Caro Mao i tempi sono cambiati, anche in Ciociaria (di D.Bianchi)

Daniela Bianchi

già Consigliere Regionale del Lazio

Caro Mao, (leggi qui il presidente Mao Tse Tung scrive al sindaco Sacco)
i tempi sono cambiati. Non c’è più la Cina di una volta e neanche il popolo è più quello di una volta, figuriamoci poi “il processo hegeliano della tesi antitesi sintesi”.

 

Se solo tu avessi assistito a qualcuna delle riunioni di Partito di questi ultimi anni saresti un uomo distrutto!!! Non solo è caduto in disuso l’esercizio dialettico, ma neanche il tuo allarme sul paventato imborghesimento ha fatto da spauracchio.

 

Ora però fammi capire una cosa, ma che rivoluzionario sei se mi vai in panico per tre grandissime foto che campeggiano nella Chiesa di San Tommaso a Roccasecca? Ma che davvero fai richiamo ad una sconveniente tua sovraesposizione in un luogo di culto, perché tu avevi detto al tuo Popolo che la religione è veleno?

 

Macché davvero, tu rivoluzionario, vuoi cedere al cliché di Francesco Boezi, (con stima), per il quale è sconveniente esporre tre grandi pannelli del fotografo Tommaso Bonaventura in una chiesa del 1300? E addirittura sei così convincente da indurre il Direttore Porcu a perorare la tua causa?!? Non ci posso credere…Proprio lui che dal suo blog spara a zero contro il sistema perché è vecchio retrogrado impastato e così le imprese se ne vanno da questo territorio, lui che stigmatizza il dato significativo di imprese ad elevato tasso di innovazione che anziché rimanere in terra ciociara se ne vanno a Milano!!!

 

Eh…caro Mao, magari glielo spieghi tu con il tuo fare convincente al Direttore che sono proprio queste forme di arte che rompono i cliché e gli stereotipi a determinare gli shock di innovazione che possono cambiare il volto di un territorio. Prova a dirgli che in un’epoca di disintermediazione e ibridazione, i sistemi culturali crescono seminano e danno frutto proprio grazie a queste operazioni culturali che con coraggio rompono gli schemi. Perché le tue grandi facce nulla tolgono ai dipinti del 1300 ma molto aggiungono al richiamo semantico di un territorio intero.

 

Imagin’Art è stata una mostra fotografica di rara accuratezza e qualità, degna di piazze molto più cool. Protagonisti tre fotografi, professionisti di livello internazionale, tutti vincitori del prestigioso premio di fotogiornalismo World Press Photo Fulvio Bugani, Tommaso Bonaventura e Giulio Di Sturco (nato a Roccasecca)

 

Averti avuto a Roccasecca e averti visto sul far del tramonto mentre mi inerpicavo sulle antiche scale è stato un dono inaspettato per una terra come questa…(e tra me e me penso che lo scorso week end Milano e Roccasecca siano state molto più vicine di quanto si possa immaginare ….)

 

Si osa anche così e tu che di rivoluzione culturale te ne intendi dovresti capire quel che voglio dire. Perché vedi, non te la prendere, ma quelle gigantografie che hanno campeggiato per tre giorni nella antica chiesa non celebravano affatto il culto della tua personalità, al contrario, lo dissacravano e nelle repliche delle figurine che campeggiavano abbandonate su strade sedie muretti, là si annidava tutta l’ironia. Questo fa la Cultura a questo serve l’Arte, rimescola, destruttura, rielabora i significati e ne rimanda altri ed è questo che contribuisce fortemente a determinare cambiamento, evoluzione, innovazione.

 

Vedi caro Mao, da queste parti viviamo quotidianamente la nostra Tien A Men… E questa mostra è come il ragazzo che da solo cerca di fermare in piazza i carri armati della pochezza, della retorica becera, della pigra consuetudine. So che comprenderai bene la nostra ostinazione a cercare linguaggi, modi, e sentimenti diversi, proprio per non sentirci popolo intruppato e obbediente …

 

D’altra parte lo diceva San Tommaso : “Tutto ciò che è nell’intelletto è già stato, prima, nei sensi”.

 

Ti saluto e ti auguro di trovare il coraggio di non scandalizzarti più di fronte alla Bellezza.

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