E sua eccellenza domandò: «Ernesto, quanto mi costi?»

«Ernesto, ma quanto mi costi?» La domanda è stata posta in tarda mattinata da Sua Eccellenza il prefetto Emilia Zarrilli, incrociando lungo un corridoio il suo vice prefetto Ernesto Raio, dirigente dell’ufficio elettorale e spesso, come tutti i suoi pari grado, investito di funzioni da commissario prefettizio. Il dirigente ha pensato qualche attimo e poi: «Mi scusi, eccellenza?»

 

Il prefetto Emilia Zarrilli è celebre per la sua propensione al risparmio: attenta ad ogni centesimo, famosa per passare negli uffici del Palazzo di Governo, la sera, a controllare che tutte le luci siano spente. «Ma sì Ernesto, ho letto che a Pontecorvo hanno chiesto 52mila euro all’ex sindaco Riccardo Roscia perché tu sei andato lì a sostituirlo. Quanto ti sei fatto dare?»

 

Il dottor Ernesto Raio, borbonico di nascita ma svizzero di professione, non è noto per il suo senso dell’ironia. Almeno sul lavoro. Così, dicono dalla prefettura, dopo pochi minuti ha fatto uno squillo al telefono interno del prefetto: «Eccellenza, 18mila euro lordi per sei mesi, 1500 euro netti al mese, la stessa indennità che avrebbe percepito il sindaco se fosse rimasto in carica. Come prevede la Legge. Però abbiamo risparmiato tutti i soldi della giunta con gli assessori».

 

Nessun dubbio sul rigore del vice prefetto Ernesto Rajo. Il dibattito, spiegano dai corridoi, era nato sulla richiesta di 52 mila euro avanzata dal Comune di Pontecorvo al suo ex sindaco, per i danni creati a seguito dell’inchiesta nella quale era stato coinvolto. Roscia non intende pagare. E per questo è in corso la procedura di decadenza dalla carica di Consigliere. (leggi qui ‘Il Consiglio dice no: Roscia o paga o va fuori dal Comune)

 

Negli uffici si domandavano come si fosse arrivati a 52mila euro. Anche perché le cronache parlano di una richiesta legata anche al danno funzionale. Cioè  i costi affrontati dalla città per sostenere la spesa per il commissario prefettizio andato a reggere la città fino alle elezioni successive. Ma se Ernesto Raio è costato 18mila euro, e quelli sono i soldi che sarebbero spettati al sindaco, la spesa è stata pari a zero.

 

Quindi? In realtà la richiesta è stata avanzata ‘in via equitativa‘. È il principio giuridico secondo cui se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, viene liquidato dal giudice con valutazione equitativa. In pratica significa che l’ammontare viene quantificato secondo il prudente apprezzamento del magistrato, ossia tenendo conto del suo giudizio in relazione al caso concreto, secondo quanto lui ritiene equo, anche sulla base di nozioni di comune esperienza.

 

Il Comune di Pontecorvo ha formulato la sua richiesta tenendo conto di una serie d’elementi: il danno d’immagine, l’assenza di un rappresentante politico che con la sua presenza potesse incidere sulle scelte negli enti di cui fa parte (ad esempio Saf o Provincia), i maggiori costi, il danno funzionale.

Ma lo stipendio di Ernesto no. Quello non potranno reclamarlo.

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