETARIO

La risposta della Cisl? È stato un ricorso al Tar. Seguito da una denuncia. Perché i documenti risultano consegnati al Comune dal 1991.

Il ricorso al Tar serve per impugnare l’atto. Ma la denuncia? Gli avvocati della Cisl stanno valutando se sussistano le condizioni per ipotizzare il reato di abuso d’ufficio. Legato ad «un accanimento senza eguali perpetrato nei confronti della Cisl».

Il caso verrà segnalato ai vertici regionali e nazionali.

 

LA STORIA

Sul Messaggero di oggi viene raccontata nei dettagli la storia di quegli immobili.

Furono acquistati dalla Cisl una trentina di anni fa. Erano «uso residenziale » ma poco dopo furono trasformati in «uso ufficio» (circostanza, anche questa, che il Condominio contesta). E il problema nasce proprio qui: in quel comprensorio (a due passi dall’ingresso della Villa Comunale) visto l’afflusso di utenti negli uffici Cisl, i parcheggi realizzati sono insufficienti.

Di conseguenza è nato un lungo e aspro contenzioso con il condominio adiacente.

«Ma questo problema – aggiunge Coppotelli – lo conosciamo perfettamente, tant’è che, per superarlo, abbiamo chiesto al Comune di utilizzare l’area verde che confina con noi. Lì, a pochi metri dai nostri uffici, oggi vi crescono rovi e arbusti; noi abbiamo offerto al Comune di bonificare (a nostre spese) l’intera area e di attrezzarla con giochi e parcheggi. Ovviamente di giorno quei posti-auto sarebbero a servizio dei nostri uffici;ma negli orari di chiusura sarebbero ad uso totale della città. Ebbene, malgrado i solleciti, il Comune non ci ha mai risposto».

Nel frattempo prosegue la controversia con il Condominio che, ottenuto il permesso dal Comune, qualche anno fa fece addirittura montare una sbarra per delimitare i parcheggi. Ma in seguito, dopo una serie di ricorsi e contro-ricorsi, il condominio ha rimosso la sbarra in attesa, però, che il Comune acquisisca l’area di accesso.

Il Tar del Lazio, infatti, ha ordinato al Comunedi Frosinone di procedere all’acquisizione della strada di penetrazione e dei servizi pubblici ad essa correlati.

Ma il Comune (manco a dirlo) non ha fatto nulla e, pertanto, non ha nemmeno ottemperato all’ordinanza del Tar.