A Strasburgo non vanno i rompicoglioni

Arturo Gnesi
di ARTURO GNESI
Sindaco di Pastena

 
 

Caro direttore,
lunedì è stato eseguito l’arresto del sindaco di Sperlonga, Armando Cusani che è avvenuto prima dell’imbarco verso Strasburgo dove avrebbe dovuto assistere all’elezione del nuovo presidente del parlamento europeo. Non c’è stato, per me, il tempo di ragionare sull’accaduto.

In questi giorni c’è uno straripante accesso ai Pronto Soccorso con sale di attesa stracolme di pazienti, reparti al collasso e barelle insufficienti ad accogliere i malati che si riversano negli ospedali in cerca di cure e di assistenza.

Monitor e cateteri accanto a vecchi affamati d’aria, uomini e donne che hanno smarrito lucidità e memoria insieme ad altri con una flebo al braccio o in attesa di un ennesimo esame di controllo. Questa è l’immagine che poi rimane impressa a fine giornata, l’idea di una provincia generosa ma arretrata, volitiva ma rinunciataria e che ormai sembra abituarsi alle dissonanze di una società che anziché crescere e mirare in alto, subisce e giustifica le cose che non vanno e si arrende alla rassegnazione.

La Politica guarda altrove. Emette i bollettini di guerra alla luce dei recenti risultati provinciali. Allestisce le strategie per occupare più Stato e controllare meglio il sistema produttivo ed amministrativo della nostra provincia. Alleanze e compromessi, intese e patti trasversali per conservare e rafforzare il potere necessario per essere vincenti e convincenti alle prossime campagne elettorali.

Strade abbandonate e insicure, ambiente stremato da decenni di maltrattamenti e di controlli mancati, disagi e povertà sempre più a portata di mano di disoccupati e pensionati, lavoro incerto o assente che spinge i giovani a lasciare la nostra terra, area industriale in crisi e senza prospettive per l’immediato futuro.

Un governo del territorio senza strategie. Se fa freddo e gela si chiudono le scuole e quando non piove si chiudono al traffico i centri abitati. Senza per questo impedire ai nostri polmoni di riempirsi di polveri sottili.

Però Strasburgo “val bene una messa” e mentre la nostra terra viene sommersa dalla corruzione e dalle intimidazioni mafiose, i rompicoglioni continuano ad essere una mutazione genetica di una società che si affida alle compagnie che pur di non perdere voti e soldi imbarcano tutti senza chiedere conto da dove vengono o quello che fanno.

Anche Armando Cusani doveva stare a Strasburgo facendo dimenticare a tutti di quando si oppose al prefetto di Latina Bruno Frattasi che aveva inviato al ministro dell’Interno Roberto Maroni la richiesta di scioglimento del comune di Fondi per infiltrazione mafiosa.

La politica ha sempre le porte aperte per coloro che garantiscono voti e consenso a prescindere dal ruolo e dalla storia personale e per fortuna talvolta c’è qualche indagine che ci riporta con i piedi per terra e magari a farci credere che pure i rompicoglioni possono avere ragione.

Anche se restano a casa e non vanno a Strasburgo.

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