Il ko di Sora alle Provinciali: via alla resa dei conti

Ernesto Baronio

Conte del Lungoliri

di Ernesto BARONIO
Conte del Lungoliri

 

 

Il primo a tradirlo fu Lino Caschera il quale – mentre l’amministrazione Tersigni felicemente regnava su Sora –  in modo repentino lasciò il gruppo di minoranza distefaniana, con cui era stato eletto. Cascherà tradì per accomodarsi fra i banchi della maggioranza in quota Vittorio Di Carlo (più noto per essere stato lo skipper di Franco Fiorito, che per i meriti da vice sindaco). Alla cui corte regionale approdò per rimanervi poche ore a causa delle ben note vicende giudiziarie che travolsero il Batman anagnino.

Poi è stata la volta di altri fedelissimi. A ridosso della scadenza della presentazione delle liste per le scorse comunali, lo abbandonarono sic et simpliciter il loro leader storico saltando sulla piattaforma civico vittoriosa di Roberto De Donatis.

Ora, al buon Enzo Di Stefano non sembra vero che si stiano creando le condizioni per servire uno dei piatti preferiti della cucina politica: vale a dire quello della vendetta. Con cui pareggiare il conto con i suoi pupilli giudaici.

Il sindaco De Donatis ed i suoi sono letteralmente accerchiati; la frittata alle provinciali, per la mancata elezione di un rappresentante sorano a Frosinone, ha dimensioni gigantesche, da uovo di struzzo. Lunedì, come riporta una nota del quotidiano La Provincia, nel tardo pomeriggio è prevista una riunione chiarificatrice. Che, stante le premesse, non sarà un appuntamento francescano di pace. Al contrario, già nella mattinata di domenica si stavano affilando i coltelli con il buon Enzo Di Stefano che, davanti ad un bar situato a ridosso di una rotatoria del centro di Sora, istruiva Antonio Farina e Natalino Coletta. I maligni dicono che siano i due cavalli di Troia della maggioranza De Donatis. Ma non è così.

Perchè lo dicono. Antonio Farina , già durante il ballottaggio fra gli aspiranti sindaci De Donatis e Tersigni, aveva assunto posizioni critiche nei confronti del suo candidato a sindaco e di alcuni altri suoi colleghi candidati. Poi, il suo disappunto si è palesato senza se e senza ma, dopo l’elezione di Lecce alla Presidenza del Consiglio Comunale. Alla cui carica ambiva, giusto a suo dire un accordo preelettorale, il Farina medesimo.

Natalino Coletta, invece, è uno troppo di sinistra per poter digerire senza conseguenze l’alleanza e la vittoria con il centrodestra sorano. E la sua anima piddina è venuta fuori in occasione delle Provinciali votando, secondo quanto emerge nelle live del commercialista Umberto Geremia, il candidato Pd (area Francesco De Angelis) Massimiliano Quadrini. Nulla di riprovevole: c’era libertà di voto, non un candidato di bandiera dell’amministrazione. Ma i maligni però rimproverano ora al consigliere d’avere così contribuito alla mancata elezione del compaesano e compagno di maggioranza Lino Caschera.

Tra poche ore, quindi, capiremo quale sarà il futuro dell’Amministrazione di Roberto De Donatis. Contro il quale, peraltro, ha ritrovato smalto e voce il quinquennale silenzioso consigliere Valter Tersigni, fratello del più loquace ex sindaco, che un giorno si e l’altro pure impartisce lezioni di amministrazione dagli altari mediatici. I suoi avversari, dalle seggiole dei bar, gli rinfacciano la poco fortunata scelta politica di affidre alla Gosaf la riscossione fiscale. Lo fanno perché lo temono: sanno che tra i due fratelli Tersigni lui è quello con il maggiore guizzo politico; mentre Ernesto lo sopravvanza in oratoria. Ed è con quella che si cattura il consenso. Ma se Valter inizia a scendere in campo… sono dolori.

E Forza Italia? Per il momento tace. Anche se sul Lungoliri assicurano che Vittorio Di Carlo non si senta appagato nell’occuparsi di camiceria sartoriale. Si è intristito: dicono che non paghi più il caffé al bar agli amici. Vorrebbe tornare ad interessarsi di sartoria politica. E pare scalpiti non poco per rientrare in Giunta.

A tal proposito, cosa ne pensano i due consiglieri comunali, Mosticone e Petricca, non è dato sapere. Così come, tranne la parentesi referendaria, non si hanno più notizie del fedelissimo di Mario Abbruzzese, già presidente del Consiglio Comunale, Giacomo Iula. Sul suo profilo Facebook scrive della sua amata Lucania, di economia e finanza, di paesaggi naturali spettacolari. Si è ritirato a vita privata, all’insegna dell’amore e del lavoro.

Ma sul Lungoliri dicono che il sarto ed il finanziere sono in crisi. D’astinenza da politica. La storia che stiano facendo i Cincinnato, non se la beve nessuno.

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