Se gli elettrodomestici in casa ti aiutano a capire cosa è successo ad Alatri

Rita Cacciami

In punta di stiletto. Il veleno è previsto nella ricetta.

di RITA CACCIAMI
Vice Direttore
L’Inchiesta Quotidiano

 

 

E’ un po’ come quando ti vanno in tilt tutti gli elettrodomestici a casa. In serie, uno dopo l’altro. Prima crea problemi la lavatrice, subito dopo dà segni di squilibrio termico il frigorifero. Ghiaccia troppo. O scalda. In preda senz’altro ad una crisi di identità con i condizionatori d’aria. Poi un bel giorno all’alba cerchi di farti un caffè. Ma la pluridecorata macchina ultraespresso fischia a vuoto e non produce. Lasciandoti a sbadigliare davanti ad una deludente tazza di tè. L’aspirapolvere che non aspira è un segno dei nostri tempi. Di aspettative mal riposte e puntualmente deluse. Ma la rivolta dei tuoi maggiordomi elettrici e non, continua la sua corsa a perdifiato dentro casa tua. Lasciando dietro di sé una scia di oggetti inutili e dannosi anche solo da rottamare. Quasi a voler ribadire che qui non si ripara proprio un bel niente. C’è solo da buttare via e comprare il nuovo.

Nel cuore della notte uno scoppio. Secco. Si sobbalza. Il pavimento è nero, l’alimentatore è esploso, la fiammata ha fatto il resto. Benedici il cielo che non sia successo di giorno, quando non c’eri. Poteva andare in fumo tutto. Ma il fuoco non basta. Ci sono anche i fluidi, a questo mondo. All’origine di un nuovo giorno, ecco che senti un sibilo nel silenzio delle stanze in penombra. Metti a fuoco le idee, riposizioni la testa sulle spalle, ti alzi e scopri che stai camminando sulle acque. Barcolli, tentenni. I tubi sono impazziti, ebbri di tanta pressione da far schizzare al massimo l’adrenalina. Chiudere la chiavetta periferica. Sigillare. Chiudere e riaprire la chiavetta generale. Stringere i tubi. Provare e riprovare, mentre tutto zampilla intorno a te. E sempre grazie al cielo che è capitato all’alba e non a mezzodì mentre eri a lavoro.

Tornando a casa, avresti forse trovato il cane a giocare con la canoa. Invece così, in fin dei conti piove solo in salotto. E allora realizzi che tutto questo ha il sapore di una metafora. I segnali c’erano. La spia del frigo che lampeggiava. La lavatrice che faceva uno strano rumore. Il caffè troppo tostato. Il rubinetto con l’acqua che borbottava, andava via e tornava gorgogliando. E la caldaia intanto fischiava in sottofondo.

Sì. Tutto sommato i segnali premonitori c’erano tutti. Bisognava prevenire, chiamare chi di dovere, farsi aiutare. Prima che fosse troppo tardi. Che l’intera comunità di elettrodomestici si coalizzasse per fare un danno enorme. Che ti poteva costare molto caro. Fino a farti perdere qualcosa di prezioso. Certo, la casa non è la vita.

Si ricostruisce, si ripara, si ristruttura. Un’esistenza perduta, quella no.

Una volta strappata via, non te la restituisce proprio nessuno.

 

 

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