Galli: «Solidarietà a Ottaviani. Acea? Parliamone»

Marco Galli

Sindaco di Ceprano

Marco Galli

 

di MARCO GALLI
Sindaco di Ceprano

 
 

Doveva essere un confronto tra le parti, con la possibilità di interloquire direttamente col presidente di Acea Ato2 ingegner Paolo Saccani , si è trasformato in un teatrino dell’orrore e del cattivo gusto.

Premetto che ribadisco la mia solidarietà al primo cittadino del Capoluogo per quanto accaduto, visto che in democrazia non si può togliere la parola ad un sindaco ricorrendo alla polizia privata. Ma già ieri, nelle fasi concitate della brutta vicenda, ero intervenuto con decisione per far scendere dal palco i due lavoratori in divisa, loro malgrado, al centro di una discussione che altri avrebbero dovuto evitare.

Ci saranno strascichi e conseguenze anche per le brutte parole utilizzate. Ma, io penso, tutto questo non deve far perdere di vista i due elementi importanti evidenziatisi nel difficoltoso dibattito.

Il primo, le posizioni dei primi cittadini, per ora, rimangono le stesse. E, così, si andrà a discutere in seno all’assemblea dell’eventuale risoluzione. Sulla scorta del documento presentato dai sindaci convinti che la rescissione contrattuale sia il miglior servizio per gli utenti di Acea.

Il secondo è che la mancata approvazione dell’adeguamento tariffario a settembre è un problema serio, che prescinde dalla procedura per l’eventuale risoluzione contrattuale. Questo ha scritto l’Autorità Nazionale, diffidando i sindaci a deliberare entro trenta giorni da ieri. Tale elemento, da solo, pone in discussione le certezze espresse da chi, a settembre, ha bocciato la proposta della Segreteria Tecnica Operativa. Che abbassava di oltre 40 milioni quella presentata da Acea. Che ripartiva i conguagli fino al 2033. Che introduceva nuove agevolazioni e che, in sostanza, per effetto di tutti questi fattori, riduceva il costo delle bollette. Affermando che la procedura attivata della diffida, di fatto, autorizzava i sindaci a non deliberare o, come scritto sul documento approvato a maggioranza, induceva oggettivamente ad approvare il “nulla”.

Così, in una fase delicatissima, siamo nuovamente inadempienti e, quindi, l’assemblea si pone in una condizione di inferiorità rispetto alla posizione del Gestore. Che, intelligentemente, ieri ha portato l’ingegner Saccani a fare un’apertura sulla possibilità di concordare la tariffa da proporre all’Autorità.

Già, posto che Acea parte da una richiesta di 77 milioni e la Sto da 34, quale potrebbe essere il risultato di una proposta mediata? Come non mi convince la predetta apertura, sono invece persuaso che per assumere certe determinazioni (adeguamento tariffario) occorra coraggio. Quello che è mancato a settembre. Ma il costo d’immagine della non decisione è devastante per i primi cittadini e, quanto accaduto due mesi fa, rischia di compromettere un risultato finale che non può e non deve prescindere dalle valutazioni tecniche. Che solo la S.T.O. può fare a garanzia dell’Assemblea.

L’ho detto ieri e lo ribadisco che sono ancora convinto che non ci siano gli estremi per una risoluzione contrattuale. Non oso neppure immaginare la condizione che si andrebbe a creare a seguito di un iter giudiziario dove i presupposti essenziali per una interruzione traumatica di un rapporto tra privati latitano. Ma ciò non fa di me e degli altri sindaci che la pensano allo stesso modo, degli amici del Gestore.

Sono convinto che l’approvazione delle tariffe ci porrebbe in una posizione di forza, anche se tardivamente. Avremo, quindi, gli strumenti adatti per pretendere da Acea il rispetto totale di quanto stabilito in convenzione, in considerazione che, la chiusura della procedura di diffida, aprirebbe le porte ad un percorso completamente nuovo rispetto al passato. Dove i sindaci, tutti, rappresenterebbero una garanzia per gli utenti di un servizio. Che, sebbene un referendum abbia sancito il contrario, è ancora incardinato su regole di mercato.

Siamo davvero convinti che tutte le responsabilità di questo disastro sociale, rappresentato dal servizio idrico in provincia, siano solo colpa del Gestore?

Io ritengo di no, visto quanto hanno (non hanno) fatto in passato i sindaci della provincia e che ora ricade, in termini drammaticamente economici, sui cittadini.

Posto che si dovrà adempiere, tecnicamente, all’approvazione dell’adeguamento tariffario, un altro conguaglio sarebbe folle e davvero i sindaci dovrebbero preoccuparsi della rabbia delle persone. La scelta che dovrà fare l’assemblea sulla procedura afferente alla diffida al gestore dovrà essere anch’essa esclusivamente tecnica.

Dopodiché la politica facciamola con una visione intelligente del futuro, imparando dagli errori passati, chiedendo l’attuazione della legge regionale 5/2014, confrontandoci seriamente sugli strumenti a tutela degli utenti.

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