Ringrazia chi ti abbandona: ti rimanda da te stesso (di M.R. Scappaticci)

“Benedici chi ti abbandona perché ti rimanda a te stesso” scriveva Alejandro Jodorowsky. La nostra Maria Rita Scappaticci ci spiega perché é vero

Maria Rita Scappaticci

Psicologa e blogger

Ci sono momenti della vita in cui attraversiamo una profonda disperazione. Ci perdiamo nella desolazione di un vuoto profondo e ci sentiamo smarriti cercando risposte, aggrappandoci a chiunque pur di avere una soluzione.

Non contiamo mai su noi stessi ma cerchiamo la spiegazione al dubbio come se fosse un segreto conosciuto agli altri ma non a noi. E bramiamo quella verità, senza considerare che può non essere adatta per noi per il solo fatto che ognuno può costruire ed uscire dal proprio torpore in modo unico e personale.

L’altro non può che darci la sua visione e soluzione che è adatta per la sua vita ma non per la nostra perché tutti proviamo emozioni ed elaboriamo pensieri in maniera assolutamente diversa.

Ed ecco che abbiano due scelte da considerare: rubare la soluzione pronta e vivere accontentandoci di un vestito arrangiato oppure sudarci la nostra identità mettendoci alla prova con noi stessi.

 

Benedici chi ti abbandona perché ti rimanda a te stesso.” (Alejandro Jodorowsky)

 

Fino in fondo nessuno si conosce mai abbastanza.

Crediamo di sapere molto su noi stessi e invece sono di più quelle occasioni in cui ci ritroviamo a fare e dire cose che ci lasciano a pensare perché mai le abbiamo pensate come appartenenti a noi stessi.

Eppure siamo anche delle splendide sorprese o delle amare verità.

Siamo una costruzione di senso e significato che va avanti con la vita e soprattutto con tutte quelle occasioni che cogliamo al volo senza tirarci indietro.

E quando siamo da soli a fare delle scelte aggiungiamo un pezzo nuovo alla nostra persona.

Spesso ci aggrappiamo agli altri, finiamo per pensare ed agire come i nostri conoscenti ci incoraggiano o ci intimano di fare. Abbiamo uno schema che ci viene imposto e che seguiamo alla lettera per paura di sbagliare. E finiamo col credere che siamo come un prestampato sterile e convenzionale.

La bellezza è scoprire di essere originali, di avere una fonte di pensiero privata e unica che ci permette di essere critici e abbastanza sapienti per viaggiare da soli.

Ci sono sempre buoni consigli da seguire o parole di conforto che ci possono dare l’illusione di alleviare le nostre certezze ed i nostri dubbi.

 

Ma la vera ricerca di sé stessi risiede nella solitudine delle proprie emozioni che a volte possono essere diverse dal resto del mondo.

E allora se ciò che cerchiamo è capire davvero chi siamo dobbiamo staccarci dalla dipendenza di relazioni per esibire un’azione dettata da noi.

Rimandarci a noi stessi significa scontrarsi col profondo delle nostre volontà senza nessuno stampo a cui fare riferimento ma con la certezza che la soluzione finale sarà ricca solo di noi e del nostro modo di essere.

Elogiamo quel silenzio puro che ci parla di noi senza nessuna influenza e anche se la solitudine può fare paura niente è più entusiasmante di noi stessi e del nostro mondo.