Per arrivare a Rotterdam bisognerebbe rinunciare alle poltrone

Silvio Ferraguti 20150723

di SILVIO FERRAGUTI

Dirigente nazionale di Forza Italia
Responsabile Dipartimento Lavori Pubblici

 

 

Caro direttore,
si fa presto a dire Rotterdam. Ho letto con grande interesse il dibattito da lei alimentato attraverso il suo intervento. (leggi qui I Container di Rotterdam ed il vuoto di Frosinone)

Sarebbe un miracolo. Ma siccome da imprenditore sono abituato a vivere ed affrontare la realtà e a badare al sodo, non credo che certi miracoli economici avvengano per caso. Essi si concretizzano sulla base di idee, di progetti, di capacità di fare squadra, di volontà di mettersi in discussione, di capacità e competenza, ma soprattutto di ragionare nell’ottica del “noi” e non dell’”io”.

Ora, stiamo parlando di una provincia nella quale sono stati persi tutti i treni per lo sviluppo. Una provincia nella quale si parla tanto, ma poi i risultati li mettono a segno altri.

Penso ad Amazon, il gigante del commercio elettronico mondiale, che ha quasi ultimato l’insediamento a Passo Corese e ciò dopo aver dimostrato interesse anche per questa provincia. Una provincia che però è’ stata incapace di rispondere. Quell’investimento ne ha portato e ne sta’ portando altri. E adesso in quella realtà industriale si ragiona nell’ottica di quasi diecimila nuovi posti di lavoro. E noi?

Parliamo di una provincia, caro direttore, nella quale per decenni si è parlato dell’Interporto, dell’aeroporto, senza che però si sia mai aperto un solo cantiere. Non mi va di tornare su progetti sui quali si è detto e scritto tutto. Mi interessa “la sostanza“: parliamo di progetti per lo sviluppo che sono rimasti nel mondo delle idee. Ma nel frattempo quanti soldi sono stati spesi in progettazioni, convegni e conferenze dei servizi? Tanti, troppi.

Non dimentico neppure il progetto di metropolitana leggera e quello di collegamento veloce tra Frosinone e Roma. Perché non è successo mai nulla di concreto? Forse perché la classe dirigente di questo territorio (nessuno escluso) non ci ha creduto?

Oggi parliamo, giustamente, di altri progetti di infrastrutture e di collegamento trasversali tra il Tirreno e l’Adriatico. Magari! Sarebbe una svolta autentica non soltanto per questo territorio perché aprirebbe immense praterie sul versante della competitività delle imprese. Ma forse, non sarebbe più opportuno completare le infrastrutture iniziate?

Non Sarebbe più opportuno rendere il nostro territorio appetibile con investimenti sia urbanistici che infrastrutturali mirati? E se non abbiamo idee….. basta copiare quello che hanno fatto altri!

La realtà quotidiana con la quale convivono le nostre imprese è un’altra. Ci stiamo rendendo conto di quante multinazionali e grandi aziende sono già’ andate via ed quante altre andranno via?

Ci stiamo rendendo conto di quanti capannoni industriali sono vuoti?

Ci stiamo rendendo conto delle condizioni nelle quali versano le nostre strade provinciali, e soprattutto quelle dell’area industriale e non solo di Anagni?

Se a questi problemi, caro direttore, sommiamo una tassazione senza precedenti, una burocrazia matrigna e invalicabile, ed un costo del lavoro che rende un’assunzione pari ad un atto di eroismo, ne deriva un’unica drammatica conseguenza: le imprese vanno via, investono altrove quando non sono costrette a chiudere i battenti.

Una caratteristica preponderante nel nostro territorio è l’indifferenza. Nessuno si pone la domanda del perché di tutto questo.

Ed in questo contesto assistiamo a situazioni assurde e indifendibili. Mi riferisco, per esempio, all’attività (si fa per dire) del Consorzio Asi. Ma cosa sta facendo seriamente, quotidianamente, concretamente? Dove sono i servizi alle imprese? Quali sono le vere strategie attrattive di sviluppo? In realtà l’unica attività che si svolge è quella politica, nel senso di accordi e di iniziative.

Oppure, come leggo dal suo blog, si fanno strategie con il Cosilam, l’altro Consorzio industriale che dovrebbe essere concentrato su un progetto di ampio respiro legato agli investimenti della Fca nel cassinate. Ipotizzando accorpamenti, fusioni e gestione in comune di servizi. Per fare cosa? I Consorzi industriali dovrebbero servire alle imprese e non mettere in atto attività speculative.

In questa provincia la realtà è che non si effettua mai uno scatto in avanti, che presupporrebbe un grande elemento di discontinuità: smetterla di guardare alle poltrone e alla propria ambizione personale. Smetterla di pensare alle future “caselle” da occupare.
E nessuno si preoccupa davvero delle imprese di questa provincia, sole davanti alla crisi.

Ricordo, cario direttore, un frase di John Fitzgerald Kennedy: «Scritta in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità».

Ecco caro direttore, noi l’opportunità non la vediamo mai.

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