La scommessa di ‘Mi sono passati dieci mesi’ (CulturE)

di FAUSTA DUMANO
Scrittrice e insegnante
detta ‘Insognata’

 

 

Mi sono passati circa 10 mesi” è la scommessa di un progetto artistico. Che diventa un libro. Lo ha scritto Sara Ciuffetta.

 

Mi sono sfuggite le altre presentazioni, sabato mi spingo a quella organizzata a Campoli Appenino nel centro studi P.Mastroianni. Sul tavolo delle relatrici, tutte donne, la giovane campolese: un’artista nota a Frosinone, Accademia delle Belle Arti, tra i protagonisti delle mitiche ”invasioni di nostra signora art”, la sorpresa di installazioni notturne seminate nella città.

 

La  Ciuffetta è la scultrice del ”Monumento ai vivi” la prima opera di arte pubblica relazionale, che prima o poi verrà collocata. Un’ opera realizzata assemblando oggetti donati, dalla padella alla bicicletta: un monumento dedicato ai vivi, non ai morti.

 

Giovane, parte per  Berlino e si racconta in maniera originale. Il tempo che le scorre con le scoperte, le paure, le difficoltà, si sente spaesata e bimba nello studiare la lingua. Una costruzione linguistica riflessiva passivante ”mi sono passati” che grida vendetta di un segno con la matita rosso blu, una forma che mi trova alleata, io sono la scrittrice del ”mi sono inciampata” come sottolinea il  Cardamone.

 

Accanto alla Ciuffetta, la storica dell’arte Donatella Restaino, che invita a riflettere sull’arte  contemporanea, perché Sara è figlia di questo tempo, la sua è un’ arte tutta contemporanea, l’ arte che ti fa interrogare. Donna è la responsabile del centro. E’ donna l’ artista Sara Paone, che magistralmente interpreta, recitando gli scritti di Sara Ciuffetta. Donna è la prima maestra di Sara, che emozionata ricostruisce i ricordi di Sara bambina. Donne sono tutte le figure che la Ciuffetta evoca da zia Maria alla mamma che è sempre la mamma. Maledizione nella notte di tristezza in cui nasce questo libro, è finito pure il limoncello, che fa la madre.

 

Una sala quasi tutta femminile, le amiche, anche le istituzioni sono donna. La sindaca Pancrazia Di Benedetto e la consigliera Laura Di Eramo. Va precisato che loro usano il maschile ‘sindaco‘ e  ‘consigliere‘ nel manifesto che annuncia l’ evento. A Campoli non servono le quote azzurre per bilanciare le quote rosa, loro ”parlano al maschile”.

 

Gli interventi hanno tutti la voce femminile, anche la signora che emigrò in Germania è donna. Nell’universo donna vanno però citati due uomini: il fratello che è un giovane scultore, segnaliamo il suo papillon originale disegnato sulla maglietta e l’ artista Mario Casalese, che Sara ha avuto come maestro all’ istituto d’ arte a Sora.

 

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