Addio a Carlo Galella, fanfaniano in un mondo andreottiano (di B.Cacciola)

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

Carlo Galella è stato un politico sui generis, pur essendo un amministratore della prima Repubblica.

Fu per me, quasi ragazzo, una sorpresa vedere Galella, eletto consigliere e più volte assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione, che mostrava un interesse che andava al di là del solito ‘cercavoti‘ tipico di quella temperie politica. Anzi usciva dalla demagogia e aveva l’umiltà di chiedere consigli, interrogarsi su quali manifestazioni potevano far crescere una città di provincia ancorata a vecchi schemi.

Per questo le sue iniziative furono un sasso nello stagno, con grandi nomi della cultura e della scienza, che iniziarono a frequentare Frosinone per le attività che Carlo metteva in campo: tra tutti l’intervento memorabile del professor Antonino Zichichi all’auditorium Edera.

Anche all’interno della DC aveva una posizione anomala. In un mondo di andreottiani, era fanfaniano. E non per i vantaggi di corrente, che il suo carattere non gli permetteva di praticare, ma per l’ammirazione che aveva prima che del politico, dell’uomo di cultura, dell’artista che era Amintore Fanfani.

Fino a poco tempo prima del trapasso mi aveva chiamato al telefono per consegnarmi un suo pamphlet sulla sua attività politica da amministratore: la sua passione era ancora viva e, anche se era di origine lucana, l’amore per la sua città, Frosinone, è continuato fino all’ultimo respiro.