Se Carlo snellissimo inizia a sentirsi stanco… (di M. Molisani)

Foto: copyright Michele Di Lonardo

La cronache dal palazzo Comunale di Cassino, intercettate dal grande orecchio del cavalier Mario Molisani. Se il sindaco è stanco e nessuno ha un progetto...

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

IL GUERRIERO STANCO

È stanco CMD’A, al secolo Carlo Maria D’Alessandro, sindaco di Cassino per grazia di Dio e volontà di Mario Abbruzzese.
È tanto stanco. Il suo sguardo spesso è perso nel vuoto. Non sembra lucido, i capelli, quelli rimasti sul suo possente cranio, sono ormai tutti grigi. Non c’è più traccia di quella serenità che lo contraddistingueva un tempo nemmeno troppo lontanto: l’inizio del suo mandato. Appare invecchiato.

Ai più affezionati sembrerebbe, infatti, che Carlo non più snellissimo D’Alessandro abbia confessato: «Sono stufo! Devo sempre correre a mettere le pezze ovunque. In questa amministrazione c’è pochissima competenza». Ormai si rifugia in uno stanzino del municipio e in solitudine sbriga lì le pratiche senza che nessuno venga a disturbare la necessaria concentrazione.

Nel mirino del sindaco c’è anche il vice sindaco in pectore Benedetto benedettino Leone: «Lavora, sta in Comune dalla mattina alla sera. Ma potrebbe evitare di “sfrucugliare la Mazzarella” sui social con concetti che attirano solo critiche e aizzano chi sta contro di noi».

 

IL NATALE DELLA DISCORDIA

A far scottare per l’ennesima volta CMD’A, comunque, è stata l’organizzazione delle festività natalizie, di cui ad oggi non si conosce un programma. Qualcuno giura di aver sentito Carlo non più snellissimo D’Alessandro dichiarare le seguenti parole: «In due non sono stati capaci di organizzare qualcosa come si deve».

Il riferimento è rivolto all’assessore alla Cultura Nora non so che ci faccio qui Noury e al consigliere Gianrico riccioli d’oro Langiano da tempo nominato “tutore”, ed è tutto dire, del membro di giunta in quota Fratelli D’Italia.

In sostanza sembrerebbe, a quanto rivela CMD’A ai più intimi, che i due non avrebbero prodotto alcunchè e che lo stesso primo cittadino è dovuto intervenire, senza nessun effetto palese fino a questo momento, per riuscire a rimediare qualche sponsor allo scopo di organizzare almeno un paio di eventi degni di nota per il periodo natalizio ed evitare aspre critiche da ogni dove.

 

DIVIDE ET IMPERA

Mentre Carlo non più snellissimo sbuffa accade però molto altro.

Nelle lunghe tavolate, organizzate dal factotum, Benedetto benedettino Leone nella sua Santa Locanda e presiedute da M.A. al secolo Mario Abbruzzese prossimo alla candidatura in tutto l’elegibile umano, ma con il sogno di succedere a Dom Donato Ogliari alla guida dei monaci di Montecassino (leggi qui), i commensali per di più amministratori o mariti di amministratrici cominciano a palesare mal di pancia: «Il sindaco è un solista, non riesce a fare squadra ed ha dei forti limiti caratteriali. Non si può urlare in faccia alla gente, indistintamente, quando si fa politica».

Insomma il temperamento e a detta di qualcuno anche il limitato savoir faire di CMD’A sono sotto accusa.

Mario Abbruzzese ascolta serafico e se la ride sotto i baffi. In un anno e mezzo non si è formata una vera squadra di lavoro a palazzo De Gasperi e lui di certo non ha facilitato i compiti: “Divide et imperat” dicevano i latini e la pensa così anche l’Abbruzzese. Perché uno dei migliori espedienti di una “tirannide” per controllare la situazione e governare incontrastato un popolo è dividerlo. Provocando allo stesso tempo rivalità e commentando discordie.

 

DUE LATI DELLA STESSA MEDAGLIA

M.A. attende, quindi, che anche la cameriera dica la sua e poi sibila: «Il problema di Carlo è che non ha un progetto per questa città, voi stessi non avete un progetto per Cassino. Quindi che vi lamentate a fare. Siete i due lati della stessa medaglia». Silenzio. Nessuno può replicare al Commander in chef.

 

IN VIAGGIO PER INCORONARE LA MADONNINA

Come ogni “famiglia” che si rispetti per le feste però tutti si riuniscono e così eccoli dietro al vescovo giù per il corso per raggiungere la madonnina. CMD’A in silenzio scortato dalla sua corte capitanata dal DiVino Secondino, presidente del consiglio comunale, e al seguito maDonna Calvani, il capigliuto Gianrico riccioli d’oro Langiano e tutti gli altri è sembrato un cecchino esausto.

Forse, tra i pensieri del gigante con lo zaino, il desiderio di una grazia per ricevere un Natale adeguato alla sua cittadinanza…. Ben altri i pensieri del suo seguito, già intento a fare i conti con un’elezione che con le renne ha ben poco a che fare.

Ancora una volta CMD’A era un uomo solo nella folla.