Peppino getta la spugna: stop ai ricorsi elettorali

DOMENICO TORTOLANO per IL MESSAGGERO ED FROSINONE

I ricorsi elettorali e le voci un possibile rimpasto della giunta animano l’amministrazione comunale di Cassino da più di sei mesi guidata dal sindaco di centrodestra Carlo Maria D’Alessandro. Ma il primo cittadino può dormire sonni tranquilli perché l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone ha preso la decisione definitiva dopo le vicende seguite all’esito elettorale del 5 e 19 giugno scorsi: «Non farò ricorso al Consiglio di Stato perché non ci sono stati fatti nuovi dopo l’esito negativo del Tar del 17 novembre 2016».

Come noto, il Tar ha giudicato inammissibile e infondato il ricorso di Petrarcone e né la Procura, che da giugno scorso indaga su presunti brogli nel seggio 30 di Sant’Angelo in Theodice, ha concluso le verifiche sulle 23 mila schede elettorali del primo turno (5 giugno). Entro il mese, però, il giudice dovrebbe rendere note le risultanze delle perizie calligrafiche cui, ad ottobre, furono sottoposti i quattro scrutatori e la segretaria del seggio mentre il presidente si oppose.

Per ora sono indagati il presidente e la segretaria per violazione della legge elettorale. Perciò si attende la conclusione delle indagini e l’eventuale formulazione dei capi d’imputazione a carico dei componenti del seggio o di esterni.

L’appello, invece, lo ha presentato Claudio Trotta, candidato di una delle liste di sostegno a Francesco Mosillo. Anche per lui il Tar aveva definito il suo ricorso infondato e inammissibile. Trotta chiede il riconteggio delle schede perché, a suo dire, entrerebbe in consiglio (all’opposizione) al posto di Sarah Grieco (Pd). Dai verbali risulterebbero più voti per lui, rispetto alla Grieco.

Intanto è bagarre nel Pd di Cassino, sempre più diviso. Non solo in consiglio ma anche sul voto alle provinciali di domani. Il gruppo Mosillo voterà per Massimiliano Mignanelli (di Area Popolare ma incluso come indipendente nella lista Pd). Petrarcone, in dissenso con il Pd che ha incluso in lista Mignanelli, voterà diversamente. Il suo voto andrà al vice sindaco di Belmonte Castello, Carlo Medagli (Psi). In ordine sparso, invece, gli altri consiglieri Pd. Probabilmente nessuno per Mignanelli. Forza Italia, invece, punta a far eleggere alla Provincia il consigliere Rossella Chiusaroli. Dovrebbe avere i voti del sindaco e di undici consiglieri. Comunque non sufficienti. E da ieri è partita l’operazione per convincere i consiglieri di Forza Italia di altri comuni a votarla.

I consiglieri di Noi con Salvini, Roberto Marsella e Claudio Monticchio, e Antonio Valente di Fratelli d’Italia, voteranno per i rispettivi candidati. Intanto dallo staff del sindaco smentiscono categoricamente le voci che circolano da settimane circa un eventuale rimpasto della giunta. «E’ semplice fango – precisano dall’amministrazione comunale – sia perchè in giunta c’è grande armonia, sia perchè a pochi mesi dalle elezioni e dopo le recenti sentenze del Tar sulla regolarità del voto, sarebbe da folli pensare ad una tale eventualità. Anzi, queste voci “ostili” non fanno altro che rafforzare il nostro esecutivo che, invece, gode di ottima salute».

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