E Torino celebra il poeta ciociaro più tradotto al mondo (di F.Dumano)

Al Teatro Monte Rosa di Torino è stato consegnato il premio Marello al preside Vacana, il poeta contemporaneo ciociaro più tradotto al mondo. Che era pronto a rinunciare.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Alexander Pope, uno dei maggiore del secolo XVIII, ammoniva: “Fai del bene di nascosto e arrossisci a vederlo divulgato“. Ma per lui è più adatto un autore nostrano: “Così rara è l’unione della bellezza e della modestia” come insegnava Decimo Giunio Giovenale, il poeta aquinate che con le sue satire frustò Roma. La cifra comune è quella che caratterizza il professor Gerardo Vacana, preside in pensione, è uno dei poeti della nostra terra più tradotti nel mondo. Ma lui non ama farlo sapere.

 

A ricordarlo alla Ciociaria ed al mondo è stata la giuria del premio nazionale Stefano Marello bandito sotto il patrocinio del Comune di Torino. Un concorso speciale, con l’anima ed il cuore in uno spicchio della Torino popolare, ma più vivace che mai.

 

Quasi 200 elaborati ed un tema decisamente impegnativo: il voto alle donne, svolta di civiltà, che incanala l’Italia post bellica verso i paesi più socialmente evoluti. La giuria ha assegnato il premio per la sezione Editi a Gerardo Vacana, considerato un successore di Libero De Libero.

 

Ad accompagnare papà Gerardo al teatro Monte Rosa di Torino per la cerimonia di consegna è stato il figlio Luigi, presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone e delegato alla Cultura. Il viaggio in treno sul Frecciarossa, con Gerardo rimasto ai tempi del calamaio e dello scrittoio, con Luigi ipertecnologici e social, deve essere stato qualcosa degno di un remake della celebre pellicola di Alberto Sordi ‘In viaggio con papà’ .

 

A Torino, a celebrare papà Gerardo è stato un parterre de roi che al Monte Rosa ha raccolto i campioni dello sport targato Torino, i contemporanei della Cultura, i nomi più autorevoli della Politica. A fare da padrone di casa è stato Angelo Marello – fratello di Stefano – che affannato stringe mani, abbraccia, si lascia scappare qualche lacrima quando la figlia di Stefano legge dal palco la lettera al papà.

 

Per comprendere il premio bisogna sfogliare le pagine del volume che racconta le undici edizioni. È un compendio di tutti i temi – ognuno di grande valore sociale – che hanno fatto discutere nel tempo. Il Marello è celebre per essere in grado di far stimolare ragionamenti e narrare storie. «Tutto quanto è stato scritto in questo tempo rappresenta uan lente di lettura insostituibile della realtà che ci circonda» ha detto durante la cerimonia la presidente della  Circoscrizione 6, Carlotta Salerno.

Il resto sono letture in pubblico, consegne di premi, attimi di commozione dei vincitori, e una sala del vivace teatro di via Brandizzo piena di spettatori.

 

Il nome più celebre, in quella folla, è stato Gerardo Vacana: spirito da ragazzino (colpa di Luigi?) a dispetto dell’età dichiarata all’Anagrafe.

 

Digitando il suo nome in rete spunta fuori un curriculum intenso di pubblicazioni, premi e riconoscimenti. Ma questo Marello lo commuove, lo tocca nel profondo. Perché all’autore cui è intitolato il premio lo legava amicizia e stima. E poi la condivisione dell’impegno e dei temi. Il Marello amava le langhe, la letteratura, la fraternità, la condivisione e la coesione sociale.

 

«Sostituisci alla parola Langhe, la nostra terra e hai in sintesi i miei valori». Gerardo, nella sua modestia, ha voluto essere chiaro: «Se la regione Piemonte avesse indetto un referendum per l’autonomia come la Lombardia e il Veneto, con una furbata indecorosa,  non avrei accettato il premio».

 

‘La raccolta con cui ha vinto è’ “Il verbo infedele” che è la continuazione del precedente ”Variazioni sul reale”. Perché Vacana è un filo continuo, una narrazione ininterrotta di emozioni.

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