«Non mi inserite in nessuna lista. Non mi interessa. Sto bene dove sto»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

«Non mi inserite in nessuna lista. Non mi interessa. Sto bene dove sto». «Antonio Tajani? Non gli conviene mettersi a capo di un Paese così debole. Dobbiamo adoperarlo».

Ore tredici circa. Da Tittino, nella parte alta di Frosinone, fa il suo ingresso Alfredo Pallone, consigliere d’amministrazione dell’Ente Nazionale Aviazione Civile e soprattutto Coordinatore Regionale di Alternativa Popolare. Con lui ci sono due persone: indossano la giacca e la camicia, sono arrivate all’interno di una Mercedes. Vengono da Roma ed i loro volti ogni tanto vengono inquadrati durante i Tg nazionali, non in primo piano ma immediatamente alle spalle di persone che contano.

Si salutano come fanno i vecchi amici. L’ex portavoce della delegazione italiana nel Partito Popolare Europeo fa strada spiegando «Qui c’è il pesce migliore di tutta Frosinone».

Il loro posto è nella parte più interna della saletta in fondo: coperti da un tramezzo, non possono essere visti da chi entra o chi non accede in quella saletta. Ma da chi è già lì, invece si: per fortuna che nella confusione del sabato, non fanno caso al tavolo che più in là di quello accanto al loro, nel quale siede una coppia dall’accento settentrionale.

La comanda viene presa direttamente dalla signora Mena: antipasto a base di zucchine per Alfredo, polipo con cozze e vongole al vapore per gli altri due commensali. Nell’attesa dei piatti, uno dei due gli domanda di Antonio Tajani, vuole sapere cosa ne pensa delle voci secondo le quali sarà designato premier da Silvio Berlusconi in caso di vittoria del centrodestra alle politiche della prossima primavera.

««Fermo restando che se Tajani si candidasse voterei per lui, secondo me non gli conviene scendere in campo in un Paese debole com’è adesso l’Italia. Chi è oggi il nostro interlocutore? La Francia che tenta di prenderci in ogni modo i gioielli di famiglia e ostacola in tutte le maniere i nostri tentativi di comprare la loro cantieristica. Mettersi alla guida di un Paese che ha questo orientamento europeo non mi sembra un buon affare. Antonio lo sa benissimo. Così come sa benissimo che il suo ruolo di presidente del Parlamento Europeo è ben più importante di quello di presidente di un Italia con l’attuale assetto europeo».

La discussione prosegue sul binario della politica europea e del peso che la nostra politica può avere in questa fase. Quando arriva l’antipasto si può sentire in maniera nitida Pallone dire che «se siamo intelligenti dobbiamo adoperare Tajani».

I due ospiti lo guardano sorpresi. Adoperare? «Ma sì, se siamo intelligenti dobbiamo adoperare Tajani per fare uscire il Paese da questa situazione. Va costruito un nuovo asse europeo: o riusciamo a riconquistare la nostra credibilità con la Germania o resteremo sempre isolati e marginali. E Antonio è l’unico in grado di poter riuscire in questa impresa. Perché ha la credibilità necessaria».

Uno degli ospiti chiede un calice di Chardonnay e domanda “Angelino Alfano, in tutto questo?”

La risposta è immediata: «Alfano deve spianare la strada».

L’attenzione allora si sposta sul leader di Alternativa Popolare. E sulla partita che ha deciso di giocarsi in Sicilia. Vogliono sapere se è un modo per ritirarsi in buon ordine e lasciare tutto il campo nazionale a Silvio Berlusconi.

Alfredo Pallone ribalta le loro certezze. «La partita siciliana è una partita nazionale. Guardate che Alternativa Popolare può anche implodere. Berlusconi vive con i sondaggi e con le intenzioni di voto, sa benissimo che l’elettorato di Alternativa Popolare è di centrodestra. E lo stesso amico tuo carissimo Toti (si riferisce a Giovanni Toti, il presidente della Regione Liguria, per un certo periodo individuato come il delfino di Berlusconi) quando parla si dimentica che ha tre di Alternativa Popolare nella sua maggioranza, altrimenti non avrebbe vinto un ca…».

