Furbate da dizionario: com’è finita l’udienza sui conguagli Acea?

Ci sono due storie diverse sull’udienza che si è tenuta l’altro giorno al Consiglio di Stato sul caso Acea: quella nel corso della quale bisognava decidere se sospendere la stangata che è arrivata sulle nostre bollette, i 75 milioni di euro spalmati in diverse comode rate bimestrali a causa del fatto che i sindaci a suo tempo non decisero la tariffa alla quale bisognava pagare l’acqua. La decise un giudice, fece i conti e ora paghiamo un po’ alla volta 75 milioni.

Com’è andata quell’udienza? La prima versione è firmata da Cesidio Vano  giornalista di punta de La Provincia Quotidiano, uno dei pochi che ancora oggi ha la pazienza per andare a cercare i pezzi di carta, li trova, li sa pure leggere. E domenica (leggi qui il precedente) ha scritto:

Nessuna sospensiva. Si andrà direttamente nel merito. Il Consiglio di Stato ha esaminato lo scorso 19 gennaio, in camera di consiglio, la richiesta avanzata dall’Ato5 di Frosinone di sospendere, in attesa del pronunciamento di merito sull’impugnativa, gli atti che riconoscono al gestore idrico Acea Ato5 Spa, 75.180.000 euro di conguagli per il periodo 2006-2011 durante il quale la Conferenza dei sindaci dell’Ato non ha fissato le tariffe da applicare agli utenti.

A stretto giro è arrivato il chiarimento del presidente della provincia Antonio Pompeo (leggi qui il chiarimento) che le carte dei tribunali le sa leggere, essendo lui stesso un avvocato. Riferisce le parole riportate dall’avvocato incaricato di rappresentare i Comuni in quell’udienza:

«Il Presidente della Sezione V del Consiglio di Stato ha fatto presente che la complessità delle questioni giuridiche e tecniche oggetto dei numerosi motivi di appello richiede una trattazione più ampia, non adatta alla fase cautelare che invece presuppone una cognizione sommaria; ha quindi proposto di fissare l’udienza di discussione del merito per il 7 aprile prossimo, rinviando a tale data anche la sospensiva”

Tutto chiaro? Per niente. In tarda serata appare sulla scena una nota del dottor Paolo Saccani: è il direttore di Ace Ato 5, uno che in Toscana viene considerato tra i top manager nella gestione delle acque. Anche lui, come ha fatto il presidente Pompeo, ha parlato con il legale che assiste l’azienda nella controversia 9796/2015 di fronte al Consiglio di Stato. Il quale gli riferisce:

La richiesta di sospensiva in merito alla causa 9796/2015  Acea Ato5 / AATO5, è stata respinta perché il Presidente della V Sezione del Consiglio di Stato ritiene necessario trattare la vicenda complessivamente nel merito.

Insomma, doppio salto mortale e ritorno alla casella precedente senza passare dal via.

E’ stata respinta oppure è stata solo rinviata questa accidenti di sospensiva? In pratica: nei casi molto complessi, come questo dei maxi conguagli, in genere i giudici ritengono opportuno esaminare le cose in maniera approfondita senza limitarsi ad una prima lettura in sede di sospensiva; anche perché congelare i conguagli aprirebbe una serie di scenari ai confini del caos amministrativo: e le somme già versate in bolletta? Devono essere resstituite? E se poi, nel merito, scopriamo che davvero bisognava versarle che si fa, bisogna versarle una seconda volta, ricalcolando gli interessi? Un caos più grosso di quello che si andrebbe a sanare. Quindi? Se un avvocato percepisce queste perplessità, piuttosto che avere un pronunciamento negativo dai giudici rinuncia alla sospensiva e consente di accorpare le due questioni, sospensione – merito, in un unica udienza ma ravvicinata.

In soldoni, comunque la si voglia mettere, agli utenti cambia nulla: le rate dei 75 milioni, in entrambi i casi, restano nella bolletta.

Ma apre un caso politico: scrive sul numero odierno de La Provincia sempre Cesidio Vano:

Più che gli atti, però, qui si leggono le lettere degli avvocati. Dei propri avvocati. (…)  Ad ogni modo, l’abbinamento al merito disposto il 19 gennaio – ma il presidente in quanto avvocato può insegnarcelo – ha necessitato anzitutto del benestare del ricorrente (cioè l’organo che rappresenta i sindaci). E’ corretto dire allora che, per la seconda volta, giunti al pronunciamento sulla sospensiva, si è voluto o dovuto (per non ‘sbandare’) percorrere altra strada? Il vantaggio almeno è stato quello di avere la fissazione a breve del merito.

Resta però il fatto che di questa vicenda, se non fosse stato per La Provincia Quotidiano, i sindaci e i cittadini non avrebbero saputo nulla. Forse se ne sarebbe parlato dopo il 28 gennaio. Forse. Esattamente quello che è già accaduto in merito alla richiesta di fusione tra Acea Ato2 e Acea Ato5, giunta sul tavolo di Pompeo il 23 dicembre e lì rimasta fino al 14 gennaio, quando si è riunita la Consulta, nonostante questo giornale avesse segnalato l’iniziativa di Acea il 28 dicembre, senza che nessuno dall’Ato sentisse il bisogno di dire nulla. Ci sono cose di cui a Pompeo non piace parlare. Ne prendiamo atto.

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