Se nemmeno questa volta andranno ( e ci faranno pagare 80 milioni)

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Se nemmeno questa volta andranno non si potrà più fare finta di niente. Se anche all’appuntamento del 29 luglio prossimo i sindaci non si presenteranno, qualcosa andrà fatto. Se pure questa volta ci vorrà un giudice per fissare le tariffe dell’acqua in provincia di Frosinone, almeno si assumano la loro responsabilità di fronte alle bollette impossibili che anche per colpa loro ci stanno arrivando.

A fine mese sono stati convocati per discutere delle nuove tariffe dell’acqua (leggi qui perché sono stati convocati e di cosa devono discutere). Finora, tutte le volte che lo hanno fatto (o non lo hanno fatto, non presentandosi) si sono resi complici di un disastro.

Per chi avesse dimenticato le tappe precedenti, eccole qui, con la ricostruzione di tutto quello che è accaduto (leggi qui il precedente). A farla breve è così: Iannarilli diventa presidente della Provincia promettendo guerra ad Acea, i sindaci impugnano le tariffe dell’acqua, poi però per anni non fissano le tariffe nuove, deve intervenire un giudice perchè loro non si mettono d’accordo (o dovrebbero ammettere di avere fatto una rospata colossale dal momento che le tariffe nuove sono molto simili alle vecchie, con la differenza che nel frattempo sono passati circa tre anni e bisogna pagare la differenza tutta insieme). Il giudice fa il suo dovere e noi paghiamo comodamente in bolletta 75 milioni di euro.

La seconda volta è stato quando è arrivato il momento di aggiornare le tariffe fissate dal giudice. I sindaci non hanno deciso. Hanno lasciato che fosse un arbitro a farlo, un’altra volta. Così nessuno di loro deve spiegare, nessuno deve fare capire agli elettori come funziona il meccanismo. Più comodo dare la responsabilità ad un giudice, tanto alla fine, chi ci mette la faccia ed il marchio sulla bolletta è Acea. Quella volta, il conguaglio è stato di 56 milioni e tra poco arriverà pure quello in bolletta, in comode rate.

Ora a fine mese c’è la terza tappa. Se non si presentano nemmeno questa volta, si rischia di pagare un terzo conguaglio. E questa volta il conto si aggira sugli 80 milioni, sempre in bolletta e frazionato in comode rate.

Qualcuno faccia qualcosa. Non possiamo pagare sempre noi. E’ un danno. Possibile che non ci sia una Corte a tutelare i conti dei cittadini per i danni eventualmente provocati dall’inerzia e la mancanza di coraggio dei sindaci? Soprattutto: qualcuno è in grado di dire se l’Ordine del Giorno sia lineare oppure abbiano ragione quei comitati che ci hanno annusato la puzza di irregolarità con cui poi si rischia di perdere tutto di fronte ai giudici del Tar, mandando all’aria anche l’iter per strappare il contratto con Acea?

E a proposito della risoluzione del contratto: i 180 giorni di tempo concessi al gestore per fare i lavori stanno per scadere. Le pubblicità sui giornali dicono che i lavori Acea li sta facendo: è vero o e fuffa? L’acqua adesso arriva oppure no? Le lamentele sono aumentate o diminiuite? I sindaci hanno a disposizione una serie di uffici con all’interno dei tecnici lautamente pagati con i soldi delle nostre bollette. Glielo chiedano e ci facciano sapere.

Perché se nemmeno questo faranno, allora si renderanno complici di un altro grande disastro. E noi lo pagheremo in bolletta, con comode rate.

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