Tutti in fila dal ‘ginecologo’ Zingaretti

Nicola Zingaretti arriva a Frosinone per presentare i nuovi bandi per le imprese. Ma il siparietto si crea dopo. Cn una fila di postulanti che chiede udienza. Per i motivi più disparati.

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Tutti in fila, come dal ginecologo. Appoggiati al muro, con gli occhi fissi a terra o sui colori di quei quadri alle pareti che nessuno guarda mai. Il lungo corridoio in marmo che conduce alla presidenziale stanza di Marcello Pigliacelli nella Camera di Commercio a Frosinone questa sera era l’istantanea di un ambulatorio medico.

Nella stanza del presidente, asserragliato, non c’era né il professor Valdoni in camice bianco né il celebre Veronesi in dolcevita. A ricevere i pazienti e dispensare cure e consigli era il governatore Nicola Zingaretti.

Finito il convegno durante il quale presentare i bandi messi a disposizione delle imprese e dei Comuni dalla Regione Lazio, Nicola Zingaretti si è appartato nella stanza di Marcello Pigliacelli. Ha iniziato a ricevere a gruppi i di postulanti.

 

 

In pochi minuti, nel corridoio si è creata la fila. Identica a quella che si forma dal medico. Ad impedire alla gente di scavalcare o avvicinarsi troppo alla porta per origliare si è piazzata l’invalicabile responsabile della Segreteria del Presidente Monica Paradisi.

Il primo ad entrare è stato l’assessore alle Attività Produttive Guido Fabiani seguito dall’assessore all’Ambiente Mauro Buschini. Nicola Zingaretti ha parlato a lungo con loro. Nel mentre in corridoio arrivava il presidente dell’Unione Commercianti Florindo Buffardi: domandava “Chi è l’ultimo?

Florindo, sono io” gli risponde il presidente del Palmer Paolo Vigo, con una nuova sciarpetta in seta al collo. Al suo fianco, a dare i numeretti ai nuovi arrivati, c’è il dottor Norberto Ambrosetti direttore dell’area formazione di Aspiin.

 

Si apre la porta. Una voce tuona: “De Angelis !!!” Si infilano Francesco De Angelis, leader della componente maggioritaria del Pd in Provincia di Frosinone, presidente dell’Asi ed aspirante candidato alla Camera in quota Orfini. Lo seguono il presidente del Cosilam Pietro Zola e del Consorzio Industriale di Rieti Andrea Ferroni. Chiude la comitiva il direttore generale dell’azienda che hanno formato per lavorare i rifiuti industriali, la AeA, Riccardo Bianchi. Qualcuno dalla fila commenta: “Ma non avevano chiamato solo De Angelis?” Un altro degli astanti risponde: “De Angelis e famiglia“.

Restano a colloquio un quarto d’ora. Cosa gli abbia detto Zingaretti è un mistero. Ma quando escono sono a formazione invertita: guida il gruppo Bianchi che pare il più lucido, De Angelis ha un sorriso forzato, Zola è pallido, Ferroni ha lo sguardo fisso sul nulla.

 

La coda arriva ormai in fondo al corridoio.

 

Si materializza davanti alla porta l’ubiquo presidente nazionale di Confimprese Guido D’Amico con al suo fianco una statuaria Barbara Di Rollo, manager di Neuromed per lavoro, consigliere comunale di Cassino per passione, mancata presidente della Saf di Frosinone per congiura politica.

Dicono sia venuta a reclamare la candidatura alla Regione. Quella che le hanno fatto saltare appresso alla storia della Saf. Non è un capriccio: chiede il rispetto di un impegno politico che va avanti da due anni. Zingaretti ascolta e poi dice: «Sono contento di averti tra i miei candidati». Che significa? Che una soluzione verrà individuata.

 

Salta il colloquio Daniela Bianchi, la consigliera vede la lunga fila e dice “Era solo per un saluto”. E se ne va. La segue a ruota Marino Fardelli. Ne approfitta Buffardi per infilarsi ma Zingaretti esce e corre all’Astor. Anche lì c’era la fila. Di sindaci. «Quali sindaci – domandano – quelli del Pd o solo quelli di Pensare Democratico?»