Addio scuole nei paesini, Bianchi: «Caro Gnesi, dobbiamo reagire così…»

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Daniela Bianchi
di DANIELA BIANCHI
Consigliere Regionale del Lazio
Blogger su I racconti della Motoretta

 

Come ci ha ricordato il sindaco di Pastena Arturo Gnesi (leggi qui l’intervento di Gnesi) esiste anche nella nostra provincia il problema della chiusura delle scuole nei piccoli Comuni che va ad impoverire la qualità della vita e l’identità locale.

Le soluzioni però non le andrei a ricercare solo nel piano di dimensionamento scolastico della Regione o nella legge nazionale, ma anche e soprattutto nella necessità di ridare un futuro economico a queste realtà locali.

Il Piano di dimensionamento scolastico infatti, prima di essere approvato in Regione è stato largamente condiviso con le Province e pur rispettando i rigidi parametri della norma nazionale, cerca di favorire il più possibile i piccoli Comuni montani e quelli nelle isole.

In particolare per la chiusura di una scuola andava valutato, oltre al numero minimo per la formazione delle classi, anche l’aumento della popolazione scolastica, i tempi di percorrenza per il trasporto dei bambini e l’adeguatezza delle strutture scolastiche

Nel caso della chiusura di una scuola, sempre il Piano prevedeva che ci fosse un tavolo tecnico in accordo tra i Comuni per proporre delle scuole territoriali anche con più sedi e gestite in forma associata.

Al di là dell’aspetto tecnico, comprendo l’amarezza del sindaco Gnesi e di un’intera comunità per la chiusura della scuola perché con pochi alunni, ma penso che questo fatto sia una conseguenza e non la causa dello spopolamento dei Comuni.

La soluzione non sta solo nel cambiare i parametri nella formazione delle classi, seppur discutibili, ma nel mettere in campo politiche comunali e regionali che favoriscano il ritorno dei giovani, la nascita di nuove imprese e il riutilizzo di spazi abbandonati.

Una delle strade da seguire, ad esempio, è quella della valorizzazione del territorio, con il coinvolgimento degli under 35 in attività economiche legate ai parchi, alle aree naturali e agricole e all’identità locale.

E proprio in questa direzione stiamo provando ad invertire la rotta. Penso agli interventi a favore dei giovani nell’agricoltura (45 mln di euro per singoli progetti da 70mila euro), per sostenere chi vuole aprire un’attività (microcredito da 35 mln di euro) o chi investe in cultura (Piano sullo spettacolo dal vivo da 8 mln) per scuole più sicure (piano triennale sull’edilizia scolastica da 76 mln che ha coinvolo anche i Comuni con meno di mille abitanti) oltre al Piano per il Riequilibrio Territoriale per i Comuni (91 mln in totale, 6 mln direttamente ai Comuni della provincia di Frosinone). Accanto c’è anche un’attività legislativa che guarda con decisione ai territori e alle loro potenzialità …per esempio la mia PL istitutiva della Rete dei Cammini, o quella sulla disciplina delle reti e dei distretti culturali a forte innovazione sociale, presentata recentemente.

Si può fare certamente di più, ma sta soprattutto a noi avere la capacità di sfruttare al meglio queste opportunità e interpretarle.

Come sempre sono pronta a raccogliere il grido di allarme del Sindaco e collaborare con lui e con gli altri Sindaci.

Come ricordato più volte dallo stesso Gnesi, dobbiamo essere tutti consapevoli della necessità di un cambio di mentalità.

Per superare i tanti limiti e difficoltà, iniziamo e sentirci come un’unico territorio da oltre mezzo milione di persone, capace di scegliere in autonomia anche nuove strade per il suo futuro, di mettere in campo un’idea, una visione di sistema territoriale, nel suo insieme …puntiamo soprattutto sull’innovazione della partecipazione, lasciamo emergere le energie migliori per farlo.

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