Maurizio Stirpe: chi si ferma è perduto «Siamo ancora troppo indietro»

Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria, sollecita ad agevolare l'innovazione e la ricerca. Perché «Chi si ferma è perduto». la sfida del 4.0. I posti di lavoro che spariranno e quelli che nasceranno grazie alla quarta rivoluzione industriale

Chi si ferma è perduto” avvertiva Gabriele D’Annunzio. In maniera meno aulica e più concreta, Maurizio Stirpe, vice presidente degli industriali italiani, lo ha ricordato al Paese. L’ha fatto a margine della visita nel corso della quale giovedì ha accompagnato il governatore Nicola Zingaretti tra le linee dello stabilimento Fca di Cassino.

Gli ha fatto vedere lo stabilimento che tra poco sarà il più tecnologicamente avanzato sul pianeta Terra. Gli ha spiegato il 4.0: la quarta rivoluzione industriale che farà dialogare robot e umani. Ha ribadito anche a lui il concetto che spariranno presto molte vecchie figure professionali ma ne nasceranno altre e dovremo essere pronti in tempo.

Il segreto del miracolo Fca sta anche lì. Nel non accontentarsi. Non fermarsi. Avanzare per proseguire la sfida. La frase raccolta da Repubblica è:

«Senza l’innovazione, a Cassino non si potevano fare linee di produzione così complesse. Lo stabilimento sta raggiungendo il picco della sua capacità produttiva e occupa 4300 dipendenti più 800 interinali. In più ci sono 1500 robot. Gestire queste macchine è un lavoro fondamentale».

 

Il messaggio dirompente è per il Paese. A cominciare da Roma. La città era la seconda in Italia nel settore dell’Audiovisivo. Ma il declino è cominciato. Sky Tv trasferisce a Milano il centro di produzione dei suoi telegiornali, Mediaset vuole fare altrettanto con il Tg5. Almaviva, in un settore del tutto diverso, le sta seguendo. Cosa sta accadendo?

«Quella da Roma a Milano è una delocalizzazione interna dovuta a determinante condizioni territoriali: ciò che offre Milano, in termini di ecosistema economico, è molto di verso da ciò che offre Roma. Purtroppo questo la dice lunga sulla differenza tra le due città, dopo che la crisi ha colpito l’edilizia ed i lavori pubblici».

 

Il Paese è indietro. Siamo ancora indietro nella sfida per l’innovazione. Cassino è ancora un’eccezione. Roma, se vuole essere competitiva deve guardare alla sfida Fca che è stata concretizzata su Cassino.

«Il 20% delle imprese che ha investito in Innovazione ed Internazionalizzazione non ha niente da invidiare ai campioni dell’industria tedesca e americana. Il 60% deve ancora puntare sull’Innovazione. E il 20% non lo farà. La vera sfida è mettere questo 60% nelle condizioni di farlo».

 

Il futuro è il 4.0. Maurizio Stirpe lo ha ribadito più volte. Il sindacato – almeno la Cisl – è in sintonia: perdere questa sfida equivale ad una nuova emorragia di posti nel mondo dell’industria. Ci sono settori dsui quali puntare. L’orizzonte tracciato da Stirpe è chiaro:

Invece che sui lavori pubblici si deve puntare sulle start up nei settori Chimica, Alimentare, Automotive, Turismo e Aerospazio.

 

Perché chi si ferma è destinato a perdersi.

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