La tela di Zingaretti che fa rinascere l’Ulivo

Ha il quadro chiarissimo Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. Le sue avversarie tra pochi mesi saranno quasi sicuramente Giorgia Meloni per il centrodestra e Roberta Lombardi per il Movimento Cinque Stelle. Entrambe cercheranno di cavalcare l’onda nazionale.

La leader di Fratelli d’Italia sa che per fare il sindaco di Roma c’è tempo e che una vittoria nel Lazio ha sempre uno straordinario significato politico. Fra le altre cose è l’unica al cospetto della quale Forza Italia non porrebbe problemi.

Il Movimento Cinque Stelle muoverà ogni pedina nel Lazio e infatti non è un caso che Zingaretti sta pensando seriamente ad elezioni anticipate. Vuole evitare di andare al voto insieme alle Politiche con Renzi nel mirino. E poi in questo modo la Lombardi, parlamentare, non potrebbe concorrere secondo lo statuto penta stellato.

Sul piano interno Nicola Zingaretti non farà alcun passo indietro, neppure di un millimetro. La coalizione di centrosinistra non si discute: se a Matteo Renzi non sta bene, il Governatore non sarà della partita.

Alle primarie ha sostenuto Andrea Orlando e adesso, anche per i mal di pancia di Dario Franceschini, ha ulteriormente rinsaldato l’asse con il senatore Bruno Astorre. In più a un “patto di sangue” con il vicepresidente Massimiliano Smeriglio, di Campo Progressista. L’alleanza sarà larga e comprenderà anche i dalemiani di Mdp, il Psi, Possibile e tutte le forze di sinistra che lo hanno già sostenuto cinque anni fa.

Nicola Zingaretti però sta lavorando con grandissima attenzione anche ad intese con liste civiche locali, forse riunite sotto un unico simbolo. A Frosinone, per esempio, dialoga senza problemi con Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi. Entrambi nel Pd, ma entrambi pronti a sostenerlo in un ambito civico.

La sconfitta alle comunali di Roma ha convinto Nicola Zingaretti che più i vertici nazionali stanno lontano dalle elezioni locali meglio è. Di come è stata liquidata l’esperienza di Ignazio Marino Zingaretti non ha condiviso nulla, soprattutto la strategia e la gestione di Matteo Orfini. Quel Matteo Orfini al quale si richiama l’assessore Mauro Buschini.

Il Governatore vuole tutti in campo, ma non ci saranno trattamenti di favore per nessuno. Nella lista del Pd non ci sono per Antonio Pompeo e Marino Fardelli contemporaneamente? Uno dei due potrebbe candidarsi nella civica del presidente. O nel listino, che non verrà abolito. Il rapporto privilegiato con Bruno Astorre potrebbe portare anche Simone Costanzo a concorrere.

Nicola Zingaretti non accetterà veti. Nemmeno da Matteo Renzi.

Roberta Lombardi e Giorgia Meloni sono avversario ostiche. Si possono battere con l’idea dell’Ulivo, quella di Romano Prodi, quella che fa venire l’orticaria all’ex rottamatore.

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