L’ombra della massoneria che unisce Frosinone e cyberspie

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

Biagio Cacciola

 

di BIAGIO CACCIOLA
Politologo, Opinionista

 

Frosinone come crocevia storica di massoneria, in particolare quella deviata. Come non ricordare la permanenza di Licio Gelli capo della loggia P2 e direttore dello stabilimento Permaflex. Passando per Michele Sindona che qui aveva addirittura la fabbrica di valigie Patti. Senza dimenticare i disegni massonici sui giardini di corso della Repubblica negli anni ottanta, col sottoscritto che sollevo’ il caso in Consiglio Comunale.

Una specie di zona franca , affollata di Logge più o meno regolari, ma che torna sempre in ogni inchiesta o scandalo a sfondo massonico.

Vedi questa spy story dove i fratelli Occhionero addirittura avevano al loro nome intestata una società di costruzioni nella zona alta della città. (leggi qui il precedente). Evidentemente perché sapevano che a Frosinone le logge sono attive e qualche appoggio un frammassone del suo calibro lo aveva senz’altro in terra ciociara .Oltretutto veniva da una loggia chiamata Nicola Ricciotti che duplicava il nome di un patriota risorgimentale frusinate, mosso da ben diversi ideali che quelli dello spionaggio politico e d’affari in cui eccelle Occhionero .

Lui più che di Risorgimento s’occupa, infatti, di intrecci tra Politica e Finanza se e’ vero che, da genio matematico, aveva scoperto un algoritmo per far fruttare i derivati da vendere sul mercato americano. Per il governo Usa aveva d’altra parte lavorato con un incarico importante sul porto di Taranto, prima della scivolata per bancarotta fraudolenta.

Ora il nuovo intoppo sullo spionaggio politico e economico. Per conto di chi ? Forse qualcuno dell’entourage dell’uscente Obama saprà delucidare gli inquirenti italiani. Se mai ci arriveranno, visto che ogni volta che gli amerikani fanno casini in Italia ne escono sempre senza sbucciature.

In fin dei conti la patria della massoneria che conta sono loro.

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