«La strada per Rotterdam passa per Gaeta, Cassino, Termoli e Latina»

Guido D'Amico

 

di GUIDO D’AMICO
Presidente nazionale Confimpreseitalia

 

Cari direttore,
lo sviluppo del territorio passa attraverso investimenti ambiziosi. Altrimenti davvero Rotterdam resterà irraggiungibile. (leggi qui I container di Rotterdam ed il vuoto di Frosinone)

Un asse di collegamento strategico tra il Tirreno e l’Adriatico avrebbe un impatto enorme sull’intera economia del Centro – Sud, ma è chiaro che per la provincia di Frosinone, e per il cassinate in particolare, rappresenterebbe un traino formidabile. Se ne parla da anni, ma è ora davvero di provare ad osare, di raggiungere il risultato, di imprimere la svolta.

Le infrastrutture e i collegamenti viari fanno ancora la differenza. Non è un caso che le uscite autostradali lungo l’A1 contrassegnarono lo sviluppo del nostro territorio. Collegare il Tirreno con l’Adriatico significherebbe mettere in collegamento delle piattaforme economiche internazionali, avendo uno sbocco diretto anche nei Balcani. Autorevoli studi hanno fatto espresso riferimento al fatto che questo asse di collegamento strategico andrebbe ad interconnettersi con il corridoio 5 della nuova rete Transeuropea dei trasporti, la più importante per lo sviluppo dell’Italia. E’ un fatto che nessuno dice. Eppure è noto. Si partirebbe dal porto di Gaeta, passando per Formia, arrivando fino a Cassino. Da qui il collegamento continuerebbe fino all’Adriatico, lungo l’asse autostradale San Vittore del Lazio – Termoli.

Si può fare, si deve fare.

Nel Documento di Finanza del 2016 (Governo Renzi) il Ministero dell’Economia e Finanza scrive: «Le infrastrutture di trasporto potranno, inoltre, essere la frontiera dell’innovazione nel settore della trasformazione digitale (“digital transformation”) che rappresenta un fattore abilitante della crescita sostenibile, intelligente ed inclusiva del Paese, in grado di creare infrastrutture nuove e leggere, di qualità, più sicure, più economiche, meglio utilizzate e fruite, che generino dati e servizi per una migliore esperienza del viaggio per i cittadini e una più efficiente logistica per le merci. Ma i criteri di progettazione dovranno andare oltre i concetti di sostenibilità ambientale ed energetica, e incoraggiare un approccio che non solo miri alla conservazione del territorio ed alla salvaguardia degli equilibri climatici, ma che elevi l’infrastruttura ad elemento di valorizzazione del paesaggio mirando a standard di qualità estetica elevati».

E’ tutto collegato caro direttore. Lo sviluppo porta sviluppo. Dobbiamo insistere su questo. Ma proprio perché è tutto collegato, allora non bisogna ragionare a compartimenti stagni.

Nel cassinate c’è lo stabilimento Fca. E’ evidente che un collegamento del genere lo renderebbe fondamentale e ancora più strategico. E come non prendere in considerazione gli aspetti di una ricerca avanzata in campo universitario?

Senza considerare la vocazione naturalmente turistica di un territorio che ospita l’Abbazia. Cassino ha tutto per recitare da protagonista nel panorama economico non soltanto provinciale.

Però, a proposito di visione politica e classe dirigente, che senso ha insistere su una sterile contrapposizione tra i territori, tra i borghi, tra le contrade? Che senso ha coltivare logiche ormai superate. La provincia di Latina non è una terra ostile, è un’opportunità. Certo però che la provincia di Frosinone deve trattare da pari a pari, non essere “annessa” su tutto. Il punto di discrimine è questo.

Consorzi industriali. La parola chiave dovrebbe essere “collaborazione”. Il Cosilam ha una funzione insostituibile e adesso, con gli investimenti della Fca, può fare la differenza. L’Asi invece deve recitare da protagonista nell’ambito delle opportunità che il territorio può avere nel contesto dell’area di crisi complessa. Sì a forti sinergie tra i Consorzi, no ad accorpamenti; con un Cosilam che si attrezza immediatamente a fare anche altro, oltre che a gestire i depuratori.

Un’unica Camera di Commercio del Basso Lazio sarebbe l’ottava in Italia e potrebbe essere un volano enorme per le vere energie imprenditoriali del territorio, dunque una grande opportunità. Ma questi sono risultati che si raggiungono mettendosi in gioco come classe dirigente globale del territorio, non pensando solo al contingente.

Non voglio sottrarmi, caro direttore, alle sue riflessioni sulla classe dirigente. Dico questo: gli imprenditori devono fare gli imprenditori, così come associazioni di categoria e forze sindacali devono esercitare fino in fondo il loro ruolo.

Cosa si chiede allora alla politica? Si chiedono coraggio, lungimiranza e “peso” per decisioni epocali che possono cambiare il corso dell’economia territoriale.
Si chiede di abbattere il peso e i tempi della burocrazia anche nel caso di una semplice autorizzazione. Si chiede di ragionare in termini unitari quando in gioco c’è il futuro della provincia.

Tornando al collegamento tra il Tirreno e l’Adriatico, naturalmente va pensato anche nel contesto di una linea ferroviaria veloce Cassino-Frosinone-Roma. Con opere del genere si avrebbero effetti immediati. Un trasporto così congegnato, caro direttore, andrebbe ad alimentare i consumi, rilanciando settori vitali come il commercio e l’edilizia. E forse porterebbe anche più residenti. Residenti, caro direttore, che pagherebbero le tasse, acquisterebbero case e spenderebbero i loro soldi in questo territorio.

E allora Rotterdam sarebbe veramente più vicina.

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