La svolta di Trieste che mette fine all’uomo solo al comando (di B. Cacciola)

Il mondo politico è diverso da quello nel quale maturò la sconfitta di Berlusconi. La svolta di Trieste avrà chiare conseguenze. Anche sul territorio.

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

La sconfitta di Silvio Berlusconi, all’inizio del primo decennio degli anni Duemila, fu legata soprattutto all’errore di volere far confluire tutte le anime del centrodestra dentro un unico contenitore. Da li iniziarono le contrapposizioni tra le varie componenti che portarono all’ostruzionismo e poi alla scissione finiana.

Le conseguenze furono l’indebolimento del governo e, praticamente il diktat di Bruxelles, che impose la sostituzione di un Berlusconi, indebolito, con un rappresentante della finanza come Mario Monti.

Il risultato fu che le elezioni del 2013, il blocco del centrodestra le perse per un centinaio di migliaia di voti.

 

A distanza di quasi cinque anni il mondo politico è cambiato profondamente. Il centrodestra ha recuperato quel pluralismo che il Pdl aveva praticamente azzerato. C’é sempre il partito berlusconiano per eccellenza, cioe’ Forza Italia, ma la leadership é contesa all’interno della coalizione da una Lega che, dopo aver superato i problemi legati alla gestione bossiana, ha cambiato prospettiva e strategia politica.

 

Ora la parola d’ordine è infatti il sovranismo non il secessionismo, tanto da vedere confluire sotto le sue insegne un movimento sovranista come quello di Alemanno e Storace.

Per non parlare di Fratelli d’italia che, con il congresso appena concluso, hanno recuperato, come simbolo, la fiamma senza la dicitura Alleanza Nazionale, quasi a ricollegarsi a una storia movimentista che con An si era scolorita e sbiadita in un’azione di governo priva di strategie.

Questo pluralismo porterà molto probabilmente il centrodestra a una vittoria, vedremo se totale o parziale, alle prossime elezioni politiche. Grazie soprattutto alla lezione che in questo Paese le vacche di hegeliana memoria non possono essere tutte nere.

L’Italia è infatti la Nazione in cui le differenze politiche non possono essere annullate all’americana maniera (con una pseudo destra e una pseudosinistra).

 

Forse lo hanno capito con un po’ di ritardo anche nel versante di centrosinistra ex renziani.

Sta di fatto che il decisionismo del ‘tu vo fa l’amerikano‘ de noantri, dell’uomo solo al comando, é definitivamente tramontato.