Unicas, la corsa per il prestito: tra 10 giorni la prima maxi rata

Il magnifico rettore Giovanni Betta ha preso il treno 2497 per Cassino in partenza dalla stazione Termini ieri alle 18.07. E’ tornato nel suo ufficio all’Università di Cassino con il via libera del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.

 

UN PIANO DA ‘COMMISSARIO’
Via libera al piano di risanamento dell’Università. Quello con cui saldare il debito da 31 milioni di euro con l’Inps che si è accumulato negli ultimi anni: i soldi delle pensioni venivano usati per coprire tutto il resto, dalla costruzione del Campus alla Casa dello Studente, dalla Ricerca a tutto ciò che occorreva.

Il piano è una cura da cavallo. Nelle cifre è paragonabile a quello che avrebbe messo in atto un Commissario. Nella sostanza, a gestire quella cura il ministro ha lasciato il rettore Giovanni Betta e gli uomini deL suo team. La differenza? Sta nel fatto che un Commissario taglia ‘senza cuore’ perché deve pareggiare i conti. I professori dell’ateneo avranno un approccio più di cuore.

 

TAGLIARE TUTTO, ELIMINARE A NIENTE
Chi pagherà il prezzo del risanamento? Il rettore, insieme al direttore del Dipartimento di Economia e Giurisprudenza Giuseppe Recinto, all’economista Carmelo Intrisano ed il direttore generale Antonio Capparelli, hanno spiegato al ministro che la scelta è stata chiara. Rinunciare a tutto ma senza eliminare niente.

Cosa significa? Per alcuni anni, i tagli riguardano la ricerca che è il cuore dello sviluppo di un’università, ciò che la qualifica e la fa crescere. Nel campo dell’Ingegneria, Cassino vanta diversi successi nella ricerca ed ha brevettato varie innovazioni. Ma – è stato messo in evidenza – questo non significa tagliare la ricerca. Bensì concentrarsi sui progetti migliori e più qualificanti.

Sacrifici anche per i professori: durante il periodo di risanamento vengono bloccate le progressioni di carriera. Le supplenze, che prima venivano pagate, ora saranno pressoché gratis. Sacrifici anche per il personale: il blocco delle progressioni toccherà pure loro; stop al turnover: chi va in pensione non verrà rimpiazzato. E per gli studenti? Aumenteranno le tasse per chi non è in regola con il numero degli esami annuali al punto da finire ‘fuori corso’ e per chi ha i redditi più alti.

 

CHI METTE I SOLDI
Il rettore Giovanni Betta è riuscito a risparmiare quasi tutti i 9 milioni di sanzioni e interessi che erano maturati su quel debito. C’è riuscito attivando subito la pratica di rottamazione della cartella.

Ma restava un enorme dubbio: quale istituto di credito avrebbe prestato i 31 milioni con cui pagare, seppure a rate, quel debito. Ed a quale tasso d’interesse.

La soluzione è maturata durante l’incontro al ministero. Nei prossimi giorni, dopo avere verificato i conti esposti dal professor Intrisano, il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca potrebbe attivarsi con il Ministero dell’Economia e Finanza per far erogare ul prestito. Probabilmente attraverso Cassa Depositi e Prestiti.

La prima scadenza è tra dieci giorni. Infatti, il 31 luglio scade la prima rata di 8 milioni di euro da versare all’Inps

 

LO SCENARIO PEGGIORE
Al fine di evitare imprevisti, il piano presentato al ministro prevede lo scenario peggiore. Tra tutte le possibili variabili, sono state scelte quelle più negative. In questo modo, se dovesse andare male era già stato previsto; se qualcosa dovesse andare meglio non farà altro che portare benefici sui conti.

Ci sono poi da considerare però le possibili ricadute ‘umane’. Ad esempio: con il blocco dei pagamenti delle supplenze ed il congelamento delle carriere, si potrebbe essere portati a concentrare il proprio tempo sullo studio professionale e non sulle aule. L’aumento delle quote da lasciare all’ateneo per per i lavori assunti all’esterno, potrebbe indurre a non prendere gli incarichi in maniera diretta ma limitarsi a fare i consulenti per la società che prenderà quei lavori.

Potrebbe. “Confido nel senso di responsabilità di tutti” ha detto il rettore. Lo ha spiegato durante le tre ore di discussione di fronte al Senato Accademico, riunito prima di andare a Roma al ministero. Il Senato ha dato il parere favorevole al piano. Ma ha chiesto di rivedere tutto in autunno. Cioè quando ci saranno i dati sulle nuove immatricolazioni.

Sarà quello il momento per verificare se lo scenario che si è realizzato è il peggio. Oppure il migliore.

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