«E adesso, Forza Italia fuori da Provincia, Asi, Cosilam e Saf »

In Forza Italia è stato coordinatore provinciale. Ma eravamo ai tempi dell’1.0, cioè quando Antonello Iannarilli era deputato e presidente della provincia di Frosinone. E lui, Adriano Roma, ne veniva considerato il braccio sinistro. Perché il braccio destro di Iannarilli è sempre stato solo Iannarilli, di nessun altro si è mai fidato. Ora i rapporti tra i due si sono allentati. La nuova Forza Italia, quella del 2.0, lo tollera poco: un anno fa quando rientrò successe il finimondo; sono già due volte di fila che non lo invitano al Coordinamento Provinciale. Lo trattano come un signor nessuno. Anche se è stato tra i fondatori del Partito in provincia di Frosinone. E ne è stato consigliere regionale, seppure per una sola seduta.

Allora Roma, chi ha perso il referendum si sa. Ma chi lo ha vinto davvero: Berlusconi, Grillo, Travaglio, Meloni, Salvini, Bersani, D’Alema, Fassina?
«Intanto hanno vinto i cittadini, che si sono recati in modo massiccio alle urne. Significa che c’è “fame” di partecipazione. Poi ha vinto la Costituzione: gli elettori ancora una volta hanno detto che intendono mantenerla così. Dal punto di vista politico c’è molto di centrodestra nel risultato referendario. Ho sentito analisi sul fatto che Berlusconi con una mano dava indicazioni per il No e con l’altra, tramite Confalonieri, per il Sì. Tutte ricostruzioni basate sul nulla. Vince lo schema del centrodestra aperto, con un occhio attento non tanto e non soltanto alle liste civiche, ma anche ai movimenti, alla gente, alle famiglie. Lo schema vincente già emerso alle ultime elezioni comunali. Veniamo percepiti come l’unica seria alternativa di governo a Matteo Renzi. Ma non ha perso solo Renzi».

Cioè?
«Allora, intanto il rottamatore è stato rottamato dagli elettori che non credono da tempo alle sue favole: il Jobs Act è stato un fallimento, l’economia va sempre peggio, la disoccupazione aumenta. Poi, sulla vicenda delle banche, ha blindato il Giglio Magico diventando autoreferenziale. Non sono sorpreso dalla sua sconfitta.
Però ha perso pure (e di brutto) Nicola Zingaretti, travolto dal no a livello regionale. Un no anche alla sua impalpabilità amministrativa: nessuna risposta vera sulla sanità e sul lavoro, nessun fatto concreto dopo gli impegni (vuoti) a cascata. Prenda esempio da Renzi…
Ha perso anche tutto il Pd locale: Francesco Scalia, Francesco De Angelis, Mauro Buschini, Nazzareno Pilozzi, Antonio Pompeo. Governano tutto e la provincia di Frosinone affonda. E’ un’equazione.
Sulle tematiche importanti il Pd sta sempre dalla parte opposta a quella dei cittadini: sull’acqua, sui rifiuti e su tutto il resto. Poi il fallimento dell’accordo di programma e la scatola vuota dell’Area di crisi hanno ulteriormente scavato il solco tra il Pd e la gente».

Però scusi, Forza Italia governa con il Pd alla Provincia, alla Saf, all’Asi, al Cosilam. Come fa lei a salire sul pulpito?
«Intanto il sottoscritto da anni urla (sì: urla) di rompere tutte le alleanze. L’otto gennaio ci sono le elezioni provinciali e poi si aprirà una stagione di rinnovo anche in diversi enti locali. Quindi le comunali a Frosinone.
Soprattutto dai consiglieri provinciali in carica e poi da tutti quelli che intendono ricandidarsi mi aspetto parole chiare e inequivocabili sulla necessità di rompere l’alleanza con il Pd alla Provincia e togliere il sostegno ad Antonio Pompeo. Mi aspetto parole chiare e gesti inequivocabili sulla necessità di mandare a casa i vertici della Saf, dell’Asi e così via. Non dobbiamo avere più nulla a che fare con i fallimenti politici ed amministrativi di un Pd che pensa soltanto alle poltrone e al potere. Basta tenere il piede in due staffe, basta con questi inciuci che la gente non capisce e non sopporta. Infine, i consiglieri provinciali in carica abbiano il coraggio di prendere le distanze ufficialmente da Pompeo sul tema dell’acqua e dell’Ambito del gas».

Dopo il voto del referendum si aspetta un riavvicinamento con Area Popolare?
«Non so cosa succederà a livello nazionale.E tantomeno a livello locale. Ci devono pensare i dirigenti di partito. Io sono un semplice iscritto. Ma sicuramente con un pochino di esperienza e la mia esperienza l’ho fatta sempre ascoltando la gente. Le racconto cosa mi ha detto un commercialista di Ceccano questa mattina in banca: “Se fate tornare i vari Alfano, Verdini ecc mi farete votare Grillo”.

Lei cosa gli ha risposto?
«Faccia lei. Non posso dare torto ad uomo da sempre di centro destra.Questa è la mia risposta».

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