La grande trappola per Serena: così hanno fatto l’assessore

Dietro le quinte dell'intesa che ha portato alla nomina dell'assessore 'in famiglia' a Sora: un cellulare spento, un viaggio imprevisto a Roma. Per sbarazzarsi della Coordinatrice azzurra. Che ora minaccia la sospensione

La grande trappola alle spalle di Serena Petricca è scattata ieri mattina. Una trappola politica. Per nominare il nuovo assessore comunale di Sora senza che lei potesse impedirlo, senza che potesse calare il suo veto. Perché lei avrebbe potuto: è il Coordinatore del Circolo di Sora di Forza Italia, rappresenta l’ala ufficiale del Partito, sta nell’area della maggioranza interna che fa riferimento a Vittorio Di Carlo ma lealmente alleata a Mario Abbruzzese, non sta con l’ala dissidente che si riconosce in Gianluca Quadrini.

Ma Serena era di troppo. Se fosse stata tra i piedi avrebbe impedito la nomina ‘in famiglia‘ fatta nella mattinata dal sindaco di Sora Roberto De Donatis. Lei non avrebbe avvallato la scelta che ha portato a nominare assessore Silvia Ucciero, coniugata Taglialatela, cioè consorte del tabaccaio Mariano Tagliatatela sul quale era stato posto il veto politico. (leggi qui La giunta? Affare di famiglia. Mai Taglialatela assessore. Allora nominano la moglie )

Una farsa tutta all’italiana: l’assessore Stefano Lucarelli si dimette dopo un sms che potrebbe creare imbarazzo (leggi qui), i nuovi equilibri maturati in maggioranza assegnano la poltrona a Forza Italia, Alessandro Mosticone – anima di Forza Italia non dialogante con Serena Petricca – indica il suo amico Mariano Tagliatatela (leggi qui), il sindaco dice no perché manca della necessaria esperienza (leggi qui), Forza Italia gli manda un segnale lasciandolo solo alla cerimonia del IV novembre (leggi qui), tutti salvano la faccia nominando assessore la moglie di Tagliatatela (Leggi qui).

E Serena, la Coordinatrice del Partito, in tutto questo dov’era?

 

LA GRANDE TRAPPOLA

Chi era presente la ricostruisce così. Trovata l’intesa sul nome di Silvia Ucciero in Tagliatatela, bisogna sbarazzarsi per qualche ora dell’ingombrante presenza della Coordinatrice cittadina di Forza Italia.

Scatta la trappola. Alessandro Mosticone spegne il cellulare. È introvabile. Una chiamata raggiunge Serena Petricca, all’oscuro dell’intesa. Dal municipio le chiedono, trafelati, se abbia notizie di Mosticone. Lei risponde “E perché lo chiedete a me?”. Perché le abbiamo tentate tutte ed è introvabile. E allora? “Doveva andare a Roma ad un tavolo di concertazione in Regione, non possiamo mancare: qualcuno del Comune deve esserci. È un esponente in quota a Forza Italia e quindi deve andare uno di voi. Vai tu”.

Disciplinatamente, Serena si mette in macchina e raggiunge Roma. Partecipa al tavolo tecnico.

Nel frattempo a Sora si riuniscono e fanno l’assessora.

 

L’IRA DI SERENA

Serena Petricca non è sciocca. Una volta rientrata a Sora scopre la ricomposizione della giunta. fatta in sua assenza. Mette in fila gli indizi: non ha bisogno di altre prove. Capisce che c’è stato un trappolone.

Prende carta e penna. E scrive. Scrive al Coordinatore Provinciale Pasquale Ciacciarelli pro forma, serve al dominus Mario Abruzzese pro substantia.

Pretende un chiarimento, immediato. Disconosce l’operazione politica: minaccia di lasciare il Partito e parla di immediata sospensione dalla carica di Coordinatore.

 

E QUELLA DEGLI ALTRI

Serena non è l’unica ad essere arrabbiata in Forza Italia. Un altro è l’ex presidente del Consiglio Comunale Giacomo Iula. Per giorni ha negato la sua disponibilità a fare l’assessore: in questi giorni nessuno però glielo ha chiesto. E c’è rimasto male proprio per il fatto che nemmeno una sciacquata di faccia sia stata tentata. Se glielo avessero proposto lui dice che avrebbe risposto no, ma nel dubbio che dicesse si manco glielo hanno domandato.

Anche Vittorio Di Carlo è stato tenuto ai margini, Serena avrebbe voluto che fosse coinvolto.

Gli unici due che si sfregano le mani sono Roberto De Donatis (che ha rappezzato la giunta e tenuto la maggioranza). E Gianluca Quadrini (pronto ad abbracciare e consolare gli scontenti).