Il Progetto non va: la riunione di Bassetta rischia di essere una conta

La notte porta consiglio. E l’alba porta il nuovo no di Progetto Anagni. Il gruppo consiliare di maggioranza ha deciso di disertare la riunione convocata per questa sera dal sindaco Fausto Bassetta. Quella in cui l’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini cercherà di rincollare i pezzi del centrosinistra cittadino finito in frantumi in una settimana: prima sull’inaugurazione del Dipartimento Infermieristico al posto di un reparto ospedaliero; poi sul via libera bis alla Marangoni per continuare ad incenerire gomme esauste.

Progetto Anagni si  riunita questa mattina 6.30. Dopo un’ora di discussione l’annuncio della decisione di «non prendere parte alla riunione convocata per questa sera alle 18.30 dal sindaco Fausto Bassetta con l’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini». Una decisione assunta  «all’unanimità di tutti i suoi componenti consiliari, assessorili e associativi».

Perché no? «Riteniamo inutile questa riunione. Ha tutte le caratteristiche dell’operazione di facciata. Da un lato Mauro Buschini annuncia il primo ospedale ambientale d’Italia, assicurando che si occuperà dello studio delle patologie legate all’inquinamento. Dall’altro, la Regione di cui è assessore, rilascia l’autorizzazione in base alla quale Marangoni continuerà a bruciare pneumatici, permettendole di continuare a diffondere sulla nostra aria e sui nostri campi diossine e policlorobifenili».

Eppure Buschini ieri aveva ingranato una strategica retromarcia. Un modo per spianare la strada anche a Progetto Anagni, evitando di lasciargli qualsiasi pretesto. (leggi qui ‘L’elogio della ritirata fatto da Buschini’)

Il gruppo consiliare invece ha bollato come «Altrettanto di facciata la lettera con cui si chiede di voler considerare che Marangoni ha cessato da tempo la produzione, ha smesso di occupare centinaia di lavoratori, si trova in un’area talmente inquinata da essere considerata Sito di Interesse Nazionale ai fini della bonifica dai veleni. Prendiamo atto che solo ora l’assessore regionale all’Ambiente ha scoperto tutto questo».

Il segnale politico è chiaro: progetto Anagni continua a tenere le distanze dal sindaco Fausto Bassetta. E non fa squadra con il Partito Democratico. Che invece andrà all’incontro. Lo scopo politico del Pd infatti era un altro: richiamare all’ordine l’assessore Buschini che stava agendo senza considerare il circolo cittadino. Al quale non va giù l’idea di poter essere bypassato nella scelte delle politiche da attuare. Soprattutto quella del prossimo candidato sindaco. (leggi qui ‘La vera operazione politica dietro la finta inaugurazione di Anagni’)

La retromarcia strategica dell’assessore ha avuto l’effetto immediato di ricompattare il Circolo. Ma non la maggioranza. La riunione rischia di essere una conta: una verifica sui numeri della maggioranza che ancora sta con il sindaco.

Progetto Anagni infatti continua a martellare sull’inaugurazione del reparto aperto giovedì sorso nell’ospedale cittadino. «Non abbiamo chiesto venti posti letto gestiti da un infermiere, senza alcun medico ospedaliero, dove il dottore della mutua passa una volta al giorno per fare le visite. La città ha chiesto e si aspetta dalla politica, un reparto di Medicina Generale con 20 posti letto, un Pronto Soccorso, gli elementari servizi di radiologia e laboratorio analisi per l’emergenza. I patti non erano questi. Non erano questi gli impegni che vennero assunti con noi dal Pd provinciale e regionale, nel momento in cui decidemmo di dare il nostro fondamentale apporto all’elezione di Fausto Bassetta a sindaco».

Resta fredda la posizione nei confronti del sindaco: «che non riesce a compiere, in un anno intero, nemmeno un passo concreto» verso ciò che era stato chiesto per l’ospedale.

Andare all’incontro di oggi poteva essere l’occasione per confrontarsi sull’Ospedale Ambientale promesso dalla Regione. Invece no: il gruppo esprime «la più totale diffidenza verso un progetto di un fantomatico ospedale ambientale dove il 90% dei soldi stanziati resterà a Roma per fare le ricerche e qui arriverà poco più di nulla per tenere aperte due stanze. Che non sono un ospedale».

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