L’uomo che lasciò i pompieri per costruire barche

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ERMANNO AMEDEI per FACCEDIVITA.IT

Il sogno di costruire barche, lo ha spinto a lasciare anzitempo il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Alfredo Moroni aveva ancora una decina di anni di carriera dinanzi quando, otto anni fa, ha deciso di togliersi la divisa del pompiere, nonostante la passione che lo legava a quell’uniforme e nonostante avesse raggiunto nel Corpo un livello dirigenziale a Roma. Tutto questo per inseguire un sogno, quello di costruire barche.

Ha 62 anni, è di Itri, per 32 anni ha prestato servizio sulla “partenza”, la squadra di pronto intervento dei pompieri che risponde alle richieste di emergenza che giungono al 115.

«Appena arruolato sono stato a Milano per un anno, per 23 anni a Gaeta e i restanti a Roma. – dice – Il lavoro del vigile del fuoco è il più bello del mondo ed è quello che ti da più soddisfazioni. Fare il pompiere ti fa sentire vivo e vicino alla gente che ti mostra gratitudine per l’aiuto che dai».

Dal terremoto del Friuli del ‘76 fino a quello di San Giuliano passando per la catastrofe dell’Irpinia all’emergenza neve in Calabria, «Sono stato a lavorare sui maggiori disastri avvenuti negli ultimi anni e non rimpiango nulla». Poi, però, la sua competenza ed esperienza lo hanno portato ad una promozione, quello di Capo della sede provinciale di Roma. In sostanza era sceso dalla “partenza”; non era più sul camion con la sua squadra, ma era al comando di più squadre. Il lavoro, quindi, all’improvviso era diventato noioso.

«Un giorno, a 53 anni, ho scoperto di poter andare in pensione. Tutti me lo sconsigliavano perché sarei potuto rimanere almeno altri sette anni facendo un lavoro comodo e senza rischi. Ma la scelta è stata repentina perché, all’improvviso, ho capito che potevo finalmente realizzare il mio sogno, quello di costruire barche» (…)

 

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