Arriva Renzi, il Pd si divide sotto la stessa bandiera

Niente posto per De Angelis sul treno con Renzi: è la vendetta di Fardelli non invitato alla Convention con Orfini. «I 1800 posti in Fca? Li hanno promessi loro, non io». «Lo stadio di Frosinone inaugurato con la mia Fiorentina»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Francesco Scalia e la sua componente, seduti sul treno a confrontarsi con Matteo Renzi: su Fca e sui 532 ai quali l’azienda non ha rinnovato il contratto. Francesco De Angelis in piedi alla stazione ferroviaria di Ferentino ad aspettare l’arrivo del convoglio Destinazione Italia, con il quale il segretario nazionale del Pd sta compiendo il tour del Paese.

La rappresentazione del Partito Democratico in provincia di Frosinone è andata in scena sotto gli occhi del suo massimo leader. Che – con ogni probabilità – nemmeno se n’è accorto.

 

DIVISI SOTTO LA STESSA BANDIERA

La tappa che conduce Matteo Renzi in Ciociaria parte dalla stazione di Venafro. Fa freddo. la gente si stringe nei cappotti. Tutto un altro clima rispetto ad un anno fa quando era presidente del Consiglio dei Ministri e veniva in visita ufficiale allo stabilimento Fca di Cassino.

Quello era il tempo del lancio di Giulia e di Stelvio. I giorni dei 1800 posti di lavoro ipotizzati da Sergio Marchionne e rivelati da Renzi a tutta la platea, aggiungendo «Suvvia, faccia cifra tonda e prendiamone duemila».

Ce ne sono alcuni, di quei lavoratori, saliti sul treno per parlare con quello che oggi non sta più al Governo ma ‘solo’ alla guida del Pd. Li accompagna il segretario del Pd di Cassino Marino Fardelli, con i senatori Francesco Scalia e Maria Spilabotte ed il deputato Nazzareno Pilozzi. C’è il vice segretario Armando Russo, l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, l’ex assessore alle Finanze Enzo Salera.

Nel tragitto tra Venafro e Frosinone, Matteo Renzi incontra quei lavoratori. «Niente foto, ragazzi» dice qualcuno.  Non vogliono che possano avere paura di essere riconosciuti, lo staff del Pd vuole che possano parlare liberamente. Raccontano la loro storia.

Matteo Renzi li ascolta e poi dice «Oh ragazzi, noi quello che si poteva fare s’è fatto: se poi la macchina non tira non è  colpa mia Nè del governo o del Pd. Non sono più premier e quindi non posso chiedere un incontro con Marchionne, ma vi prometto che gli farò una telefonata e mi farò portavoce della situazione».

Nei giorni scorsi  il Segretario era stato criticato per quei duemila posti promessi e mai arrivati. «Io la volta scorsa ho spronato, non ho promesso posti: sono stati loro a dirmi che si pensava di arrivare a milleottocento assunzioni e così gli ho detto ‘Facciamo duemila’ proprio per andare incontro alle aspirazioni di un territorio».

Marino Fardelli chiede di decretare l’area industriale del Cassinate come ‘zona cuscinetto‘ tra Lazio e Campania, spiega che tutte le agevolazioni previste per il Sud sono alle porte di Cassino e proprio per questo nessuno investe più lì ma si sposta d’una ventina di chilometri, proprio perché ci sono benefici fiscali.

 

«Beh, certo, così come ora prendete schiaffi da Nord e da Sud. Così non po’ essere». Fissa i tre parlamentari sul treno e dice: «Beh, ragazzi, attivatevi: facciamo un intervento con il collegato alla Finanziaria. Io intanto sensibilizzo Gentiloni e  il ministro Calenda».

 

MA DE ANGELIS E BUSCHINI?

Sulla carrozza non c’è traccia di Francesco De Angelis e di Mauro Buschini. L’ala orfiniana del Partito non si vede. Dove sono? Nessuno risponde ma tutti si limitano a fare segno verso Marino Fardelli.

I maliziosi dicono che è una vendetta per non averlo invitato all’iniziativa tenuta la settimana scorsa dal presidente nazionale del Pd Matteo Orfini, all’Edra Palace dove ha lanciato le candidature di De Angelis a Montecitorio e di Buschini – Battisti alla Regione contro Fardelli.

Il segretario cittadino del Pd di Cassino nega. «Mi sono attenuto a quello che mi ha detto l’organizzazione. Il Pd mi ha detto di chiamare i parlamentari del territorio e così ho fatto». Quindi sono parlamentari pure Petrarcone e Salera? «La questione era stata sollevata da noi del Circolo di Cassino e quindi è presente il Circolo».

E l’ala di Francesco Mosillo dove sta? «Ho inviato i deputati territoriali e i consiglieri comunali di Cassino che firmarono la lettera invito incontro con Renzi. Mosillo aveva impegni, Sarah Grieco e Barbara Di Rollo sono a Bruxelles. E comunque, per par condicio, io allo stadio non vado».

 

 

 

DIREZIONE STADIO

Francesco De Angelis è stretto nel suo cappotto, in piedi, nella stazione ferroviaria di Ferentino.

Il treno arriva lì direttamente da Venafro. Niente tappa a Cassino. Perché? Poteva essere il modo per ricordare a Fce le sue promesse del 24 novembre 2016. Renzi chiosa: «FCA ha preso degli impegni ed è giusto che li rispetti»

Il convoglio fa il suo ingresso nello scalo. C’è la folla di curiosi. Renzi scende e parla con i cronisti. Mostra la sua conoscenza del problema e dice di sapere che la provincia di Frosinone ha un tasso di disoccupazione maggiore delle altre località del Lazio. Ammette che «a fronte di questi numeri drammatici non ha adeguati incentivi».

Cerca un collegamento con lo stadio di Frosinone. Non trova di meglio che dire: «Frosinone può e deve investire molto sullo sport, di qui il senso della tappa allo stadio Benito Stirpe di Frosinone».

 

L’ultima tappa è proprio allo stadio di Frosinone. Lo accoglie il presidente Maurizio Stirpe, sul manto verde gli passa il pallone e Renzi si esibisce in un palleggio. Vuole fare l’esperto e dice che gli è dispiaciuto molto non esserci stato, all’inaugurazione, perché gli sarebbe piaciuto tanto vedere Frosinone – Fiorentina.

In realtà quella partita non c’è mai stata: la annunciava qualche giornale, come indiscrezione, nei giorni precedenti il taglio del nastro ma poi se ne fece più niente.

Anche questa è l’istantanea del Pd di oggi, non solo la divisione sul treno, ma anche qualche ritaglio di giornale per informarsi al volo, senza sapere davvero le cose.