Quella sera a casa Facci in cui Daniele Paris immaginò il Conservatorio

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

L’idea gli venne una notte, prima di una cena a Frosinone nella casa del suo amico medico Alberto Facci, alla quale aveva partecipato anche il fratello Cesare Facci che è stato uno dei più famosi tipografi in provincia.

Il maestro Daniele Paris, acclamato direttore d’orchestra allievo di Goffredo Petrassi, era stanco: aveva appena diretto in maniera magistrale un concerto. Anziché sedersi in poltrona nel salotto, si distese sul tappeto per dare sollievo alla sua schiena. All’improvviso aprì gli occhi e disse «Lo chiameremo Conservatorio Licinio Refice».

 

Nacque così il Conservatorio musicale di Frosinone. O, meglio, nacque così il nome. Perché la scuola di musica a Frosinone, il maestro Daniele Paris l’aveva già fatta nascere qualche anno prima. Ancora una volta, in occasione di una cena, con tre o quattro amici: «Perché non formiamo associazione musicale?» domandò il maestro. «Portiamo la musica alla portata di tutti».

Misero insieme la Federazione provinciale del Partito Comunista, i sindacati di ogni matrice politica, la gente della città. Era il 1969 e nacque l’Associazione Musicale Operaia, con lo scopo di rendere accessibile a tutti la musica, togliendola dalla nicchia che a quel tempo la riservava solo alla borghesia.

Solo grazie al nome del maestro fu possibile abbattere gli steccati politici e unire tutti. Celebrato da Venezia a Palermo, protagonista assoluto della corrente culturale della Nuova Musica, direttore artistico delle Settimane Internazionali a Palermo, autore e compositore di colonne sonore per film e sceneggiati televisivi celebri come ‘Al di là del bene e del male‘ o ‘Portiere di notte‘.

 

Daniele Paris era uno di quelli che non era solo nato a Frosinone. Lui in città ci era tornato e ci era rimasto. Non come i celebrati fratelli Carlo Ludovico, Alberto e Anton Giulio Bracaglia che da Frosinone erano andati via all’età di 5 anni e non ci erano tornati. Invece Paris tornava sempre e l’estate spesso suonava il piano per gli amici che si riunivano in piazza Garibaldi. E qualcosa voleva lasciare alla sua città. Per questo mise in piedi l’associazione.

 

L’associazione Musicale Operaia, verso la fine degli Anni Sessanta iniziò a portare la grande musica a Frosinone. La sede era in corso della Repubblica, tra l’ex cinema Excelsior e il negozio Musicheria. Primo concerto: nei capannoni della Mallory Tyres Continental, fabbrica dell’area industriale che due anni dopo quell’evento verrà occupata dai 400 dipendenti per scongiurarne la chiusura. Orchestre anche di cento persone. Tutto organizzato alla perfezione. Fu l’avvio di una stagione lunga poco meno di un ventennio: tra la fine degli Anni ’60 e buona parte degli Anni ’80 Frosinone ebbe un’ attività concertistica di grande qualità, che non faceva invidiare le altre città. In quel tempo a Frosinone era normale andare a sentire i concerti. Oggi è un evento.

 

Dai concerti alla scuola di musica aperta a tutti il passo fu breve. Raccontano che fosse nello studio di un suo amico scultore a Frosinone e stesse posando per la realizzazione di un busto. Immobile, sulla sedia, nella posa che gli era stata assegnata: senza parlare, al punto che l’artista gli disse ‘Danié, guarda che puoi parlare…’. La risposta fu: «No, sto viaggiando: nel tempo, nel sentimento, nel romanticismo». E’ il 1970 ed al termine di quel viaggio nel tempo e nelle emozioni partirono le telefonate per chiedere al alcuni amici di portare a Frosinone il loro contributo. Chiamò maestri come Gazzelloni, Graziosi, Moricone.

 

La tappa successiva del viaggio venne raggiunta nel 1973: Conservatorio Musicale ‘Licinio Refice‘ chiamato così grazie a quell’intuizione avuta in casa Facci dopo il concerto.

 

Ma non fu quella l’unica intuizione. L’altra, enorme, avuta in chissà quale altro viaggio con la mente, fu quella di prevedere una cattedra di musica Jazz. Fu una scelta di coraggio: Roma ci aveva provato ma dovette chiudere dopo un anno. Invece, Daniele Paris ne ricavò un corso talmente ben fatto che gli allievi partivano da Firenze per venire a Frosinone ad assistere alle sue lezioni.

 

Lezioni e concerti che spesso finivano a casa di Alberto Facci dove ormai ci avevano fatto l’abitudine a tirare l’alba tra note di pianoforte, pezzi composti all’istante, tra una chiacchiera ed una sigaretta. Con lui si poteva parlare di tutto. Tranne che della lite con Liliana Cavani, una delle più geniali ed originali registe e sceneggiatrici di quel tempo. Daniele Paris le aveva composto le colonne sonore per tutti i suoi film ed i suoi sceneggiati. Tranne l’ultimo. Tra i due, si narra, ci fu una lite furibonda. Forse dovuta al fatto che il maestro fosse abbastanza spigoloso con la regista. Che alla fine ruppe il sodalizipo. Ma guai a chiedere dettagli a Paris: si rischiava di finire già dalla finestra.

 

Giusto 28 anni fa, il 16 agosto 1989, il maestro Daniele Paris suonava l’ultima nota del concerto della sua vita e si congedava dal palcoscenico dell’esistenza. Avviandosi all’immortalità che è riservata ai grandi. E lasciando a Frosinone il Conservatorio, sognato tra una posa per un busto ed una cena a casa Facci.

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