Quadrini a cena con Fiorito: per arginare Abbruzzese?

Il segnale d’allarme è arrivato. Nitido e distinto. La promessa di ucciderlo politicamente fatta da Mario Abbruzzese dietro le quinte di Teleuniverso (leggi qui ‘Abbruzzese vs Quadrini: «Pezzo di merda, ti farò un culo così») ha preoccupato molto Gianluca Quadrini. Sa che è solo una questione di tempo.

Così ha cercato di prenderne il più possibile. E nello stesso tempo ha cominciato a rinforzare i suoi confini.

 

IL CONFRONTO AL COORDINAMENTO

Per guadagnare tempo, Quadrini ha cercato un confronto diretto con Abbruzzese. Lo ha fatto a margine della riunione del Coordinamento Provinciale di Forza Italia, convocato in una delle sale del Cesari a Frosinone per l’analisi del voto di domenica.

Durante i lavori, senza che nessuno avesse toccato l’argomento, il capogruppo alla Provincia ha detto «Basta con questa storia delle divisioni, Forza Italia è una sola. Chi dice il contrario sta solo cercando di allontanarci».

Poi, al termine del Coordinamento, Quadrini ha chiesto ad Abbruzzese di poter parlare in privato. Cosa si siano detti in quella stanza lo sanno solo loro. Chi era nel corridoio non ha sentito gridare: né l’uno né l’altro. Qualcuno però giura che Abbruzzese abbia confermato a Quadrini le sue accuse: “Ad Arpino, durante la cena con (…) hai detto che io sono finito, tra poco non conterò più niente. Non m’interessa che hai parlato male di me: renditi conto che così però hai messo in discussione l’unità del Partito. Solo se remiamo tutti nella stessa direzione c’è qualche possibilità di arrivare. Ti avevo detto che c’era spazio per tutti: che bisogno c’era di provare a spaccare?. Mi hai deluso umanamente, perché io e te c’eravamo parlati una settimana prima. Ed avevamo stabilito determinate cose“.

La difesa di Quadrini pare che sia stata “Io non ho messo in discussione un bel niente. Ho semplicemente detto che ero disposto a candidarmi dovunque il Partito, cioè tu, avessi deciso. E che non avrei avuto problemi nemmeno se mi avessi detto di candidarmi alla Regione insieme a te“.

Una pietra sopra ce l’hanno messa. Resta da vedere se sotto la pietra ci sarà anche uno dei due.

 

A CENA CON FRANCONE

Solo un’ora dopo Coordinamento, Gianluca Quadrini è stato a cena. Con quello che è stato uno dei migliori strateghi del centrodestra. Si è messo a tavola con Franco Fiorito: il più giovane Federale del Movimento Sociale Italiano, già coordinatore provinciale del Popolo delle Libertà, sindaco di Anagni, consigliere regionale del Lazio e capogruppo part time alla Pisana fino a quando la Finanza ha momentaneamente interrotto la sua carriera.

Doveva essere un incontro riservato. Organizzato sul tardi, in modo da non avere occhi indiscreti addosso. Ma un sms di troppo però ha fatto scattare i sospetti nei cronisti più vecchi. Quadrini e Fiorito hanno cenato da Leone ad Arce. E parlato per ore. Fino alle 2 della notte. Strategie politiche, consigli su come parare i colpi bassi, avvertimenti.

Sono quelli che servono a Quadrini da quando ha perso la bussola di Adriano Roma: numero 2 del PdL ai tempi di Fiorito e suo successore (seppure per una sola seduta) in Regione. Prima affiatati, ora sfiatati: Roma e Quadrini adesso si telefonano molto meno. Quasi per niente. Colpa della strada politica scelta su Ceccano da Quadrini: sembra che gli impegni con Roma fossero altri.

Il coinvolgimento di Franco Fiorito rientra in una strategia precisa. Tentare di attrarre almeno una parte dei voti dell’ex capogruppo, evitare che si disperdano. Tenerli in Forza Italia e puntellare così il consenso nelle aree dove – ha scoperto Quadrini con le scorse provinciali – ancora gli manca più di qualche preferenza.

Ma senza allarmare Mario. Senza sconfinare nel suo terreno elettorale. Lo scontro, se lo faranno, sarà al momento opportuno. E sarà all’ultimo voto.

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