La storia dimenticata di Pasquale Rotondi in una grafic nouvelle (CulturE)

Pasquale Rotondi fu tra i protagonisti quasi sconosciuti di una pagina fondamentale per il salvataggio delle opere d'arte durante la Seconda Guerra Mondiale. Una grafic nouvelle dell'Artistico ne ricorderà l'impresa.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

«Pasquale Rotondi era un intellettuale che amava servire la cultura, piuttosto che servirsene»: definizione di Giulio Carlo Argan, critico d’arte, politico e docente italiano, primo sindaco non democristiano di Roma Capitale.

 

Ad Arpino, la sua città natale, gli è stato dedicato un largario proprio all’ingresso del paese, non a caso vicino la casa che ha dato i natali al cavalier d’Arpino, il Giuseppe Cesari. Non a caso, perché quest’uomo piccoletto di statura, docente di Storia dell’Arte, sovrintendente delle Belle Arti, ha salvato durante la Seconda Guerra Mondiale circa 10mila opere. Le ha sottratte al saccheggio dei nazisti, alla distruzione, ai bombardamenti. Ha impedito che divenissero bottino di guerra.

 

Con pochi mezzi, con pochi uomini, rischiando la propria vita per salvarle. Scelse dapprima la rocca si Sassocorvaro, il palazzo del principe Capegna. Arrivò a nascondere sotto il letto nella casa sua in campagna ‘La Tempesta‘ del Giorgione. Tra spostamenti continui e fughe rocambolesche, tutte annotate con precisione su un diario. Dal quale Salvatore Giannella e Pier Damiano Mandelli hanno tratto il libro L’Arca dell’Arte; da lì è derivato un film intitolato La lista di Pasquale Rotondi: prodotto da Rai Educational e dalla Comunità montana di Montefeltro, diventato una puntata della trasmissione di Giovanni Minoli La Storia Siamo Noi.

 

Ha continuato a salvare l’arte anche dopo la guerra. Pochi sanno che fu tra i protagonisti dopo l’ alluvione a Firenze.

 

La sua storia è rimasta sconosciuta per più di quarant’anni. È venuta alla luce solo a metà degli anni Ottanta quando la rivelò Oriano Giacomi, sindaco di Sassocorvaro: scoprì che nella rocca era stata scritta questa grande pagina e decise di andarlo a cercare. Solo da quel momento è arrivata l’epoca delle medaglie: perché fino a quel momento, a lui neanche un grazie era stato dato. Nel 1986 arriva la cittadinanza onoraria di Urbino.

 

Pochi anni di gloria. Nel 1991 un motociclista a Roma lo investe. Muore il 2 gennaio di quell’anno.

 

Un premio dal 1997 in sua memoria è destinato ai ”salvatori dell’ arte”. Ovviamente la nostra terra è sempre poco generosa con i suoi figli ed è distratta. Questa storia andrebbe inserita nei libri di storia delle scuole superiori. Ho consultato almeno 30 manuali in uso nelle secondarie: neanche un trafiletto. E siccome mi piace l’ impossibile ho coinvolto studenti e qualche prof del liceo Artistico per realizzare una grafic nouvelle dedicata ”al salvatore del bello”.

 

Per provare, come fece lui, a servire la Cultura.