Lo scisma di Gallinaro: dalle false apparizioni, alla svolta di Woijtila, alla scomunica

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il gruppo del Bambino Gesù di Gallinaro era sotto osservazione da vent’anni. Alla prefettura della Congregatio pro dottirina fidei nel territorio della Città del Vaticano, sono arrivati vari rapporti e da più parti d’Italia. Li hanno spediti i vescovi che si sono succeduti nella sede di Sora, l’arcivescovo di Campobasso, l’arcivescovo metropolitano di Salerno – Campagna – Acerno, il responsabile nazionale del Gris – Gruppo di Ricerca Sociale e Religiosa.

Tutte quelle relazioni hanno un comune denominatore: esprimono preoccupazione, con toni sempre più allarmati a mano a mano che passano gli anni. Riferiscono di un fenomeno in continua crescita e soprattutto in trasformazione.

Nulla a che spartire con quanto accadeva dal 1975 quando a Gallinaro – si ricostruisce in quei rapporti – venne edificata una piccola cappella. La fece realizzare la mamma di Giuseppina Norcia, sostenendo che lì nella lontana primavera del 1947, a due giorni dalla prima Comunione, la figlia ebbe un’apparizione; mentre giocava, vide un Bambinello scendere dal cielo. In principio, le due donne organizzarono un gruppo di preghiera che recitava il rosario. Sul cancello d’acceso alla struttura era ben visibile un cartello: “Qui non si accettano offerte”.

Poco alla volta iniziarono ad arrivare sempre più persone. E più di qualcuna iniziò a consegnare ex voto per grazia ricevuta, sostenendo di avere ritrovato a Gallinaro la pace interiore e la via per la Fede. La Curia di Sora non rimase a guardare: nominò un osservatore permanente nella persona di don Alberto Mariani, esorcista della diocesi, al fine di prevenire ogni seme di fanatismo e di contaminazione.

I rapporti tra Gallinaro e Chiesa iniziano a compromettersi all’inizio del nuovo millennio. In Curia c’è il vescovo Luca Brandolini che si pone di traverso sulla strada di Gallinaro e lo fa in maniera molto chiara, con motivazioni di teologia e dottrina. Gli salta la mosca al naso quando gli viene riferito che al Bambinello chiamano la loro struttura ‘Nuova Gerusalemme’. «Questo no!» pare abbia tuonato padre Luca ammonendo «E’ in contrasto con le Scritture». Tenta di farlo comprendere a Giuseppina ed ai suoi familiari don Alberto che è stato da sempre il tramite che la diocesi. Ma questa volta senza successo.

Nel 2001 si consuma la rottura ufficiale con la Chiesa. A capire che c’è qualcosa fuori posto è papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Frosinone su invito dell’amico vescovo Salvatore Boccaccio. Tra la moltitudine di persone e striscioni, il futuro Santo ne nota uno che inneggia alla “Nuova Gerusalemme di Gallinaro”. Nel giro di pochi giorni arriva una risposta tanto inaspettata quanto ufficiale ed energica: viene recapitata una Notificazione, cioè un atto ufficiale con cui il Vaticano, per il tramite del suo Ordinario del Luogo monsignor vescovo Luca Brandolini porta a conoscenza dei fedeli che nessun avvenimento soprannaturale è mai avvenuto a Gallinaro. Il Papa mette in chiaro che il bambinello lo ha visto solo Giuseppina e non ha nulla a che spartire con il Bambin Gesù. Il vescovo vieta la celebrazione di Sante Messe nella Cappellina e per nome della Chiesa di Roma disconosce i ‘messaggi’ lì raccolti e che si ritenevano trasmessi dal Signore a Giuseppina. In ultimo vengono sconfessati tutti i gruppi di preghiera nel frattempo costituiti.

Un provvedimento che rallenta la diffusione del culto in provincia di Frosinone. All’improvviso i devoti arrivano Campania: si contano migliaia di fedeli provenienti ogni settimana in autobus da Fisciano, Montoro, Mercato San Severino e Castel San Giorgio (tutte in provincia di Salerno).

La situazione – cambia nel 2008 quando Giuseppina Norcia muore. Diventa centrale la figura del genero Samuele. In una delle relazioni giunte alla Congregatio pro dottirina fidei si riferisce «Alle LL Eccellenze Reverendissime che (…) il movimento ha assunto posizioni totalmente negative. Gli animatori del Gruppo, presente sul territorio nazionale e particolarmente in Campania e Lazio, sostengono che il Signore Gesù Cristo non è presente nell’Eucaristia, né con la Sua grazia nei Sacramenti, né nella Chiesa cattolica (…) Si registrano posizioni ostili ai sacerdoti cattolici, a Sua Santità il Papa ed alla Chiesa (…) Risulta venga predicato che i Comandamenti ed il Vangelo sono superati (…) Sembra delinearsi fra di loro un qualche culto della personalità del leader del Gruppo, Samuele Morcia». A sostegno di queste relazioni ci sono le posizioni individuali espresse da alcuni fedeli, secondo i quali che la messa non ha più alcun valore. Samuele, invece, è la via, la verità, la vita.

