Franco Bianchi, il poeta che disegna le contraddizioni (di F. Dumano)

di FAUSTA DUMANO
Scrittrice e insegnante
detta ‘Insognata’

 

 

Si chiama Franco Bianchi. Sarà il protagonista di una mostra particolare: verrà inaugurata martedì 9 maggio presso il palazzo della Provincia. A battezzarla saranno Luigi Vacana, presidente del Consiglio Provinciale e Alfio Borghese, il direttore della Rassegna Arte Visiva Moderna e Contemporanea.

Volutamente non scriveremo dell’installazione che sarà presente in questa mostra, per non rovinare ”l’effetto sorpresa”. Si tratta infatti di un’installazione particolare: si articola con diversi elementi. Catturano subito, carichi di simboli e di metafore. Credo che sia la prima volta in assoluto che il Palazzo della Provincia assuma questa veste inedita.

Per conoscere un artista, bisogna entrare nei luoghi del suo quotidiano: lo studio, la casa… Soltanto attraverso queste frequentazioni scopri quello che si agita nella sua creatività. A Fontana Liri dove è nato e abita, c’è il suo regno. Appena varchi la porta realizzi subito che stai entrando in una galleria d’arte contemporanea, dove nulla si trova per caso.

Ordinato. Un single ordinato, ma ”affollato”. Pieno, ogni angolo trasuda d’ arte. Un intreccio tra ”pappagalli, dame come la Venere popolana, il libro, le parole, la città”. Un artista eclettico, a 360 gradi. Vieni catturata dalla ”Poltrona del gatto”. Oggi è scoppiata la moda di trasformare le sedie in opere d’arte, lui è stato un antesignano. Poi mentre cammini tra le dame altissime, vieni rapita da ‘Il bar degli amanti”un mobile vetrinetta. Installazioni artistiche ti circondano.

Ti siedi su una poltrona, solo quando sei invitato a sedere, circondata da oggetti che sprigionano arte. Hai come la sensazione di profanarla. Davanti a te su un tavolino sono poggiati dei manuali: la mattina il Bianchi è docente di Storia dell’Arte al liceo Classico di Ferentino.

Scrivere la biografia di Francobianchi Poteca è un’ operazione complessa. Nome e cognome attaccati, Poteca è invece un omaggio al padre, Giovanni Bianchi, in arte Poteca. Franco ha frequentato il liceo Artistico, ma l’ aria artistica l’ha respirata da bambino, nutrito con il latte e i pennelli. Giovanissimo, a soli 18 anni vince il premio Rassegna d’ arte Città di Settefrati, dove gli viene conferito il primo premio dal poeta Libero De Libero. Al suo attivo mostre, premi, riconoscimenti, lavori per enti pubblici. Nel suo curriculum di artista, scopri che è anche uno scenografo, sua è infatti la sceneggiatura del film premiato ‘Martedì grasso”. Laureato in architettura con una tesi in ”Progettazione Urbanistica”, esercita la libera professione, ma questo elemento è determinante per capire la sua ricerca artistica sulla città, che compare in molti suoi lavori.

Bianchi accompagna le sue opere, le sue installazioni, con la scrittura. Su un leggio trovi un libro, così come su un altro leggio sono dei libri d’ arte dove le parole accompagnano le immagini o dove le immagini fanno da cornice alle parole. Un poeta che scava nelle contraddizioni dell’urbanistica, a tratti la nostalgia del passato, a tratti la ricerca sperimentale del futuro .

L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità”: potrebbe essere la sintesi degli appunti presi ascoltandolo parlare.

Credo che il primo mio inciampo con la sua arte sia stato alla villa comunale nel 2008: ”Il segno progettato”, poi nel 2009 al lago di Fogliano la sua installazione con i suo pappagalli, uno dei simboli ricorrenti.

Martedì non puoi perdere quest’appuntamento , che farà accedere i riflettori sul Palazzo della Provincia. La cui facciata, per l’occasione, si mostrerà con un look particolare.

 

 

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