Il maiale requisito dai soldati e quella sorpresa del rimborso (di G.Pizzuti)

di Gianpiero PIZZUTI
Corrispondente
Il Messaggero

 

 

I tedeschi, il maiale, il rimborso. Una storia curiosa saltata fuori dalla stanza da letto della nonna, passata a miglior vita qualche tempo fa e raccontata a suo nipote Giuseppe, che in questi giorni ha sgomberato la camera.

Tutto in un foglio, una raccomandata del Ministero del Tesoro.

Occupazione nell’area geografica del Liri più di settant’anni fa. Con il calcio del mitra bussano alle porte di diverse abitazioni tra Capitino, la collina che si affaccia su Isola del Liri da un lato ed ad Arpino dall’altro. Il loro fare minaccioso non lascia dubbi sulle loro intenzioni. Stanno rastrellando il bestiame. Polli, galline, mucche, maiali, cavalli tutto quello che necessita per le truppe sul fronte di Cassino.

Bussano alla porta di Maria Celeste Gabriele, che vive con il marito: «Non avevano nulla da mangiare – racconta la vicenda suo nipote Giuseppe noto professionista ad Isola del Liri – solo un maiale nella stalla e così facendo li accompagnò a prenderlo. Mia nonna mi raccontava che non c’era da mangiare in casa, solo quella scrofa li avrebbe sfamati per un anno, ma davanti alla minaccia di un mitra c’era poco da fare. Chi, invece, nella case vicine fece il “furbo”, nascose gli animali, venne picchiato e fu fortunato che non lo ammazzarono sul posto».

La vicenda finisce qui, un lontano ricordo per chi lo ha vissuto, ma la storia diventa affascinante quando nell’estate del 1962 alla porta della signora Celeste bussa il postino e le consegna una busta.

L’intendenza di finanza di Frosinone l’avvisava che il ministero del Tesoro le aveva restituito la somma di sei mila cinquecento quarantacinque lire per la sottrazione di “beni agricoli” durante l’occupazione tedesca.

«La cosa curiosa – racconta il nipote Giuseppe – che solo lei ebbe il risarcimento, le altre famiglie no. Forse perché aveva consegnato il maiale senza accampare scuse, ma il fatto strano è come lo Stato avesse saputo che i tedeschi avevano portato via l’animale da casa sua. I tedeschi, forse, avevano un registro dove annotavano i “beni” sequestrati, un interrogativo che i miei nonni si sono sempre posti. Fatto sta che quel bollettino l’ho fatto incorniciare, un pò per loro, un pò perché è una vicenda curiosa di un’Italia che non abbiamo conosciuto».

Oggi, forse, le avrebbero notificato una multa per evasione fiscale di 6 mila lire.

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