Il fallimento del territorio (di A. Porcu)

Una lettera da Londra conferma le anticipazioni di Alessioporcu.it. Flexagon non intende investire nemmeno un solo dollaro sul salvataggio di altre fabbriche in provincia di Frosinone. Delusi da una politica inaffidabile e dalla burocrazia inefficiente

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il certificato del fallimento di un territorio sta scritto in cinque righe. È su carta intestata di una società finanziaria inglese: fondata da italiani che si sono spostati nella City, il cuore finanziario di Londra.

 

In quelle righe la Flexagon Capital Solutions LLP conferma quanto anticipato da Alesisoporcu.it . Ufficializza la sua decisione di non  portare ulteriori risorse finanziarie in un territorio che purtroppo non ha saputo dare certezze a progetti di investimento di grande potenzialità e prospettive economiche ed occupazionali. Traduzione: non investiremo più nemmeno un solo dollaro sulla provincia di Frosinone e sul Lazio.

 

Firmato Daniele Bartoccioni Menconi sulla base delle informazioni fornite da Francesco Borgomeo, presidente del terminale italiano di Flexagon. È gente che tra il primo caffè al mattino e la camomilla prima di andare al dormire la sera ha spostato qualche pacco di milioni d’euro da una parte all’altra del mondo.

 

Sono loro ad avere investito 15 milioni di euro ad Anagni per rilevare dal fallimento la ex Ceramiche Marazzi, rimetterla in attività. Scommettendo sulla gente e sul territorio. Ma anche sulle promesse dei politici e sull’efficienza della loro burocrazia.

 

È stato un fallimento. La fabbrica c’è, produce, ha riassunto tutti i lavoratori, sforna gres porcellanato su tre turni, qualità altissima, buona parte della produzione già venduta in anticipo. Ma la vera scommessa era un’altra: proiettare la provincia di Frosinone ed il Lazio in quello che nel resto d’Europa è una realtà chiamata Economia Circolare.

 

Cos’è? Un paio di esempi: prendere la pupù delle mucche e invece di spendere soldi per farla portare via, raccoglierla in un contenitore, lasciarla fermentare, raccogliere tutta la puzzetta che si crea e ricavarne metano. Prendere quei materiali che oggi finiscono in discarica e invece di sotterrarli, riciclarli trasformandoli in altro.

 

Nel caso specifico di Anagni: prendere le ceneri che si generano nei termovalorizzatori e invece si lasciarle interrare o spandere da ‘ndrangheta e camorra, ricavarne metalli che possono essere rivenduti, traformare ciò che resta in polveri da impasto per le ceramiche. Tutto codificato nero su bianco dall’Unione Europea, fatto altrove. Ma non nel Lazio.

 

È pericoloso? Si può fare? Ci sono rischi per la salute? Ci sono controlli che volete fare? Limiti che volete imporre? Controllori che volete inviare?

 

Quando Saxa ha chiesto un’autorizzazione ambientale sono trascorsi 4 anni per ottenere risposta. Quando è stato avviato l’iter per lavorare le ceneri sono passati oltre 800 giorni per avere una risposta che non era né un si né un no.

 

L’altro giorno è stato chiesto a Flexigon di pilotare un’operazione simile a quella fatta con Saxa ad Anagni per salvare anche la Ideal Standard di Roccasecca, Francesco Borgomeo ha scritto una relazione in cui dice no. No perché lui è stato lasciato con il cerino acceso in provincia di Frosinone ed i suoi partner a Londra non hanno nessuna intenzione di scottarsi le dita. Investire quei soldi a Kragujevac in Serbia forse avrebbe fruttato meno: ma in 2 giorni (non in 4 anni) una risposta, un si ma anche un no, sarebbe arrivata. Non ci si può fidare di questo territorio, dice la relazione.

 

Ha un nome preciso la tomba nella quale abbiamo seppellito gli investitori stranieri con i loro dollari e le loro sterline rastrellate sui fondi pensione di mezzo mondo. Quella tomba l’abbiamo scavata con l’inefficienza della nostra burocrazia. Che rende inaffidabile la nostra politica: incapace di riformare questo sistema. Impreparata e per questo inadatta a prendere decisioni. Per questo scarica tutto sui burocrati. Per questo non li governa.

Una politica che per anni ha pompato soldi nel sistema dell’informazione solo per accendere i riflettori su se stessa e sulle sagre più improbabili: dalla pizza alle salsicce, dai broccoli alle passerine. Ma non per creare una coscienza moderna nell’elettorato. Anzi, tenendolo ben lontano dai veri problemi ed i temi attuali di questo Paese.

 

Peccato che in quella tomba ci siano finite anche le prospettive di salvezza di Ideal Standard e decine di altre fabbriche quelle quali invece Flxagon era pronta ad investire.