C’è un po’ di confusione, Mena è tornata per prende l’ordine dei Primi: niente pasta per Alfredo, che si accontenta di un pesce in guazzetto.

Quando la signora si allontana il discorso riprende. «Il tema è chi dà la garanzia a chi. Ci sono forze dentro Alternativa Popolare che sono di centrosinistra. Ma badate bene: sono di centrosinistra e non renziani. La stessa Beatrice (si riferisce a Beatrice Lorenzin) è il migliore ministro della Sanità che questo Paese abbia avuto in tutta la Seconda Repubblica e non è schiacciata su Renzi ma è su Alternativa Popolare».

Uno dei due ospiti ricorda ad Alfredo Pallone che il Ministero della Sanità non esiste più e che Craxi “è andato in pensione”, oggi c’è il ministero della Salute. Ne ricava un simpatico vaffa.

Le notizie fino a questo momento sono tre: per Alfredo Pallone l’Italia deve cercare di costruire un asse con Berlino, Tajani è l’uomo giusto per farlo, Alfano deve agevolarlo. Le elezioni siciliane sono una partita nazionale e se Alfano perde è una sconfitta nazionale con tutto ciò che ne consegue. Beatrice Lorenzin non è appiattita su Renzi.

Mena ha appena messo a raffreddare una costata fatta in casa con la marmellata di visciole. Alfredo ne vuole una fetta e non intende ascoltare ragioni: la facessero raffreddare in fretta quella crostata.

I due tastano il polso. Chiedono ad Alfredo dei suoi attuali rapporti con il Pd. Sarà che vuole la crostata e non arriva, Pallone ha un’impennata ed il tono della voce si fa molto più nitido: «Zero rapporti con il Pd. Quando si dà la parola non serve il notaio: gli accordi in politica si rispettano e questo Pd, questo con cui mi sono confrontato qui in provincia, gli accordi non li ha rispettati. E se volete sapere il motivo, andate a domandarlo al segretario provinciale del Pd Simone Costanzo, che èe persona persona intellettualmente onesta. Chiuso».

Vogliono sapere del Pd nazionale. Ne ricavano una seconda sciabolata: «C’è la voglia di inglobare gli alleati. Passo sbagliare: ma secondo me non c’è da fidarsi. Il mio rapporto personale con gli uomini del Pd, a Frosinone come a Roma, è inalterato e positivo. Ma politicamente è del tutto negativo»

L’altra notizia arriva con la crostata. Stanno parlando delle Province: c’è confusione e una coppia sta pagando il conto facendo mille complimenti per la cucina. Si capisce poco ma un passaggio è chiaro: Alfredo Pallone parla come se Alternativa Popolare non avesse un vice presidente della Provincia di Frosinone. Dalle cose che dice e dal modo in cui le dice il rapporto con Andrea Amata è come inesistente. Non lo considera più il suo delfino politico in Alternativa Popolare. O c’è stata una rottura rimasta nascosta. O Alfredo sta tenendo nascosto Amata, ma non si capirebbe il motivo.

Gli chiedono di Iannarilli e del recente attacco fatto su Alessioporcu.it. Lapidario: «Non rispondo alle persone che politicamente non stimo».

Quando arriva il momento delle grappe (Alfredo non ne ha bevuta), Pallone serve la notizia del giorno: «Grazie, ma ho già avuto grandi soddisfazioni. Lo sapete benissimo che sono stato il segretario regionale del principale Partito in Italia e che ero l’unico a potere tenere a bada i romani. Io ho già lasciato la politica: sono un pensionato. Non mi inserite in nessuna lista. Sto bene dove sto».

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Foto: copyright A.S.Photo Andrea Sellari, tutti i diritti riservati all’autore

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