L’ostinata anomalia del Frosinone Calcio (di A.Porcu)

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

C’è stato un tempo in cui a Veroli giocava una squadra di basket che combatteva per la massima serie nazionale.

A due passi da lì, a Ferentino, su un altro parquet, giocava un’altra squadra che infilava palloni a spicchi nel cesto per arrivare alla A2.

In quella stessa città c’era una squadra di Tennistavolo che rappresentava l’ossatura della Nazionale e girava il mondo per la Coppa dei Campioni di categoria.

A Frosinone, nel palasport, un sestetto di ragazze faceva tremare le principali squadre di volley in Italia: partendo dalla B1 scalava le classifiche ed arrivava in Serie A1.

Nemmeno a Sora scherzavano: avevano una squadra di calcio in Serie C. Dalla quale sono usciti giocatori come Giuliano Giannichedda (per informazioni bussare a Torino e citofonare Juventus o Roma e chiedere della Lazio), Pasquale Luiso (ad un passo da giocare nel Toro, poi Piacenza e Vicenza in Serie A). Anche ad Isola del Liri, per non essere da meno, hanno raggiunto la C.

C’è stato un tempo in cui a Frosinone c’era il Park Club che faceva i campionati nazionali di Tennis. E c’era pure una piscina dove si stava mettendo a galla una squadra di pallanuoto.

Ora, a Veroli la Prima non c’è più. Il titolo del Ferentino se l’è comprato Cagliari. Il Tennistavolo è solo un vago ricordo, la HF Volley Frosinone non esiste più. La gloria calcistica di Sora appartiene al passato. Così come quella dell’Isolaliri.

Tra poco, saluteremo anche il Sora Biosì di Superlega: non ha un palazzetto adeguato per il massimo campionato nazionale di Pallavolo.

Meno male. Meno male che tutto questo è sparito.

La provincia di Frosinone è stata capace in questi anni di proiettare l’immagine di un territorio banale, poco colto, per nulla impegnato. Ci siamo sempre lasciati considerare i fratelli burini di Roma Capitale.

Tutta questa gloria, questi allori sportivi, rischiavano di stonare. Di mandare all’aria un’immagine cafona che ci eravamo costruiti nel tempo. E che, fuori dalla Ciociaria, iniziava a dare fastidio. Perché era il profilo di quelli che si fanno pochi selfie ma si rimboccano le maniche. E con tigna e sudore arrivano lì dove gli altri vorrebbero.

Che questa sia la terra nella quale un tale Marchionne Sergio ha deciso di far fabbricare le due auto che gli stanno tenendo in piedi il colosso Fiat è un dettaglio. E a due passi da lì ci sia una delle fabbriche che viene citata in Europa tra gli esempi di innovazione nel pieno della crisi, è un altro dettaglio. Che le lavatrici AEG e le macchine Mercedes e Bmw degli spocchiosi tedeschi girino grazie a pezzi fabbricati a Torrice è un altra insignificante banalità. Così come gli elicotteri che si tengono in aria grazie ad un tizio di Anagni che ora s’è messo in società  con gli isaraeliani e sta mettendo su una fabbrica di droni da un milione d’euro l’uno per i Servizi di tutto il mondo.

Tutto questo non va bene. Noi siamo i caciaroni, spaghettari e tamarri. Quelli che sbagliano i congiuntivi e non sanno stare a tavola.

Allora è giusto così: via il basket, via il volley, via il tennistavolo ed il tennis. Torniamo nella nostra dimensione.

Sperando che almeno il Frosinone Calcio continui a volerci dimostrare che siamo noi quelli che si stanno sbagliando.

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Foto: copyright Mario Salati, tutti i diritti riservati all’autore

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