Pompeo: «Basta contrapposizioni, con Acea è il momento della responsabilità»

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di Antonio Pompeo
Presidente della Provincia di Frosinone

Caro Direttore,

vorrei condividere sul tuo blog alcune considerazioni a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che riconosce ad Acea 75 milioni di euro per il mancato adeguamento delle tariffe. (leggi qui il precedente) La sentenza infatti, ci dice chiaramente che il rapporto tra gestore del servizio e territorio non può essere caratterizzato dalla demagogia e dal facile populismo, ma deve prevalere senso di responsabilità, utile a salvaguardare l’interesse dei cittadini e la funzionalità del servizio stesso.

Le responsabilità sono evidenti e non occorre tornarci sopra, se non ricordando fatti e circostanze rispetto alle quali è difficile affermare il contrario: fino al 2009 valeva una transazione con Acea che avrebbe evitato contrapposizioni e salvaguardato i cittadini. Purtroppo quell’atto, adottato sotto la Presidenza Scalia, fu annullato e fu seguita un’altra strada: quella che oggi riconosce ad Acea i 75 milioni, a dimostrazione che il populismo fine a se stesso può avere ritorni nell’immediato, ma chi ricopre cariche di rappresentanza di una comunità di 500 mila persone ha l’obbligo di guardare oltre e di pensare e agire diversamente.

L’Autorità d’Ambito che presiedo, si è trovata a gestire la parte conclusiva di questa contrapposizione ormai avviata e ha dovuto porre in essere tutte quelle azioni necessarie a definire una volta per tutte l’iter giudiziario: il ricorso al Consiglio di Stato è stato pertanto inevitabile.

L’Autorità d’Ambito in carica, insieme all’Assemblea dei Sindaci, sin da subito ha deciso di voltare pagina e cambiare l’approccio al tema del servizio idrico, avviando un percorso finalizzato a riportare il rapporto tra Gestore e territorio sui binari del confronto serio e del rispetto delle regole che sono scritte nella Convenzione di Gestione e in quella di Cooperazione. Sono state approvate le tariffe e, soprattutto, dopo 11 anni è stato approvato il Piano degli Investimenti. Due risultati che ci hanno permesso di sbloccare il pagamento da parte del Gestore dei ratei mutui nei confronti dei Comuni, fermi al 2008, e, legittimamente, di contestare i disservizi che al momento caratterizzano l’Ato 5 e che sono lamentati quotidianamente dai cittadini.

Come ho più volte affermato, ai Sindaci non interessa portare avanti una battaglia contro Acea per partito preso, a noi interessa che ci sia un servizio idrico funzionale e a costi adeguati. Purtroppo al momento questo non accade. Ai Sindaci preme che l’acqua arrivi nei rubinetti di ogni famiglia tutti i giorni, 24 ore al giorno, che se si verificano rotture delle condutture vengano riparate in tempi rapidi, che tra la segnalazione del guasto e l’intervento degli operatori non trascorrano giorni, che le bollette siano comprensibili e chiaro il quantitativo di liquido consumato. Questo interessa e questo abbiamo detto il 18 febbraio scorso quando è stata avviata la procedura di diffida.

Perché è chiaro, e questo va ribadito, a noi interessa certo riportare il rapporto sul piano del dialogo e del confronto, ma garantendo a tutti i cittadini un servizio che al momento, viste le continue segnalazioni, non è gestito al meglio.

Ecco perché mi preme sottolineare ancora una volta che non è più tempo di contrapposizioni e di aule giudiziarie che non fanno bene a nessuno. E’ tempo di responsabilità da parte di tutti, sedendoci attorno allo stesso tavolo, da pari a pari e nel rispetto e legittimazione reciproca. Unico atteggiamento per arrivare finalmente ad un modello di gestione di un bene per eccellenza come l’acqua che salvaguardi la qualità e la funzionalità. E’ questo l’invito che mi sento di rivolgere al territorio e al gestore, proprio tenendo presente la lezione che viene da quel modello nefasto utilizzato in passato e che ha portato alla sentenza dei 75 milioni di euro.

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