Le sette vite di Pallone: ecco con chi andiamo in Regione. E chi candiderò

In Regione? Non possiamo non andare con Zingaretti se... Le candidature? Le scelgo io, come sempre. Scissioni? Scordatevene. Accordo nazionale? Il prossimo governo verrà fatto così, lo dicono i numeri.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Si dice che i gatti abbiano sette vite. Alfredo Pallone in politica ne ha avute di più. Lo hanno dato per spacciato almeno settanta volte: lui è riemerso a galla ogni volta.

Socialista rampante al punto da diventare il più giovane presidente nella storia dell’Azienda Provinciale del Turismo, poi in disgrazia per una serie di veleni giudiziari che gli avevano piazzato lungo il percorso. Riappare dopo poco: protagonista di una delle più entusiasmanti sfide elettorali degli ultimi quarant’anni: lo scontro fratricida con Peppino Paliotta per un posto in Regione nel ’90, persa per una manciata di preferenze. Anche lì lo danno per politicamente morto. Invece risorge ancora ed è tra i fondatori di Forza Italia: diventa consigliere e capogruppo in Regione, potentissimo Coordinatore Regionale nel Lazio. Si rivolge a Berlusconi dandogli del tu, gli imputano la mancata presentazione della lista alle Regionali per colpa di un panino nel 2005 quando vince Polverini. Spacciato? macché: diventa parlamentare europeo con il Popolo delle Libertà. Fine di un ciclo, l’ora del pensione. Lui non ci pensa proprio ed è protagonista della svolta di Ncd. Con la quale vola alto: Coordinatore regionale del Lazio e vice presidente dell’Ente Nazionale Aviazione Civile.

Alla Conferenza Programmatica di Alternativa Popolare, la scorsa settimana, ha lavorato molto dietro le quinte. Lontano dai riflettori: lì dove si prendono le decisioni. (leggi qui ‘Pallone chiude la porta di Alternativa Popolare a Pirozzi’)

 

 

Alessioporcu.it – Onorevole, non crede che sia arrivata l’ora di andare in pensione?

Alfredo Pallone –  Ma io sono in pensione. Ho già detto da tempo che non mi ricandiderò più a nulla.

 

Allora cosa ci è andato a fare alla Conferenza Programmatica?

Se mi chiamano significa che ancora qualcosa da dire ce l’ho. Diciamo che faccio il padre nobile di questi giovani che tra poco prenderanno il mio posto. Anzi, il nonno nobile.

 

Berlusconi considera Angelino Alfano un traditore, lei gli va appresso?

Io rivendico di avere fondato un Partito che però aveva gli stessi valori di Forza Italia. Se non avessimo fatto quella scelta, oggi l’Italia sarebbe nel baratro.  

 

Quindi lei ha salvato il Paese?

Prima lo ha salvato Berlusconi, appoggiando in un modo o nell’altro quei governi che hanno permesso di traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Poi lo abbiamo salvato noi quando abbiamo detto che non si poteva andare alle elezioni in quel preciso momento storico. I fatti ci hanno dato ragione.

 

E ora dove volete andare, con il Pd o con Berlusconi?

L’altro giorno, durante la Direzione Nazionale, della quale mi onoro di fare parte, abbiamo tracciato una rotta chiara: passa attraverso un programma per il Paese, non attraverso i nomi di questo o quel personaggio televisivo. Questo Paese ha bisogno di più politici e di meno personaggi da tivvù.

 

Che fa, mi ritira fuori la polemica contro la stampa?

Che la stampa sia stata inebetita, imbambolata, rapita, in maniera molto superficiale, dal renzismo e dai suoi bagliori è un fatto evidente. Se invece di lasciarsi distrarre dagli effetti speciali avessero dato retta a noi avrebbe fatto un servizio più equo all’Informazione per questo Paese.

 

Lei l’altro giorno a Roma ha detto no a Sergio Pirozzi come candidato alla presidenza della Regione Lazio, dicendo che è meglio la Todini.

E lo confermo.

 

In queste ore Alessioporcu.it ha lanciato l’indiscrezione secondo la quale Renato Brunetta ha proposto di candidare Maurizio Gasparri: le piace di più?

 

Maurizio è una brava persona, un politico esperto: ma se si mette accanto a persone con una posizione anti europea, anti euro, razzista, poco rispettosa dei valori cristiani, cioè si allea con i valori leghisti, non credo che faccia una scelta saggia. Noi ci siamo assunti la responsabilità, che è un obbligo morale per i cristiani, di salvare 5 milioni di vite che fuggivano dalla fame, dalle carestie, dalle violenze: è vero che tra quei 5 milioni di profughi c’è stato anche qualche mascalzone. 

 

Appoggerete il centrodestra o il centrosinistra alle prossime regionali?

Io penso che l’operazione migliore sia quella di stare insieme, come ha detto di recente Angela Merkel. Noi vogliamo stare insieme con quelle forze politiche che vogliono un’Europa libera, con la stabilità che ci ha dato l’Euro in questi anni e senza il quale saremmo falliti. Noi vogliamo stare con le opportunità che l’Europa ha ancora da dare a questo Paese e questa Regione.

 

Si, ve bene, ma con chi starete insieme?

Noi non possiamo non stare con Nicola Zingaretti se Maurizio Gasparri sta con la Lega.

 

Chi decide le prossime candidature nel Lazio?

Io. E chi altri dovrebbe deciderle? Come sempre, insieme ad Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi.

 

Chi candiderà?

Sono felicissimo dei risultati ottenuti a livello provinciale da Alternativa Popolare. Siamo stati i primi in Italia per affluenza di delegati alla Conferenza Programmatica di sabato scorso. E so benissimo chi ha lavorato e chi no: conosco con precisione i nomi di tutti i presenti e soprattutto ho ben chiaro chi tra i dirigenti lì ha portati a Roma uno per uno. Mantengo sempre la parola data e cercherò di essere un buon pater familias: farò  concorrere alle prossime elezioni le persone che possono portare alle urne il maggior numero di elettori. Se qualcuno non è stato capace di portare la gente a Roma alla Conferenza di sabato come può pensare di portare gli elettori alle urne per votarlo?

 

Si riferisce a qualcuno in particolare… 

Mi riferisco a chi non ha l’umiltà di fare due banali calcoli che sono l’abc della politica: viene candidato chi dimostra di avere il consenso, la capacità di mobilitazione degli elettori, l’appoggio del maggior numero di amministratori comunali. Quelli che avranno dimostrato di avere vero senso di appartenenza ad un progetto politico. Questo è stato deciso dalla Direzione ristretta alla quale ho partecipato l’altro giorno insieme agli altri Coordinatori Regionali. E così faremo.

 

Durante la Direzione avete parlato anche del rischio di una scissione?

Nessun rischio di scissioni.

 

E dopo le elezioni dove andrete?

Bando alle ipocrisie, bando alle sceneggiate: il prossimo governo non può essere un esecutivo che non sia europeista. È evidente che verrà formato da tre forze politiche: Forza Italia, Partito Democratico, Alternativa Popolare. sarà così perché molto probabilmente i numeri per la maggioranza si troveranno in questo modo. È l’effetto Rosatellum.

 

E lei dopo le elezioni cosa farà?

Il pensionato, è chiaro.

 

Riemergerà ancora una volta. Perchè ha sette vite. E forse anche qualcuna di più.