A Gallinaro inizia la costruzione di un immobile destinato all’accoglienza dei pellegrini. Se ne occupa la Onlus “Casa Serena del Bambino Gesù” che fa riferimento agli eredi di Giuseppina. A finanziarla sono i gruppi di preghiera ed i singoli fedeli: i soldi vengono raccolti, regolarmente ed ufficialmente, tramite conti correnti bancari e postali per le donazioni. E viene fatta richiesta di accesso ai benefici del 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi. Negli anni dal 2006 al 2012, la “Casa Serena” ha raccolto oltre 305.000 euro attraverso le dichiarazioni dei redditi di 2500 contribuenti; si tratta di benefattori dalla posizione sufficientemente agiata, stimati professionisti, medici e avvocati di primissimo piano. Il cartello ‘Non si accettano donazioni’ che Giuseppina aveva fatto mettere sul cancello non esiste più.

Si contano centinaia di bus che ogni anno raggiungono i luoghi di preghiera del Bambinello di Gallinaro, migliaia di devoti che partono ogni settimana da Fisciano, Montoro, Mercato San Severino e Castel San Giorgio (tutte in provincia di Salerno); viene organizzata a Cercola (diciottomila abitanti nella cintura metropolitana di Napoli) una riunione settimanale nel palazzetto dello sport, affittato per ospitare i devoti della Nuova Gerusalemme.

Il punto di non ritorno viene raggiunto il 4 ottobre 2015. E’ una domenica ed il gruppo denominato ‘Bambino Gesù di Gallinaro’ o ‘Nuova Gerusalemme’ si costituisce in organizzazione religiosa chiamata ‘Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme’.

Quel giorno viene costituita una nuova chiesa, nella quale non è riconosciuta l’autorità del Papa.

Spiega all’epoca l’avvocato Attilio Turchetta (già candidato presidente della Provincia di Frosinone ai tempi del primo mandato di Francesco Scalia) «La Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme vuole condurre la propria missione pastorale avendo a cuore i principi fondamentali, che sono alla base del proprio credo religioso: far vivere a tutti gli uomini di buona volontà gli insegnamenti cristiani autentici, contenuti nella Sacra Scrittura e resi vivi nell’esempio di vita di Cristo, l’unico Salvatore del mondo, e di Maria, la Madre di Dio, la Madre universale, l’Immacolata, l’Assunta in Cielo, la Regina del Cielo e della Terra (…) In conseguenza a ciò, l’attività di culto e l’insegnamento religioso della Chiesa è rivolto a tutti coloro che intendono vivere gli insegnamenti cristiani in modo autentico, rimanendo fedeli alla vera dottrina cristiana, rispettando i Dieci Comandamenti e l’esempio di vita di Cristo e Maria, contenuto nei Santi Vangeli e manifestato dall’azione dello Spirito Santo, che procede nella storia».

L’avvocato a suo tempo conferma le riserve nei confronti di Papa Francesco « Il vero cristianesimo e i suoi principi fondamentali non potranno mai essere sviliti nell’essenza e nella sostanza, per confluire in una nuova idea di religione, promossa da Jorge Mario Bergoglio, il quale nei suoi discorsi e nelle sue azioni manifesta, nella realtà, una dottrina contraria agli insegnamenti cristiani autentici (…) . Pertanto la Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme ribadisce nuovamente che al proprio interno non vi sono né sentimenti di odio né sentimenti di ostilità nei confronti di alcuno (siano essi ministri e fedeli di altre realtà religiose o cittadini laici); ma vi è e vi sarà il sentimento vivo e passionale che porterà a difendere sempre e comunque la dottrina cristiana autentica, anche nei confronti di chi, con superbia e arroganza, ritiene di detenere il monopolio della gestione della Vigna del Padre (…). Questo l’unico interesse che anima la Chiesa: dare ad ogni figlio di Dio il Suo respiro di Padre, di Figlio e di Spirito Santo».

Il Sant’Uffizio non vede più margini di conciliazione: prende atto dello scisma e applica ciò che prevede il diritto canonico. Impone la scomunica latae sententiae: immediata, senza necessità di una bolla, automatica.

2 commenti

I commenti sono chiusi